R Marine Group, cantiere storico di Reggio Calabria, che svolge al sua attività da oltre 40 anni sul molo di ponente di Reggio Calabria rivestendo anche un’importanza strategica a livello locale, rischia di interrompersi per un lungo periodo.
Il cantiere, come spiega a SUPER YACHT 24 Federico Rosmini, amministratore unico del R Marine Group, ex Cantiere Nautico Reggio S.a.s., dovrà lasciare il 31 marzo prossimo l’area su cui è situato per lasciare spazio alla realizzazione del nuovo Museo del Mare di Zaha Hadid, ma, dopo quasi tre anni dalla firma del protocollo di intesa avvenuta nel luglio 2022 tra gli enti preposti, Comune e AdSP – firma tra l’altro preceduta alcuni mesi prima da una richiesta di informazioni da parte di R Marine Group al Comune, rimasta senza risposta – , la nuova area destinata al trasferimento dell’attività , che doveva essere messa a disposizione per tempo dal Comune di Reggio Calabria, è stata individuata, ma risulta non utilizzabile e non sarà disponibile perlomeno per un anno e mezzo.
“Il protocollo d’intesa stabilisce chiaramente l’obbligo di tutelare le attività economiche e industriali presenti nell’area destinata al nuovo progetto – prosegue Rosmini -, nonché la loro ricollocazione in altre zone del Comune. A ottobre 2022 presentammo una manifestazione di interesse per un’area più ampia, ma non ricevemmo alcuna risposta dal Comune. Solo a febbraio 2023, ci venne chiesto di discutere la rilocalizzazione del nostro cantiere, ma nel mese successivo – coincidente con la scadenza della nostra concessione demaniale – questa ci fu revocata dall’Adsp, a seguito della richiesta delle aree all’ente portuale da parte del Comune.
L’Adsp non ha tenuto conto dell’obbligo previsto dal protocollo di vigilare sull’operato del Comune, né della proroga di due anni per le concessioni demaniali, stabilita a causa della pandemia di Covid-19, che avrebbe esteso la nostra scadenza al 31 marzo prossimo. Dopo aver intrapreso azioni legali, abbiamo ottenuto dal Tar una regolare proroga della concessione, che ha inoltre riconosciuto la nostra attività come utile e indispensabile per il territorio. Il Tar ha anche imposto al Comune di identificare nuove aree per la nostra delocalizzazione, concependo il trasferimento senza la necessità di bandi o manifestazioni di interesse”.
Da quel momento, R Marine Group ha cercato ripetutamente di dialogare con l’amministrazione comunale per sottolineare l’importanza della sua attività , che opera su oltre 7100 metri quadrati e gestisce imbarcazioni fino a 25 metri, intervenendo anche in situazioni di emergenza: “siamo coinvolti non solo nel diporto, ma anche nel supporto alle motovedette della Capitaneria di Porto, comprese quelle dedicate al soccorso dei migranti (le Cp 300). Il Tar ha riconosciuto il nostro servizio come essenziale” dichiara l’amministratore.
L’azienda ha investito risorse proprie per studi che identificassero potenziali siti di ricollocazione, ma senza mai ricevere risposte. Ha quindi richiesto l’ottemperanza del parere del Tar. A questo punto, il Comune ha richiesto l’intervento del Consiglio di Stato per revocare la concessione. “Se da un lato possiamo considerare giusta la revoca – continua Rosmini – poiché prevista dal Codice della Navigazione per tutelare la pubblica amministrazione, dall’altro è importante sottolineare che, come riconosciuto dal TAR, alla base di questa decisione c’è un protocollo d’intesa. In particolare, il punto 3, comma e), stabilisce chiaramente l’obbligo del Comune di rilocalizzare le attività economiche industriali presenti nell’area interessata, garantendo così una rapida conclusione delle attività funzionali.”
Il Comune ha quindi proposto tre siti al cantiere, ma, a causa di limitazioni o indisponibilità di due di essi, resta in lizza solo l’area di Pentimele. Secondo la società specializzata Interprogetti di Roma, che si occupa di progettazioni portuali e simili, quest’area necessiterà di circa un anno e mezzo di lavori per essere adeguata alle esigenze del cantiere. Attualmente, Pentimele si presenta come un promontorio di 12 metri, formato da rifiuti, alcuni dei quali altamente inquinanti, accumulati nel tempo a causa di un controllo inadeguato. Per rendere l’area operativa, sarà necessario riportarla a circa 3 metri sul livello del mare, così da consentire l’uso di un travel lift.
“La bonifica è una responsabilità del Comune di Reggio Calabria, che ha assicurato si occuperà della questione,” afferma Rosmini. “Nel frattempo, attendiamo l’ordinanza del Consiglio di Stato, che fornirà ulteriori chiarimenti sulla situazione. Sono fiducioso: considerando tutto ciò che è avvenuto, ritengo inaccettabile tornare indietro, soprattutto dopo una sentenza che già ordinava con urgenza la ricollocazione della nostra azienda.”
La società attualmente impiega 15 persone ed era in procinto di assumerne altre sette, nei suoi obiettivi c’è quello di diventare un polo ricettivo importante per yacht al Sud e lavorare su yacht fino a 45-50 metri, per questo ha in programma l’acquisto di un travel lift di 180 Ton. Ora rischia di dover sospendere le proprie attività , perdendo così il valore dell’avviamento aziendale, con la possibilità di riprendere il lavoro solo in un futuro incerto. “Ma non è solo questo” sottolinea Rosmini “oltre alle spese sostenute per pratiche legali e perizie tecniche, abbiamo perso un bando comunale per la transizione energetica del cantiere, e con la revoca della concessione, nessuno ha più potuto darci credito. Abbiamo anche perso l’opportunità del credito d’imposta Zes per il 2024 e non sappiamo se riusciremo a sfruttare quello del 2025.”
Rosmini evidenzia anche che “non siamo mai stati contrari alla realizzazione del Museo del Mare, un progetto che consideriamo fondamentale per il territorio. Abbiamo sempre consentito, nonostante le complessità legali, l’ingresso di ditte terze per i sondaggi necessari al cronoprogramma dell’opera per il Comune. E’ però cruciale che l’amministrazione comunale riconosca l’importanza della nostra attività , consentendo così la sua operatività nei modi e nei tempi appropriati”.
C.G.
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