Mentre il decreto fiscale collegato alla manovra di bilancio per il 2025 ha ricevuto la via libera definitiva e la stessa legge di bilancio è ancora in fase di discussione parlamentare, la rottamazione quinques non è stata inclusa né nel decreto né nel disegno di legge. Tuttavia, la Lega non non vuole rinunciare al progetto e ripropone il tema attraverso una proposta di legge autonoma, dopo che un emendamento in tal senso era stato dichiarato inammissibile nel contesto della manovra stessa.
La determinazione del partito emerge anche dalle parole di Riccardo Molinari, capogruppo alla Camera, che ha spiegato:
“Abbiamo avviato un dialogo con il governo.
Per ora il MEF vuole attendere i risultati del concordato fiscale, ma a gennaio, una volta ottenuti i dati , torneremo a rilanciare questa proposta.”
Dettagli della rottamazione quinquies
Questa nuova formula di sanatoria (rottamazione quinquies) intenderebbe superare le criticità riscontrate nelle precedenti edizioni, introducendo un piano di pagamento dilazionato in modo significativo. La proposta prevede infatti la possibilità di rateizzare i debiti in 120 rate annuali, distribuite su un arco temporale di 10 anni. Queste tariffe, uguali tra loro, permetterebbero di estinguere, come le precedenti edizioni, il solo capitale, senza alcun interesse o sanzione aggiuntiva. Intanto, il dicembre scade la 6° rata della rottamazione quater.
La rottamazione quinquies sarebbe rivolta alle cartelle esattoriali relative a debiti affidati alla riscossione tra il 1° luglio 2022 e il 31 dicembre 2023, periodo non coperto dalla precedente “rottamazione quater”. Si tratterebbe, quindi, di una sanatoria specificamente studiata per quei contribuenti che non hanno beneficiato delle opportunità offerte dalle precedenti iniziative. Anche se, nulla esclude, che si potrebbe estendere la nuova ediziona anche a chi non è riuscito a rientrare nella quater (cartelle relative a debiti affidati dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022).
Un percorso legislativo complesso
Nonostante l’entusiasmo della Lega, il percorso per l’approvazione della proposta potrebbe restare tortuoso, se non impossibile.
Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, aveva già espresso una posizione di chiusura rispetto all’ipotesi di una nuova sanatoria. I conti pubblici non lo permetterebbero e poi ci sono da attendere anche i risultati definitivi dell’adesione al concordato preventivo. Una chance ancora aperta fino al 12 dicembre 2024.
Ad ogni modo, la Lega potrebbe decidere di aggirare eventuali ostacoli legislativi sfruttando il prossimo decreto Milleproroghe. Che proprio a giorni dovrebbe approdare sul tavolo dell’esecutivo (Consiglio dei Ministri).
Questo approccio sarebbe quello di inserire la misura in un provvedimento di emergenza, aggirando così le difficoltà legate a un iter legislativo autonomo. Non sarebbe la prima volta che il decreto Milleproroghe viene utilizzato come veicolo per l’introduzione di disposizioni urgenti o particolarmente controverse.
Rottamazione quinquies: le motivazioni della proposta
La rottamazione quinquies nasce dalla necessità di offrire una soluzione concreta ai contribuenti che si trovano in difficoltà economiche. Le precedenti edizioni delle sanatorie hanno rappresentato un importante strumento per il recupero di risorse fiscali, consentendo a molti di regolarizzare la propria posizione senza subire l’aggravio di interessi e sanzioni. Tuttavia, non tutte le categorie di contribuenti sono riusciti ad aderire.
Con la nuova proposta, si punta a includere anche le cartelle esattoriali più recenti, quelle escluse dalla rottamazione quater. Questa scelta si inserisce in una strategia più ampia volta a rendere il sistema fiscale italiano più equo e ridurre il peso del contenuto tributario.
Riassumendo…
- La Lega non si arrende e avanza una proposta di legge ad hoc per la “rottamazione quinques”
- La misura prevederebbe 120 rate annuali in 10 anni, pagando solo il capitale.
- La proposta potrebbe essere anticipata in occasione del decreto Milleproroghe per accelerare l’approvazione.
- Obiettivo: supportare i contribuenti in difficoltà e ridurre il contenzioso tributario.
- Critica: rischio di incentivare ritardi nei pagamenti in attesa di future sanatorie fiscali.
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