Le recenti elezioni tedesche hanno registrato un significativo incremento dei voti dei partiti populisti. Alternative für Deutschland (AfD) ha raccolto nel secondo voto ben 10.327.148 voti, pari al 20,8 %, mentre il partito di Sahra Wagenknecht (BSW) ha attratto 2.468.670 elettori, pari al 4,97%, mancando di un soffio l’ingresso in Parlamento. Sommando le percentuali dei due partiti risulta che un quarto degli elettori tedeschi ha scelto partiti populisti, manifestando una evidente insoddisfazione verso il sistema politico e i partiti tradizionali.
Tuttavia i due bacini di voti presentano differenze significative, non solo riconducibili alla diversa matrice populista – di destra AfD, di sinistra BSW –, ma anche alle caratteristiche del proprio orientamento politico. Nel caso di AfD non vi è una differenza significativa fra il primo voto assegnato al candidato di un partito (10.175.438 voti) e il secondo voto dato al partito per l’attribuzione proporzionale dei seggi (10.327.148 voti). L’elettorato del partito di estrema destra sembra dunque sostanzialmente compatto e, con ogni probabilità, più difficile da riconquistare. Per BSW il discorso è diverso: solo 299.226 elettori hanno assegnato il primo voto al partito. Le prime analisi sui flussi elettorali relative al secondo voto indicano che AfD ha raccolto più di un milione e 800 mila voti dall’area del non voto (pari a quasi la metà di chi è tornato a votare), poco più di un milione da Cdu/Csu, quasi 900 mila dai liberali, un po’ più di 700 mila dalla Spd e solo circa 100 mila dalla Linke. Il partito di Wagenknecht ha attratto pochi elettori dall’estrema destra (60 mila), di più dall’area di chi non aveva votato in precedenza (400 mila) e quasi 800 mila da Spd e Linke.
Afd resta la forza politica maggiormente in grado di attrarre i cittadini insoddisfatti, soprattutto nell’area conservatrice e tra i giovani maschi
Afd resta dunque la forza politica maggiormente in grado di attrarre i cittadini insoddisfatti, soprattutto nell’area conservatrice. Colpisce inoltre il successo tra i giovani maschi e gli adulti giovani, anche se il gender gap maschile a favore dell’estrema destra è più limitato rispetto a quanto la letteratura politologica aveva finora dimostrato: il 24% degli uomini vota AfD contro il 18% delle donne, con tassi di crescita analoghi. Una seconda considerazione riguarda il voto giovanile. In questa fascia di età (18-24 anni) il consenso si è diviso tra il 21% per AfD, il 6% per BSW e il 26% per la Linke. Nella fascia di età 30-44 anni la percentuale di elettori per l’estrema destra sale al 26%. Risultati che indicano una polarizzazione almeno in parte generazionale dell’elettorato.
Il successo di AfD viene in genere ricondotto all’insoddisfazione dei cittadini dei Länder orientali. Indubbiamente il malcontento diffuso in quelle regioni è stata la base del successo del partito, come dimostrano le percentuali ottenute in quelle zone: nell’insieme dei Länder orientali (senza Berlino) il partito ha raccolto il 34,5% dei voti, con punte del 38% in Turingia. In queste regioni il partito potrebbe dunque coltivare qualche speranza di governare in futuro a livello locale, se la crescita di voti proseguisse e il cordone sanitario eretto dai partiti tradizionali si dovesse indebolire. Le cause di questa insoddisfazione – che sono comuni a BSW – sono riconducibili al malcontento di una parte della popolazione dell’Est rispetto alle modalità di unificazione, alla preoccupazione per le migrazioni e all’assenza di una cultura solidamente democratica in quelle zone. Su quest’ultimo punto insiste lo storico Ilko Sascha-Kovalczuk che, anche in una recente intervista al “Tagesspiegel”, ha ricordato come la memoria della dittatura sia elaborata dai giovani attraverso la mediazione dei familiari cresciuti nella Ddr. In effetti i partiti tradizionali hanno sempre faticato a radicarsi nelle regioni dell’Est e a costruire una pedagogia democratica efficace.
