Marsiglia, nel mondo sanguinario della DZ Mafia


Di: Sébastien Millard, Raphaël Grand (RTS)/sf 

“DZ fino alla morte”: questo è il motto del cartello, insediato nei quartieri nord di Marsiglia. Tra le sue fila, adolescenti si ritrovano in prima linea nella guerra tra narcotrafficanti. “Dal momento in cui entri nella DZ, non devi aver paura di lasciare la tua vita”, dichiara ai microfoni della RTS uno di questi giovani, con il volto coperto, che vende cannabis e cocaina nei corridoi di un edificio.

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Nel mondo della DZ Mafia a Marsiglia (19h30, RTS, 09.02.2025)

Un traffico molto lucrativo che può generare diverse decine di migliaia di euro al giorno. Lo smercio della droga diventa anche più pericoloso. Lo conferma la “gerente”, responsabile del punto di spaccio: “Ci sono dentro da quando avevo 14 anni. Da due o tre anni, è diventato normale a Marsiglia sentire sparatorie, che ci sono dei morti” racconta.

La DZ Mafia (da “DZ” , l’abbreviazione per l’Algeria, che in arabo si chiama el-Djazaïr, nella lista ISO dei nomi degli Stati abbreviati a due lettere) si è fatta un nome mettendosi in scena, arrivando a filmare operazioni brutali per prendere il controllo dei punti di spaccio. I rivali vengono sistematicamente eliminati e il cartello non esita a reclutare sicari, a volte minorenni.

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Uccidere per saldare un debito

Un uomo, che si fa chiamare “Il Cinese”, ha già eseguito un contratto come sicario. Non esce mai a Marsiglia senza un’arma. “È diventato un obbligo, perché quando sai che le persone di fronte hanno un… affare, ovviamente, tu non resti a mani vuote” dice.

La sua vita l’ha portato nel traffico di stupefacenti, poi in prigione. Un giorno, ha dovuto saldare un debito: “Ecco, ho preso un contratto. È un’opportunità, in effetti. L’ho fatto per 10’000 euro. Mi hanno solo detto: ‘Hai tale obiettivo, devi andare in tal posto, ecco, arrangiati per farlo sparire.’ Tutto qui. È un po’ come se fossi un cacciatore. Ti danno un obiettivo e la cifra che c’è dietro”, racconta “Il Cinese”. Per la sua sicurezza, non indica per chi il contratto è stato eseguito e ha anche voluto essere intervistato al riparo dagli sguardi, in una cantina.

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“È guerra adesso, è più cattiva, più brutale, più violenta. Vengono reclutate persone molto più giovani. Fanno fare questo a ragazzini che non capiscono niente e che credono di essere in un videogioco”, racconta ancora.

Attacchi con armi automatiche

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Ex poliziotto della Brigata anticrimine (BAC) nord, Gilles Tachon condivide questa constatazione. Il maggiore in pensione ha a lungo frequentato i criminali marsigliesi e denuncia oggi una violenza completamente fuori controllo.

“Avevamo un ambiente criminale che era più o meno rispettato. Oggi, ti sparano addosso, che tu sia accompagnato da tua moglie o dai tuoi figli. Ai miei tempi, questo non esisteva”, spiega. “Ora si fa con armi automatiche. Non hanno alcuna esperienza nel maneggio delle armi, gli mettono un Kalashnikov in mano e fanno qualsiasi sciocchezza” rileva l’ex maggiore.

Immagini girate il 17 maggio 2023 mostrano un adolescente incappucciato che uccide freddamente il suo obiettivo in piena strada con un’arma automatica. Arrestato dalla polizia, il giovane si vanta sui social network: “Continuerò a fare contratti, fratello”, promette.

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Un cartello che vuole espandersi

La DZ Mafia è diventata un attore imprescindibile del traffico di droga, il cartello dominante, che non esita più a estendere il suo territorio oltre Marsiglia. “Vogliono sviluppare la loro impresa, la loro gang, per cercare di installarsi ovunque in Francia. E più in là ancora: se c’è un mercato redditizio, non esiteranno ovviamente ad andare in un Paese come la Svizzera per cercare di svilupparsi”, avverte Rudy Manna, il portavoce del sindacato Alliance Police.

La DZ Mafia è un business come un altro per i giovani marsigliesi emarginati. Per quelli con un percorso personale complicato, genitori assenti o un abbandono scolastico precoce, le prospettive sono limitate. “So che se rimango ancora qui, finirò in prigione… o morta”, confida la “gerente”.

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RG del 27.02.2025 Il servizio di Luca Berti

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