«Ottimismo per il futuro della città», nonostante l’emergenza criminalità, legata soprattutto ai giovani, e i chiaroscuri che da sempre contraddistinguono Napoli. È il concetto espresso dal procuratore Nicola Gratteri e dal prefetto Michele di Bari. Un messaggio mandato, non a caso, nel giorno in cui l’affollata platea ospite della Prefettura è piena di imprenditori. L’occasione è il sesto appuntamento di “dialoghi in Prefettura”. All’ordine del giorno c’è “la responsabilità etica dell’imprenditore”.
La giornata organizzata dalla Prefettura è stata l’occasione, quindi, anche per parlare più in generale del momento particolare che vive la città. I risultati economici positivi di Napoli e del Sud si intrecciano con il boom turistico. Eppure sembrano contrastare con i problemi che restano sul fronte dell’emergenza criminalità, in particolar modo legate al mondo dei giovani. Ciò nonostante, anche un uomo all’apparenza “severo” come Gratteri, sembra abbracciare il “cambio di paradigma”, dicendosi fiducioso per il prossimo futuro della città. «Sono leggermente ottimista. E sapete che dico sempre quello che penso. Vorrei che gli imprenditori guardassero il bicchiere mezzo pieno», dice Gratteri. «Condivido questa visione. A Napoli si respirano sentimenti di ottimismo che però vengono contrastate da vicende tragiche che provocano insicurezza nella popolazione. Ma bisogna avere una visione della città nel suo complesso, per questo l’ottimismo è condivisibile», rincara la dose il prefetto di Bari.
Gratteri entra nel dettaglio e parla innanzitutto del tema sicurezza: «I vertici delle forze dell’ordine sono tra i migliori d’Italia. È vero che ci sono omicidi, fatti di sangue. Ma è vero pure che degli ultimi 25 omicidi ne abbiamo risolti 22. Significa che siamo sul pezzo. Bisogna tenere a mente cosa era Napoli negli scorsi decenni con centinaia di omicidi all’anno». Da qui l’appello agli imprenditori: «Fidatevi di noi. Se avete problemi di estorsione e usura, rivolgetevi a noi». Ma Gratteri si rivolge pure alle istituzioni «a cui è affidato il compito di sostenere gli imprenditori etici, quelli che rispettano le regole. In Italia sono degli eroi che combattono quotidianamente». Come? «Facendo sì che l’etica si sposi con l’economia. Se un imprenditore etico è attorniato da faccendieri che assumono in nero, non riuscirà a stare sul mercato. Per questo bisogna dargli una mano, facendo sì che l’impresa etica convenga». Infine, quando gli si chiede dei motivi che sostengono il suo ottimismo, Gratteri cita subito il neo Cardinale Mimmo Battaglia: «Non me ne vogliano gli altri, ma il suo arrivo è servito. Ogni tanto uno da fuori fa bene perché smuove le acque».
All’appuntamento ha partecipato anche il sindaco Gaetano Manfredi che si è preso un nuovo applauso per la nomina a presidente dell’Anci. E anche in questa nuova veste ha puntato, nel suo intervento, su uno dei suoi cavalli di battaglia: la necessità che pubblico e privato camminino insieme. «È un’alleanza fondamentale per il futuro delle nostre comunità. Il pubblico, da solo, non riesce a sostenere tutte le esigenze di una società che chiede sempre più sicurezza sociale, nei servizi e nella qualità della vita.
L’impegno dell’impresa privata nell’affiancare l’amministrazione pubblica nel garantire servizi di prossimità è un’azione indispensabile», dice il primo cittadino. E aggiunge: «Non si tratta di beneficenza, ma del ruolo civile dell’impresa. Sono testimone di tanti imprenditori che già svolgono questo ruolo e li ringrazio». Parole che non trovano la piena condivisione del procuratore generale della Corte di Appello di Napoli Aldo Policastro, nominato a fine ottobre. «Il sindaco ha dato indicazioni assolutamente condivisibili ma rappresenta una realtà cittadina che però io non vedo, o vedo con difficoltà. Un’impresa non etica non crea sviluppo. L’imprenditoria napoletana ha davanti questo bivio: scegliere se continuare sulla strada del passato o cambiare». Poi, però, nel proseguire il suo intervento, Policastro aggiunge note positive. Facendo riferimento al passato, ricorda «i livelli di evasione, lavoro nero e utilizzo selvaggio delle risorse ambientali sono stati sotto gli occhi di tutti ma – aggiunge – il percorso positivo, verso un’impresa etica, è stato avviato».
Insomma, ottimismo sì, ma non è tutto rose e fiori. «Il disastro ambientale del nostro territorio – chiosa Policastro – è stato il frutto di un patto scellerato tra camorristi, politici e imprenditori. Invece se c’è sinergia, politica e impresa, possono dare un contributo importante e positivo e duraturo al territorio». All’appuntamento hanno partecipato anche il professore Raffaele Cercola, il vescovo ausiliare di Napoli Francesco Beneduce e Carlo Pontecorvo, presidente del gruppo Mezzogiorno della Federazione dei Cavalieri del Lavoro. Il bilancio finale della giornata, per il padrone di casa di Bari, è molto positivo. Il prefetto ha citato l’esempio del cavaliere Olivetti per sostenere che «le imprese possono essere non solo in profitto ma anche sviluppo per i dipendenti e per la comunità».
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