(Adnkronos) – E’ in corso la rimozione dello strato superficiale scuro che ricopre l’intera scultura altomedievale del Volto Santo della Cattedrale di San Martino di Lucca, composto da materiali di non particolare pregio quali cere pigmentate sugli incarnati e sui capelli e da nero carbone sulla veste. Liberato da questi depositi, il Volto Santo sta riacquistando la cromia sottostante e che ha mostrato per la maggior parte della sua esistenza, come testimoniato da molte sue raffigurazioni e testimonianze storiche. Lo rendono noto il Comitato promotore del restauro del Volto Santo e il suo Comitato scientifico a due anni di distanza, era infatti il 1° dicembre 2022, dall’inizio del restauro, con la delicata fase di movimentazione dal tempietto del Civitali. Dopo le operazioni di messa in sicurezza dell’opera e di prima pulitura superficiale, all’interno del laboratorio allestito nel transetto nord della Cattedrale, è cominciata un’approfondita campagna diagnostica realizzata in collaborazione con l’Opificio delle pietre dure (Opd) di Firenze, gli istituti di ricerca di Bioeconomia del Cnr, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, l’Istituto di Fisica Applicata ‘Nello Carrara’ del Cnr di Firenze e l’Università di Pisa. La campagna ha permesso di conoscere i materiali costruttivi della scultura, le tecniche esecutive, il meccanismo di ancoraggio del crocifisso sulla croce, gli interventi di restauro antichi e ha consentito di individuare gli strati pittorici che si sono sovrapposti nel corso del tempo, in gran parte sconosciuti, offrendo strumenti per intraprendere un restauro consapevole, metodologicamente avvertito e quanto più possibile sicuro. Grazie a questi dati si è potuto procedere alla separazione del Cristo dalla Croce, mantenendo intatti i perni originali, così da permettere il restauro anche del retro del crocifisso e delle parti della croce prima inaccessibili. La rimozione dello strato scuro sta facendo riscoprire la preziosa immagine, la ricchezza materica che per secoli ha caratterizzato l’iconografia del Cristo che trionfa sulla morte. La veste sta ritrovando la tonalità blu scura ottenuta con il prezioso lapislazzuli e le dorature a foglia d’oro che ornavano le maniche, lo scollo e il bordo della veste; gli incarnati si ripresenteranno di color ‘carnicino’ e i capelli e barba riacquisteranno la precedente colorazione più chiara e vibrante di striature. La rimozione dello strato superficiale scuro permetterà infine di riapprezzare la finezza del modellato. Sulla croce la rimozione dello strato nero sarà seguita da quella del livello successivo realizzato in azzurrite, estremamente lacunoso e fragile. La sua estensione limitata, in considerazione all’importanza dell’opera per la comunità lucchese, ha imposto di rimuovere questo labile strato per riportare alla luce quello sottostante, originario e meglio conservato, più prezioso e resistente. La croce riacquisterà così la decorazione policroma rossa, porpora e blu di lapislazzuli, impreziosita da decorazioni in bianco. Parallelamente, è in corso la progettazione di un sistema di rinforzo degli ancoraggi originali che tengono insieme crocifisso e croce, così da garantire la stabilità dell’opera e facilitarne la ricollocazione nel tempietto, nonché eventuali futuri interventi. Le prossime fasi di restauro, una volta terminata la rimozione dello strato superficiale, saranno il consolidamento delle parti lignee danneggiate o deboli sia della croce che del Cristo, il ritocco pittorico di eventuali piccole lacune, il ricongiungimento di croce e crocifisso tramite i perni originali e il nuovo sistema di rinforzo per concludere con la stesura dei necessari protettivi. Nonostante la delicatezza delle operazioni, lo sforzo collettivo della restauratrice Francesca Spagnoli con i tecnici Opd (Chiara de Felice, in forza al settore Sculture lignee e i professionisti del reparto supporti lignei del Settore Dipinti diretti entrambi da Sandra Rossi) in collaborazione con l’Ente Chiesa Cattedrale di San Martino e la Soprintendenza, con il funzionario Ilaria Boncompagni è finalizzato a rendere il Volto Santo pienamente visibile entro settembre 2025. La rimozione del pannellato ligneo dietro la scultura durante le operazioni preliminari al suo spostamento dal tempietto al laboratorio di restauro ha rivelato la presenza di lacerti di pittura murale sulla parete interna della cappella realizzata dal Civitali per il Volto Santo. In parallelo al restauro del venerato crocifisso, è partito così quello dei nuovi lacerti ma anche delle volte dipinte del tempietto. G li interventi sulle pitture murali frammentarie sono oggetto di una tesi di diploma della scuola di Alta Formazione e Studio dell’Opd (allieva Giorgia Uraghi sotto il coordinamento scientifico di Sara Penoni del Settore Pitture Murali dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, diretto da Renata Pintus), quelli sulle altre superfici dipinte a Co.re Conservazione e Restauro di Carolina Cannizzaro e all’Atelier del Mal D’Estro di Andrea Pierotti e Cristiana Franceschini con Massimo Moretti per le parti lapide interne. Anche il Nimbo, il semicerchio attributo fondamentale dell’iconografia del Volto Santo, è in corso di restauro da parte del settore Oreficeria dell’Opificio delle Pietre Dure, diretto da Riccardo Gennaioli, mentre gli angeli del Passaglia che affiancavano la croce e la colomba saranno restaurati da Sveta Gennai. Le operazioni di restauro del Tempietto sono cofinanziate dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e dall’Opera del Duomo di Lucca, per far sì che il Volto Santo dopo il restauro possa essere degnamente ricollocato nella cappella che per secoli lo ha conservato. —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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