Otto rose fogolariste a Udine come i Sindaci della Contadinanza cinquecentenaria… :: Segnalazione a Udine

















Rinnovate al Pozzo di S. Giovanni, nella Capitale del Friuli Storico, le spontanee rimembranze della rivolta civica friulana del Giovedì Grasso 1511, inaugurate già un quarto di secolo fa dal movimento guidato dall’intellettuale civista Travain. Indirizzi di saluto da Fedriga e Bordin, Presidenti di Giunta e Consiglio regionali. Valido concorso di rappresentanze sociali ed istituzionali. Otto rose al Pozzo di S. Giovanni: quattro bianche e quattro rosse, come gli otto Sindaci Generali, quattro “di ca” e quattro “di là da l’Aghe”, ossia gli otto tribuni della Contadinanza, controparlamento della plebe friulana del Rinascimento, accreditato cinque secoli fa e frutto di contese e sanguinose sommosse. La più grande e celebre: quella del Giovedì Grasso 1511, prova di forza militare del popolo. Nel 2003, il movimento del Fogolâr Civic, guidato dall’intellettuale civista udinese dott. Alberto Travain, aveva celebrato il mezzo millennio di rivendicazione di quell’istituto. Ora lo stesso ne celebra i cinque secoli di accreditamento. Primo exploit a Codroipo, crocevia regionale, con numerose scolaresche in piazza, nella mattinata del 27 febbraio 2025, “Joibe Grasse” proprio come nel 1511. Varia e qualificata, a Udine, nel pomeriggio, la partecipazione di esponenti del civismo cittadino presso lo storico pozzo, punto di partenza della gran rivolta popolare friulana. Oltre agli indirizzi benaugurali dei Presidenti di Giunta e Consiglio della Regione Friuli Venezia Giulia, dott. Massimiliano Fedriga ed avv. Mauro Bordin, la cerimonia commemorativa, rinnovata dal 2000 a questa parte da Travain e sodali, ha registrato il concorso della prof.ssa Renata Capria D’Aronco, “Camerarius” della cittadinanza udinese in Arengo oltreché Presidente del Club per l’Unesco di Udine, affiancata dal “Procurator” arengario dott.ssa Maria Luisa Ranzato e dalle Consigliere quinterali ins. Manuela Bondio, sig.ra Marisa Celotti e sig.ra Renata Marcuzzi. Presente anche la Consigliera comunale delegata alla Lingua Friulana ed al Plurilinguismo, dott.ssa Stefania Garlatti-Costa, ma anche il “Visdomin” del “Parlament” culturale friulano del 1991, ing. Ennio Valdevit, insieme ad altre apprezzate figure del civismo locale quali i signori Elisabetta Mingolo e Daniele Pagnutti, patrocinatori ora del comitato di promozione del borgo di S. Margherita del Gruagno; la sig.ra Marisa Lenarduzzi, esponente storica del Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”; l’animatore sociale sig. Eugenio Pidutti. Graditissimo anche l’intervento di elementi di spicco della “Sociedad Friulana” di Buenos Aires, il più antico “fogolâr” al mondo: presenti, infatti, il presidente emerito dott. Eduardo Dino Baschera e la dott.ssa Noemi Salva, curatrice della rivista sociale “E dîs la None” (essendo la più antica associazione all’estero, la “Sociedad Friulana” di Buenos Aires è per l’appunto detta “la None”). “Ci ritroviamo qui a condividere il ricordo di un terribile baratro della violenza e della ferocia cui condussero non solamente le ambizioni signorili di qualcuno ma innanzitutto lo scollamento tra governanti e governati nel Friuli, alimentato dalla spocchia di un potere autoreferenziale ritenuto insindacabile. Quali insegnamenti per l’attualità? Certo molti e vari, mutatis mutandis. Non ultimo un monito nei riguardi del più becero populismo, facilmente abbinabile alle montanti ignoranza e presunzione di un ‘popolo sovrano’ formato in massima parte da ‘leoni da tastiera’ non meno pericolosi di quelle oligarchie politiche e sociali che esso stesso sancisce o costituisce sul proprio capo con i mezzi ordinari della democrazia. Cosa siamo a celebrare, dunque? Una reazione al sopruso legalizzato di un potere costituito. Siamo a celebrare la rivoluzione come moto di dignità anche se non sempre di liberazione dall’iniquità. Dalla “Joibe Grasse” friulana alla Presa della Bastiglia, a quant’altro prima e quant’altro dopo, la Storia ha sempre insegnato ai popoli che le rivoluzioni vanno sorvegliate, potendo esse tradursi in tirannidi ancor peggiori di quelle rovesciate!”: così, in friulano, il prof. Travain, leader storico del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e oggi “Dean” del “Fogolâr Civic di Udin” oltreché del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, del Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione” e rifondatore nonché “Cancellarius” del locale Arengo partecipativo.















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