BRINDISI – Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, incontrerà il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Il confronto è in programma mercoledì prossimo (5 marzo). Sul tavolo le varie crisi occupazionali che affliggono la Regione Puglia, fra cui la vertenza Eni Versalis.
L’obiettivo del governatore sembra quello di arrivare a una proposta condivisa con le organizzazioni sindacali. Si è al limite della missione impossibile, se si considera la spaccatura avvenuta lo scorso 25 febbraio, in occasione del tavolo che si è svolto in prefettura, che poi si è riproposta il giorno successivo, a Roma, dove la Cgil ha subito abbandonato la riunione con i vertici della multinazionale, mentre Cisl e Uil, e il giorno successivo anche la Fialc Cisal, hanno sottoscritto un verbale di incontro.
Emiliano farà un ulteriore tentativo lunedì prossimo, presso la Fiera del Levante, dove presiederà un nuovo tavolo al quale sono state invitate tutte le organizzazioni sindacali. Parteciperanno all’incontro anche gli assessori alle Crisi industriali, Serena Triggiani, al Lavoro, Sebastiano Leo, e allo Sviluppo Economico, Alessandro Delli Noci, oltre a Comune e Provincia di Brindisi. Immancabile la presenza del presidente del comitato Sepac, Leo Caroli, autore della lettera di convocazione.
Altri tavoli, nella stessa giornata del 3 marzo, saranno dedicati alla situazione dell’ex Ilva e della Leonardo, a Taranto, e alle difficoltà del settore dell’automotive. La preoccupazione è che si inneschino delle “crisi permanenti”, con conseguenze da far tremare i polsi per l’intero sistema economico pugliese (e nazionale).
Eloquenti, del resto, i numeri della vertenza Eni Versalis. Basti pensare che le unità dell’indotto sono circa 1400. Se ai dipendenti del petrolchimico si aggiungono anche i lavoratori delle aziende appaltatrici presso la centrale Enel di Cerano, il rischio di uno tsunami occupazionale è quanto mai concreto.
La Regione, con ogni probabilità, chiederà al ministro Urso di attivarsi per uno slittamento della fermata del cracking, prevista per il mese di marzo. I sindacati hanno posizioni diversificate. Non sarà semplice trovare una quadra, quantomeno a livello territoriale. Nel verbale di incontro sottoscritto da Eni, Cisl, Uil e Fialc Cisal, si parla di messa in conservazione del cracking. Ciò vuol dire che l’impianto potrebbe tornare operativo, nel caso dovessero verificarsi determinate condizioni di mercato. Tutto ciò nell’ottica di una riconversione green dello stabilimento, tramite l’entrata in funzione (ma con che tempi?) di una giga factory, nell’ambito di una join venture con la società Seri industrial.
Fialc Cisal: “Necessario un protocollo di intenti”
La Fialc Cisal, intanto, chiede “che tutte le forze politiche ed istituzionali si attivino per fare giungere al ministro Urso la necessità urgente di convocare un incontro entro il 15 marzo per definire con urgenza un protocollo d’intenti tra le istituzioni nazionali, regionali e provinciali, il Gruppo Eni e le parti sociali”.
“Questo protocollo – si legge nella nota del sindacato – deve fornire garanzie inderogabili e sancire esplicitamente le responsabilità e gli impegni che ciascuna parte dovrà assumersi, certificando i piani progettuali del programma di trasformazione”.
La Fialc Cisal ritiene “fondamentale non ripetere l’errore commesso con la chiusura del cracking di Marghera tre anni fa”. “Nonostante un protocollo istituzionale già approvato dal ministero, allora guidato dal ministro Giorgetti e dal vice ministro Fratin Pichetto – ricorda il sindacato – le esitazioni di un’organizzazione hanno impedito la sottoscrizione dell’accordo. Di conseguenza, ci siamo ritrovati con un cracking fermo e senza garanzie ministeriali”.
Il sindacato ribadisce inoltre “l’importanza di posticipare le operazioni di fermata, affinché ci sia il tempo necessario per discutere un documento che preveda in modo chiaro e inequivocabile: completamento della fase di permitting e l’avvio dei nuovi insediamenti industriali; a gestione formativa delle risorse impiegate, sia dirette che indirette; la definizione della partnership con maggioranza Eni; la pianificazione di eventuali misure di sostegno al reddito, ove inevitabile”.
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