Tagli aiuti: le conseguenze e l’impatto sui bambini


Siamo molto preoccupati per l’attuale taglio ai finanziamenti che mette a rischio la vita e il futuro dei bambini in tutto il mondo, soprattutto quelli più vulnerabili. I tagli agli aiuti esteri interrompono infatti il lavoro essenziale che la nostra Organizzazione porta avanti in decine di Paesi, proprio nel momento in cui le esigenze dei più piccoli non sono mai state così alte. 

Taglio aiuti degli Stati Uniti

Il taglio degli aiuti esteri degli Stati Uniti avrà un impatto immediato sui bambini, le cui necessità non sono mai state così alte, a causa di una combinazione di fattori come conflitti, cambiamenti climatici e disuguaglianza crescente. E ciò avviene contestualmente alla riduzione dei budget per gli aiuti da parte di un numero sempre maggiore di governi. L’ultimo a farlo, questa settimana è stato il governo del Regno Unito. 

Ciò che stiamo attraversando è un momento difficile e come principale Organizzazione indipendente per i diritti dei minori nel mondo, non possiamo voltare le spalle ai bambini: dobbiamo e vogliamo rimanere resilienti e determinati a fare tutto il necessario per dare ai più piccoli un futuro migliore. Come Organizzazione che lavora in 115 paesi, abbiamo già annunciato una serie di misure necessarie per ridurre i costi di fronte a un deficit di fondi senza precedenti.

Tagli aiuti: l’impatto sui bambini

I tagli agli aiuti rappresentano una minaccia concreta per i programmi di salute, nutrizione ed istruzione a favore di milioni di bambini e bambine. In Africa, Asia, America Latina, Europa e Medioriente, sono oltre 40 i Paesi colpiti dal brusco arresto degli aiuti esteri da parte del governo degli Stati Uniti. Si prevede inoltre, che ciò comporterà anche la perdita di migliaia di posti di lavoro per gli operatori umanitari.

Il blocco dei finanziamenti ha già lasciato oltre 17 milioni di beni bloccati nei magazzini, sui camion e presso i fornitori. Parliamo di oltre 14,5 milioni di dollari di aiuti che non possono essere consegnati neanche nelle zone in cui sono state dichiarate condizioni di carestia.

  • Come è accaduto in una zona rurale del Mozambico: Sofia, madre di tre figli, ci racconta che non è riuscita a sfamare i propri bambini dopo la sospensione di un progetto di aiuti alimentari, poiché il cibo di cui avevano bisogno è rimasto chiuso nei magazzini. “Sembra uno scherzo crudele. Il cibo c’è ma non possiamo averlo”, ha detto.
  • In un altro caso, l’operatore sanitario di comunità Eduardo Chicala, anche lui del Mozambico, sottolinea che la sospensione del progetto dei gruppi sanitari mobili, che raggiungeva i villaggi remoti, lascia prive di assistenza persone che ora sono costrette a camminare fino a 40 km per ottenere soccorso e teme un diffondersi delle malattie. “Ci preoccupiamo perché i bambini malnutriti moriranno in luoghi distanti senza nessuno che li aiuti”, ha detto. 
  • Anche il sostegno psicosociale ai bambini e il loro accesso all’istruzione sono gravemente compromessi. Abbiamo dovuto interrompere un progetto che fornisce supporto psicologico e attività ricreative per i piccoli in fuga nel Sudan del Sud per sfuggire alla guerra in Sudan. Molti di loro soffrono di traumi dovuti allo sfollamento e hanno assistito a cose che nessun bambino dovrebbe aver vissuto sulla propria pelle.
  • In Somalia, in alcune comunità le famiglie stanno precipitando nel baratro della fame poiché non possono più contare sul sostegno economico.

Le conseguenze sul nostro intervento

Abbiamo stimato che tra gli 8 e i 12 milioni di persone che beneficiano dei nostri progetti saranno colpite dai tagli, in un momento in cui circa un bambino su 11 nel mondo ha bisogno di assistenza umanitaria.

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Finanziamenti e contributi

 

Save the Children International, il braccio operativo globale responsabile dell’implementazione di programmi e della risposta umanitaria dell’Organizzazione, stima che – sebbene le informazioni siano ancora in evoluzione – in questa fase il deficit di fondi avrà un impatto su 2300 colleghi negli uffici locali di tutto il mondo.

Altre conseguenze sul nostro intervento riguarderanno la chiusura delle operazioni in Sri Lanka, Polonia, Brasile, Georgia e Liberia e purtroppo le collaborazioni con le organizzazioni partner dovranno essere immediatamente interrotte. Inoltre, prevediamo di dover apportare significative riduzioni ai team globali.

“Per oltre 100 anni, Save the Children ha lavorato instancabilmente in tutto il mondo per proteggere i bambini e le bambine più vulnerabili da conflitti, fame e malattie e per offrire loro un futuro. Per tutto questo tempo, gli aiuti allo sviluppo sono sempre stati un raggio di speranza per i più piccoli. Ma oggi, mentre i bisogni umanitari toccano livelli record, i tagli ai finanziamenti stanno mettendo a rischio la vita e il futuro dei bambini. È straziante dover chiudere i nostri programmi, molti dei quali vitali. Il mondo ha le risorse per proteggere e sostenere i bambini, eppure vengono lasciati indietro, i loro diritti ignorati e il loro futuro messo a repentaglio. Questa è una mancanza di responsabilità da parte di chi detiene il potere e un fallimento morale per tutti noi. Ogni bambino merita un futuro ”, ha affermato Inger Ashing, CEO di Save the Children International.

Continuiamo a portare avanti la nostra missione con determinazione per proteggere i bambini e difendere i loro diritti. Nel 2023, abbiamo raggiunto 105 milioni di bambini in almeno 94 Paesi e le esigenze stanno crescendo. L’ONU ha stimato che più di 305 milioni di persone in tutto il mondo avranno bisogno di assistenza umanitaria quest’anno, tra cui 210 milioni di minori.

I bambini sono vittime innocenti e dobbiamo proteggerli, anche tu puoi fare la tua parte e sostenere i nostri interventi:

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