La denuncia della Cgil: “Dmail vuole chiudere la sede di Pontassieve e trasferire tutti i dipendenti ad Arcore” – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni

“Dmail vuole chiudere il negozio di Pontassieve (Firenze) e trasferire tutti i 12 dipendenti ad Arcore (Monza)”.

Forte preoccupazione quella espressa dalla Filcams CGIL in merito alle possibili novità riguardanti la ditta con sede nel comune fiorentino. Per il sindacato in realtà questo cambiamento arriverebbe per mascherare dei “licenziamenti collettivi” visto che “l’azienda sa perfettamente che nessuno potrà spostarsi di così tanti chilometri con lo stipendio percepito, alcuni sono part time e tutti o quasi con affetti familiari nel territorio”.

L’azienda

Dmail si occupa di vendita di arredi e oggettistica. Il marchio è appartenuto al gruppo Percassi fino a settembre 2023 e da lì è stato ceduto a Kasanova, azienda leader nel settore pentole e stoviglie. Con Kasanova, ha spiegato la Filcams Cgil “all’inizio tutto è proceduto bene, hanno dichiarato più volte di voler incrementare le vendite rilanciando il prodotto grazie alle competenze e al know how dei lavoratori della sede di Pontassieve, facendo analisi del prodotto, dei compratori, del marketing. Poi improvvisamente arrivano le voci di chiusura della sede di Pontassieve con il trasferimento di tutti i dipendenti ad Arcore“. Dmail in Toscana, oltre a Pontassieve, ha un negozio a Firenze e uno ai Gigli di Campi Bisenzio. Altri negozi sono presenti in altre regioni.

“Abbiamo interloquito con l’azienda dopo l’estate provando a trovare un accordo che prevedesse il mantenimento dei posti di lavoro nel territorio, proponendo la ricerca di una sede più piccola e meno costosa, l’estensione dell’utilizzo dello smartworking, la disponibilità a lavorare un giorno ad Arcore e 4 a Pontassieve, ma l’azienda non è stata disponibile a nessuna soluzione dimostrando che l’intento vero è quello di sbarazzarsi dei dipendenti. Per finire in bellezza e approcciarsi alle feste natalizie, l’azienda dall’inizio di ottobre si è data alla macchia non rispondendo più alle nostre sollecitazioni”, ha aggiunto la Filcams Cgil.