BARI – L’Associazione Nazionale Bande da Giro esprime profonda sorpresa e amarezza per la decisione di ridurre drasticamente i fondi destinati al sostegno delle bande pugliesi, uno dei beni immateriali più preziosi della nostra regione.
«Apprendiamo – fanno sapere i vertici dell’associazione – con incredulità e sgomento, da una nota del Consiglio Regionale, che persino la Presidente della Commissione Cultura del Consiglio Regionale, consigliera Lucia Parchitelli, era all’oscuro di questa decisione. Una mancanza di trasparenza che ci lascia perplessi e che pone seri interrogativi sulla volontà politica di valorizzare questo patrimonio, come stabilito con enfasi e cerimonie dalla Legge Regionale n. 10/2023 approvata solo un anno fa.
La Legge n. 10/2023, accolta con entusiasmo dal settore bandistico e dalla comunità culturale pugliese, prevedeva un contributo annuo di 500.000 euro a partire dal 2023. Tuttavia, il finanziamento non solo non è stato erogato per l’anno passato, ma è stato addirittura dimezzato nel nuovo piano triennale, con appena 200.000 euro stanziati per il 2024 e 375.000 euro per il 2025 e il 2026. Tale riduzione non è minimamente in linea con le reali necessità di un settore che rappresenta un’eccellenza della tradizione pugliese.
Come si intende salvaguardare un bene immateriale della Regione Puglia, riconosciuto e celebrato con tanta enfasi, se poi non viene garantito un sostegno economico adeguato? In tempi di difficoltà economiche, comprendiamo le esigenze di bilancio, ma ci chiediamo perché non si possa ripristinare stabilmente il contributo annuo di 500.000 euro a partire dal 2025.
È inevitabile domandarsi che fine farà il prezioso lavoro della Commissione Cultura, oggi presieduta dalla consigliera Parchitelli e precedentemente dal Presidente Donato Metallo, che ha promosso un lungo percorso di ascolto coinvolgendo tutti gli attori principali del mondo bandistico. La legge è il frutto di un processo inclusivo volto a comprendere e risolvere i problemi concreti delle bande pugliesi. Questo impegno rischia ora di essere vanificato da una decisione unilaterale che contraddice la missione stessa della legge.
Non possiamo inoltre ignorare la figura del Maestro Riccardo Muti, illustre cittadino pugliese sostenitore e firmatario della legge volta alla causa bandistica: che figura faremo nei suoi confronti, dopo che si è speso pubblicamente per sostenere una legge che rischia di rimanere una promessa incompiuta?
Questo incredibile dietrofront avvenuto in forma totalmente silenziosa agli addetti ai lavori riporterebbe la situazione di molte bande a quella vissuta durante il periodo Covid costringendole a riporre spartiti e strumenti nelle loro custodie, affossandole definitivamente al suono del “De Profundis” questa volta però suonato dall’ente regionale.
Come Associazione, chiediamo un immediato ripensamento delle autorità politiche e legislative regionali. Riteniamo necessario un impegno concreto per ripristinare il contributo originariamente previsto e garantire un sostegno stabile e adeguato a un settore che rappresenta la storia, l’identità e la cultura della Puglia».
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