L’Ing. Stefania Crotta ha analizzato l’impatto del Bonus 110 durante il 6° Congresso Nazionale ANIT, evidenziando risultati positivi come la consapevolezza energetica e l’innovazione, ma proponendo incentivi più mirati per la decarbonizzazione.
6° Congresso ANIT 2024: innovazione e sostenibilità nell’era post-Superbonus
Di seguito l’intervista della redazione di Ingenio a Ing. Stefania Crotta, MASE Direttore generale (PIF) durante il 6° Congresso Nazionale ANIT (Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e Acustico) che si è tenuto i giorni 21-22 novembre 2024 presso Villa Quaranta a Ospedaletto di Pescantina (VR).
Il suo intervento si è inserito all’interno della tavola rotonda “Cosa ci ha lasciato di buono il Bonus 110: riflessioni del mondo industriale” che si è tenuta durante la seconda giornata del Congresso. La stagione del Bonus 110 ha avuto diversi momenti altalenanti, da un lato l’appeal di una detrazione senza precedenti e un potenziale bacino di clienti quasi illimitato. e dall’altro uno stato di incertezza costante alimentato da continue ed estenuanti modifiche legislative su tempi, procedure, prezzi e cessione del credito. Ora che questa fase è giunta al termine, si apre davanti una nuova sfida, la decarbonizzazione del settore civile entro il 2050.
Dal Bonus 110 alla decarbonizzazione del settore civile (Ing. Crotta)
“Quali risultati positivi del Bonus 110 possono essere capitalizzati per sviluppare nuove strategie di incentivazione che promuovano la transizione energetica e la sostenibilità nel settore edilizio?”
Ing. Stefania Crotta, MASE Direttore generale (PIF)
Il Superbonus 110% è stato introdotto in un momento di particolare difficoltà per le imprese edili, con l’obiettivo di facilitare la ripresa del settore. È stata una misura di rilievo che ha permesso non solo alle imprese di beneficiare di importanti incentivi, ma anche ai cittadini di accrescere la consapevolezza sui temi dell’efficienza energetica e della promozione delle energie rinnovabili.
Qual è il principale risultato da capitalizzare?
Sicuramente la valutazione dell’impatto che questa misura ha avuto sugli obiettivi della transizione energetica: la riduzione dei consumi, con conseguente abbassamento dei costi in bolletta, e l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili. Inoltre, è emerso un significativo cambiamento culturale: sempre più persone ora comprendono il significato di fare efficienza energetica e di produrre energia da fonti rinnovabili. Termini come “autoconsumo” sono entrati nel lessico comune, e molti cittadini si sentono pronti a partecipare a iniziative innovative, come quelle previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, tra cui le comunità energetiche rinnovabili.
Ci sono aspetti che, tuttavia, non andrebbero replicati. Non si dovrebbe più parlare di “bonus” come strumento straordinario legato a un momento storico specifico, ma piuttosto di “incentivo”. Gli incentivi devono essere progettati per promuovere un comportamento positivo, senza necessariamente coprire l’intera spesa. È sufficiente che supportino una parte dei costi, quella necessaria a garantire al beneficiario la possibilità di realizzare l’intervento.
L’esperienza del Superbonus 110% ci lascia una serie di vantaggi preziosi: un cambiamento culturale profondo, molta innovazione tecnologica portata avanti da imprese e produttori, e l’installazione di nuove tecnologie. Tuttavia, è ora necessario compiere un passo avanti, identificando i migliori strumenti disponibili. È fondamentale puntare sulla complementarità e sull’integrazione tra le diverse misure messe a disposizione dallo Stato e dalle regioni, per continuare a sostenere in modo efficace la transizione energetica.
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