Qatargate, richiesta la revoca dell’immunità per l’eurodeputata Gualmini


Non sembra destinata a finire la saga del Qatargate, l’inchiesta sulla presunta corruzione da parte di Paesi come il Qatar e il Marocco di deputati e assistenti del Parlamento europeo. Adesso a finire nel mirino degli inquirenti sarebbero altre due eurodeputate italiane del Partito democratico: Alessandra Moretti ed Elisabetta Gualmini.


Lo riporta il quotidiano belga Le Soir, la testata che da sempre è la più informata sullo scandalo che scoppiò nel dicembre 2022, e la notizia è stata confermata da alcune fonti parlamentari anche all’agenzia Ansa. Secondo quanto riportato dalla testata, la procura federale del Belgio ha chiesto al Parlamento europeo la revoca dell’immunità per le due parlamentari e la richiesta dovrebbe essere ufficializzata lunedì dalla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, in apertura della nuova sessione plenaria, prima di essere sottoposta all’esame della commissione Affari giuridici.

L’inchiesta Qatargate sembrava ormai su un binario morto e molte delle accuse iniziali erano cadute un anno e mezzo dopo gli arresti che nel 2022 avevano sconvolto gli ambienti politici comunitari. L’inchiesta sui presunti corruttori stranieri era passata pochi mesi fa dalle autorità belghe a quelle marocchine e alcuni degli indagati in Belgio sono ancora in attesa di sapere quali siano i fatti realmente loro imputati.

I sospetti su Moretti

Come ricostruisce Le Soir Moretti, ritenuta vicina alla mente del Qatargate Antonio Panzeri ma che ha sempre negato ogni coinvolgimento nella vicenda, è finita sotto i riflettori degli inquirenti perché si trovava in Qatar per una visita che comprendeva anche la visita di un cantiere per la costruzione di uno stadio per i futuri Mondiali di calcio insieme al belga Marc Tarabella, altro indagato. Sarebbe stato proprio per ripulire il volto del Qatar riguardo al rispetto dei diritti umani che sarebbero state pagate, secondo l’inchiesta, ingenti somme di denaro.

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Moretti era intervenuta anche in una riunione della commissione parlamentare per i Diritti umani, riunione che è finita al centro del caso: l’audizione di Ali bin Samikh Al Marri, il ministro del Lavoro del Qatar, il 14 novembre 2022. Come ricostruisce il giornale belga Moretti aveva rivolto al ministro una domanda ritenuta sospetta, in cui faceva riferimento ai precedenti Mondiali di calcio in Russia.

Le pressioni di Giorgi

Gli inquirenti affermano che secondo le loro intercettazioni, pochi secondi prima Panzeri aveva dato ordini telefonici al suo ex assistente e braccio destro, Francesco Giorgi, dicendogli: “Senti, falle fare un intervento dicendo: ‘Ma io tutto questo interesse non l’ho visto quattro anni fa, quando il mondiale era in Russia’”.

Giorgi, insieme a sua moglie, la deputata greca Eva Kaili, è stato uno degli arrestati nei raid del dicembre 2022: nella loro casa, in quella del padre e in una stanza d’albergo in cui aveva alloggiato quest’ultimo furono trovati centinaia di migliaia di euro in contanti. Soldi che secondo gli inquirenti sarebbero stati elargiti da rappresentanti del Qatar affinché i due lavorassero per ammorbidire le posizioni dei deputati Parlamento europeo nei confronti del Paese.

Sempre secondo le ricostruzioni di le Soir, nel dicembre 2021, quando era nell’aria una risoluzione che criticava il rispetto dei diritti umani in Qatar nel contesto della Coppa del mondo che si svolse poi nel Paese, un altro ex assistente parlamentare di Panzeri (rinviato a giudizio nel dicembre scorso) ha inviato un sms con scritto “Qatar risolto” seguito dalla frase “il quadriumvirato Cozzolino – Moretti – Arena – Tarabella ha colpito con precisione, attenzione ed efficienza”. Ad eccezione di Moretti, gli altri tre deputati presenti nell’Sms, sono già stati incriminati.

E quelli su Gualmini

Per quanto riguarda i sospetti contro Gualmini, Le Soir ricorda che il suo nome è emerso nel dossier il 15 novembre 2022, all’indomani della famosa audizione con il ministro del Lavoro del Qatar. Quel giorno, Panzeri e Giorgi avevano lottato per bloccare la stesura e la votazione di una potenziale risoluzione dell’Aula sui diritti umani in Qatar. Giorgi avrebbe scambiato con Gualmini una serie di messaggi di testo che sono stati recuperati dagli inquirenti.

La deputata avrebbe detto a Giorgi che “non poteva più esporsi” ma che sarebbe diventata “più aggressiva con il tempo”. Gualmini aveva poi spiegato a Le Soir che durante la discussione aveva poi “deciso di non seguire la linea indicata da alcuni europarlamentari e da Giorgi”, garantendo di essere “intervenuta a favore del dibattito in plenaria”. (fonte europa.today.it)



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