quasi 20 miliardi in più nel 2024


Dopo due anni consecutivi di contrazione è arrivata un’inversione di tendenza: nel 2024 il saldo complessivo dei salvadanai di famiglie e imprese ha registrato un incremento di 19,8 miliardi ovvero 1.363,6 miliardi rispetto ai 1.343,8 miliardi del 2023. Dunque una crescita dell’1,5%. “L’aumento della liquidità sui conti correnti è un segnale positivo, che conferma come le famiglie stiano gradualmente ricostituendo i propri risparmi dopo due anni difficili segnati dall’inflazione e dall’aumento del costo della vita”. Lo afferma il segretario generale della Federazione autonoma bancari italiani (Fabi), Lando Maria Sileoni.

“C’è – aggiunge Sileoni – maggiore stabilità finanziaria ed emerge una ritrovata capacità di accumulo, elementi fondamentali per sostenere i consumi e la crescita economica. Da parte delle banche, è necessario un cambio di passo: continuano a considerare i conti correnti esclusivamente come strumenti di pagamento, ignorando il loro ruolo essenziale di forma di risparmio. Il problema è che la liquidità resta parcheggiata senza una reale valorizzazione economica: i tassi sui depositi sono ancora troppo bassi, mentre le banche, come dimostrano anche gli utili del 2024, beneficiano di margini enormi sulla raccolta e quindi sul credito, col margine d’interesse in costante aumento da tre anni. Ai clienti va riconosciuta una remunerazione più equa, allineata all’andamento dei tassi di interesse, per evitare una penalizzazione eccessiva dei risparmiatori. Senza un atteggiamento diverso, le banche mettono a rischio quel rapporto di fiducia che è alla base del settore”.

Analisi, conti famiglie e imprese (Pixabay)

Tra il 2021 e il 2023, le famiglie e le imprese hanno progressivamente attinto alle proprie riserve per far fronte al caro-prezzi, con una riduzione della liquidità disponibile sui depositi bancari di 136,3 miliardi (-9,2%) rispetto al picco di 1.480,1 miliardi registrato nel 2021. Nonostante la ripresa degli ultimi dodici mesi, i livelli attuali restano inferiori a quelli del 2021, con un divario ancora pari a 116,5 miliardi (-7,9%). L’andamento segnala, dunque, una fase di ricostituzione del risparmio, in un contesto di minore pressione inflazionistica e con tassi di interesse ancora elevati, fattori che stanno influenzando le scelte finanziarie di famiglie e imprese.

Microcredito

per le aziende

 

Il taglio dei tassi d’interesse deciso dalla Bce fa ripartire i mutui: negli ultimi sette mesi del 2024 i prestiti per la casa sono aumentati di 5,3 miliardi di euro, in crescita dell’1,3% dai 420,8 miliardi di maggio ai 426,1 miliardi di dicembre. La seconda parte del 2024, dunque, segna l’inversione di tendenza per il credito bancario destinato all’acquisto di abitazioni: nei primi cinque mesi dello scorso anno, infatti, lo stock di questa categoria di finanziamenti era calato di quasi 4 miliardi (-0,9%).

analisi conti famiglie e imprese

analisi conti famiglie e imprese (Pixabay)

Se si analizzano i dati suddivisi per categoria di soggetti detentori, emerge che la crescita della liquidità è trainata principalmente dalle aziende (+3,4%), che hanno aumentato i propri depositi di 14,2 miliardi in un anno. L’incremento potrebbe essere ricondotto a una maggiore prudenza delle imprese, che preferiscono mantenere liquidità disponibile per gestire investimenti futuri o in vista di un miglioramento delle condizioni del credito. Anche le famiglie, con un incremento dell’1,1% (pari a 12,3 miliardi), continuano a detenere una quota significativa di risorse in banca, segnalando un atteggiamento ancora prudente nella gestione delle proprie finanze. Tuttavia, l’aumento è più contenuto rispetto a quello delle imprese, segno che l’attenzione dei risparmiatori è sempre più orientata verso soluzioni di investimento alternative, come titoli di Stato e strumenti obbligazionari. Interessante anche la crescita della liquidità nelle onlus (+2,5%), nei fondi pensione (+10,5%) e nelle assicurazioni (+13,9%).

analisi conti famiglie

analisi conti famiglie (Pixabay)

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Più in generale il totale complessivo della liquidità in banca è dunque aumentato di 18,9 miliardi di euro (+0,9%), passando da 2.007,3 miliardi a 2.026,2 miliardi di euro. Tornando alla radiografia dei titolari, emerge che la liquidità delle aziende è cresciuta di 14,2 miliardi di euro (+3,4%), passando da 421,6 miliardi a 435,9 miliardi. Anche le imprese familiari hanno visto un lieve incremento dello 0,7%, con un aumento di 589 milioni, portandosi a 83,0 miliardi. Le famiglie, che rappresentano il principale detentore di liquidità nel sistema bancario, hanno aumentato i loro depositi di 12,3 miliardi (+1,1%), arrivando a 1.141,1 miliardi.

Tra gli altri soggetti economici, le onlus hanno registrato un incremento della liquidità del 2,5%, con un aumento di 892 milioni, raggiungendo i 36,4 miliardi di euro. Gli enti di previdenza, che comprendono istituti pensionistici e previdenziali, hanno incrementato le proprie riserve di 1,7 miliardi di euro (+7,0%), arrivando a 25,8 miliardi. Il settore delle assicurazioni ha evidenziato la crescita più marcata, con un incremento del 13,9%, passando da 13,5 miliardi a 15,4 miliardi di euro. Anche i fondi pensione hanno registrato un aumento significativo, con un incremento di 698 milioni (+10,5%), arrivando a 7,3 miliardi di euro. Un dato in controtendenza è quello relativo ai fondi di investimento, che hanno registrato un calo del 4,5%, passando da 294,6 miliardi a 281,2 miliardi, con una riduzione di 13,4 miliardi.



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