I dati economici offrono invece un quadro variegato: non indicano i nuovi Länder come regioni in crisi, ma segnalano il persistere di problemi strutturali. Le regioni orientali continuano a crescere quanto a reddito, seguendo la tendenza delle regioni occidentali, eppure occupano gli ultimi posti nelle classifiche di reddito, con una differenza di circa il 20% tra le due parti della Germania. Molti giovani si sono dunque spostati nelle regioni occidentali, alla ricerca di retribuzioni e qualità di vita migliori, con la conseguenza di un vero e proprio brain drain verso Ovest. Nelle regioni orientali si è così stratificata una cesura tra gruppi di popolazione – in genere urbani – più dinamici e aperti all’innovazione e gruppi che hanno tratto meno profitto dalle trasformazioni e che sono diventati il bacino di voti di AfD. Il tema delle migrazioni resta centrale, e più spesso rappresenta un timore di perdita identitaria più che un problema reale, dal momento che le zone a Est in cui AfD è molto votata non mostrano una correlazione forte con la densità dei migranti. Ma certamente l’aumento significativo delle migrazioni ha messo sotto pressione i comuni che devono gestirne poi concretamente i flussi e ha alimentato le paure di una perdita identitaria.
Tuttavia i risultati delle ultime elezioni indicano un quadro in parte diverso e per certi aspetti più preoccupante. Sarebbe infatti fuorviante classificare l’ascesa di AfD esclusivamente come un fenomeno circoscritto a Est. A differenza di quanto accadde nelle precedenti elezioni, oggi meno di un terzo dei consensi raccolti dal partito proviene dalle regioni orientali, mentre due terzi sono stati raccolti a Ovest. Nelle regioni più ricche della Germania il partito di estrema destra è cresciuto in maniera significativa: in Baden, ha raddoppiato i suoi consensi arrivando al 19,7%, in Baviera è salita di 10 punti raccogliendo il 19%. Solo ad Amburgo, città-Land, dove peraltro il 2 marzo si è votato per il rinnovo del governo, il partito si è fermato al 10% – conquistando comunque un risultato due volte più favorevole rispetto al 2021. In quasi tutti gli altri Länder il partito ha raddoppiato i suoi voti, con percentuali oscillanti tra il 15,1% di Brema e il 21,6% del Saarland.
AfD sta perdendo il carattere di partito regionale dell’Est che ne aveva caratterizzato la crescita inizialmente, e che sembrava costituire un limite alla sua espansione
AfD sta dunque perdendo il carattere di partito regionale dell’Est che ne aveva caratterizzato la crescita inizialmente, e che sembrava costituire un limite alla sua espansione. L’argomento cardine di questa interpretazione si basava sull’evidente contraddizione tra la critica alle modalità di unificazione – la cui colpa era attribuita alle élite occidentali – e la possibilità di attrarre elettori a Ovest. Le elezioni sembrano indicare un cambiamento di orizzonte: secondo i sondaggi, migrazioni, sicurezza e situazione economica sono le preoccupazioni prioritarie degli elettori di AfD, con percentuali superiori al totale della popolazione, e tali preoccupazioni sono condivise anche nei Länder occidentali.
Se si guarda la composizione sociale dell’elettorato, a votare per AfD sono il 38% degli operai, il 34% dei disoccupati, il 21% degli impiegati e dei lavoratori autonomi. Solo i pensionati sono meno propensi a votare l’estrema destra. La maggior parte degli elettori di AfD sembra inoltre dare più importanza al programma rispetto ai candidati, e questo forse può spiegare come mai non siano respinti dalla presenza di candidati che a volte manifestano simpatie verso il passato nazionalsocialista. Ciò però significa anche che sarebbe un errore cercare di contrastare AfD solo sul piano dei valori, senza tenere in conto il malcontento legato a fattori strutturali.
In conclusione, da queste elezioni risulta confermato che AfD ha le sue roccaforti nelle regioni orientali, ma anche che il partito appare ora in grado di presentarsi come un partito nazionale con una penetrazione significativa a Ovest, e non solo tra gli strati sociali che si sentono più penalizzati dalle trasformazioni dell’economia e della società (benché queste categorie rimangano lo zoccolo duro del sostegno al partito). Al momento però non appare all’orizzonte alcuna possibilità di un suo ingresso nel governo, soprattutto se il cordone sanitario costruito attorno al partito riuscirà a reggere e se il nuovo governo sarà in grado di trovare soluzioni ai problemi del Paese che possano riconquistare almeno gli elettori delusi dal sistema politico, senza mettere in discussione i valori su cui si è costituita la democrazia tedesca nel Dopoguerra.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link