
Il conto alla rovescia è iniziato: le imprese italiane hanno tempo fino al 31 marzo 2025 per stipulare un’assicurazione contro i danni causati da eventi naturali catastrofali come terremoti, alluvioni, frane e inondazioni. L’obbligo, introdotto dalla Legge di Bilancio 2024, mira a rafforzare la resilienza del sistema economico nazionale e ridurre il peso finanziario delle calamità sulla finanza pubblica.
Cosa prevede la normativa
L’obbligo riguarda tutte le aziende con sede legale o stabile organizzazione in Italia, iscritte al Registro delle Imprese, con l’eccezione delle imprese agricole, che già beneficiano di un Fondo mutualistico nazionale per eventi meteoclimatici estremi.
Il recente Decreto n. 18/2025 del Ministero dell’Economia e delle Finanze, in concerto con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha definito le modalità attuative. Le polizze dovranno coprire beni materiali iscritti a bilancio, come fabbricati, impianti e macchinari, con esclusione di quelli già protetti da polizze analoghe o edifici costruiti in violazione delle normative edilizie.
Rischi coperti e determinazione dei premi
Gli eventi naturali inclusi sono sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni. Esclusi, invece, fenomeni come mareggiate o piogge torrenziali. Le assicurazioni potranno comunque offrire coperture opzionali per altri eventi e per i danni da interruzione di attività.
I premi assicurativi saranno stabiliti in base al rischio specifico, considerando la localizzazione dell’impresa, la vulnerabilità degli immobili e le misure preventive adottate. Per garantire la sostenibilità del sistema, interverrà SACE S.p.A. con una copertura riassicurativa fino al 50% degli indennizzi, con garanzia statale fino a 5 miliardi di euro per il 2025 e 2026.
Conseguenze per chi non si adegua
Le imprese che non stipuleranno la polizza obbligatoria potranno essere escluse da contributi pubblici e agevolazioni finanziarie. Il Governo ha già previsto che l’inadempimento venga considerato come criterio per l’accesso agli incentivi statali.
Le compagnie assicurative autorizzate al ramo danni saranno obbligate ad offrire tali coperture, pena sanzioni da 100.000 a 500.000 euro da parte dell’IVASS. Tuttavia, le imprese assicuratrici potranno stabilire limiti di rischio e, una volta superati, sospendere l’emissione di nuove polizze.
Un cambiamento strutturale per la gestione del rischio
L’obbligo assicurativo rappresenta un cambiamento epocale nella protezione del patrimonio aziendale in Italia. Se da un lato impone nuovi costi per le imprese, dall’altro rafforza il sistema economico contro i disastri naturali. Il settore assicurativo dovrà ora garantire un’offerta sostenibile, mentre le imprese sono chiamate a mettersi in regola per evitare sanzioni e perdite di opportunità economiche.
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