Quando cerchiamo di spiegare come funziona la nostra coscienza, ci appoggiamo a concetti aleatori, legati a qualcosa di spirituale e poco concreto, poco scientifico. La verità, però, è che la nostra coscienza, così come il nostro pensiero, sono generate all’interno di un organo cerebrale (il cervello) che funziona grazie a una serie di stimoli.
Secondo una teoria pubblicata sulla rivista scientifica Scientific American, pone il focus su una questione molto interessante che riguarda la possibilità che i campi elettromagnetici, soprattutto quelli efaptici, siano responsabili del coordinamento della coscienza all’interno del nostro cervello.
Cosa sono e come funzionano i campi efaptici
L’effetto efaptico è un fenomeno neurologico che consiste nell’influenzamento reciproco dei campi magnetici di due neuroni. Secondo questo studio, quindi, i campi elettromagnetici potrebbero colmare la differenza di velocità e spiegare così il funzionamento della nostra coscienza. Sono solo teorie, ovviamente, ma pongono le basi per un pensiero completamente diverso rispetto al solito. Un pensiero quasi rivoluzionario sul tema.
La scienza, così come la natura, non ammettono il vuoto inteso proprio come “mancanza di significato” delle cose. Quando un fenomeno sembra inspiegabile ci sono tantissime teorie che vengono in nostro soccorso per cercare di sopperire a quel vuoto.
In sintesi: non sappiamo perché pensiamo ed esistiamo, ma ci sono diverse teorie che ci possono aiutare a spiegare come funziona biologicamente la nostra coscienza. C’è chi paragona il nostro cervello a una sorta di computer, in cui i neuroni funzionano come transistor. Secondo altri, il nostro cervello non è algoritmico, ma la coscienza ha una qualità quantistica.
La coscienza umana e i campi elettromagnetici
Questa teoria esposta nella rivista Scientific American, dunque, prova ad esplorare il modo in cui la coscienza umana si può spiegare attraverso i campi elettromagnetici cosiddetti efaptici, prodotti cioè dall’interazione dei neuroni all’interno di un campo elettromagnetico. Per semplificare, i campi efaptici sono quelli che permettono all’elettroencefalogramma di rilevare l’attività cerebrale.
Lo dice, in fondo, la parola stessa: efaptico vuol dire “toccare”. Di conseguenza, gli effetti dei campi efaptici derivano dalle interazioni elettriche e magnetiche che alimentano le nostre cellule. Secondo lo studioso di psicologia dell’università di Santa Barbara Tamlyn Hunt «Gli interessanti risultati sperimentali suggeriscono che queste stesse forze giocano un ruolo più importante nel cervello e nella nostra coscienza di quanto si sospettasse».
L’esperimento sull’ippocampo dei topi
Nel 2019 i ricercatori della Case Western Reserve University in Ohio hanno effettuato un esperimento incidendo l’ippocampo di un topo. Nonostante l’incisione, è stato possibile rilevare un’attività in grado di saltare attraverso quel taglio. Questo tipo di attività è possibile solo spiegando l’accoppiamento del campo elettrico. L’effetto si è poi dissipato una volta che le sezioni recise sono state separate da più di 400 micron. Una scoperta davvero sorprendente, una vera e propria rivelazione per i neuroscienziati, che da sempre si occupano di ragionare e studiare i funzionamenti neurologici e cerebrali degli esseri viventi.
Questo effetto elettrico potrebbe, inoltre, spiegare un’altra questione legata alla nostra attuale comprensione della coscienza basata sui neuroni: i normali percorsi di spike sono troppo lenti per spiegare la funzione cognitiva, ma se abbiniamo a questo la velocità di questi campi efaptici, la loro velocità complessiva riesce ad aumentare di circa 5000 volte.
Un campo teorico in via di sviluppo
Come già detto, si tratta di una teoria ancora da sviluppare e approfondire e c’è chiaramente ancora tanto da esplorare. Sia i campi efaptici che altre teorie su cui si basa la coscienza si basano certamente sulla possibilità di effettuare esperimenti. La questione cruciale, però, riguarda sempre l’esperienza soggettiva. In che modo i processi biologici dei nostri neuroni sono in grado di spiegare la percezione umana?
Non è facile rispondere a queste domande: i vuoti di comprensione che spesso sono riempiti dalle ipotesi teoriche alla fine finiscono per essere trasformati in vere e proprie prove, basate su fatti e dati scientifici. Tuttavia, il mistero della coscienza è ancora oggi una delle imprese scientifiche più complicate in assoluto. Lo svelamento del funzionamento del nostro cervello, però, ci aiuta sicuramente a fare luce su questi misteri.
Tradotto da Popular Mechanics
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