Approvato il Decreto Salva Casa.
Mercoledì scorso l’Aula del Consiglio regionale della Sardegna ha approvato un Ordine del giorno sul Decreto Salva Casa, firmato da tutti i capigruppo, volto a promuovere l’adeguamento alla normativa nazionale. L’Odg unisce due mozioni, la prima di Fratelli d’Italia (FdI) e l’altra dei Riformatori, impegnando la Giunta regionale ad agire con urgenza.
Antonello Floris, primo firmatario della mozione di FdI, ha sottolineato che si tratta di una misura molto attesa in Sardegna, finalizzata a sanare piccole difformità e riqualificare il patrimonio edilizio esistente. Il consigliere ha precisato che non si tratta di un condono, ma di un intervento volto a regolarizzare gli immobili costruiti con concessione edilizia regolare dopo la Seconda Guerra Mondiale. Attualmente, ha spiegato, esiste molta confusione, e sia i proprietari che i Comuni sono incerti su quale normativa seguire.
“Questa legge, che rappresenta una vera svolta nel settore edilizio e urbanistico, introduce una serie di novità che mirano a semplificare e rendere più efficienti i processi legati alla gestione del territorio e allo sviluppo edilizio – ha affermato la consigliera Francesca Masala (FdI) nel corso del suo intervento -. Tra le principali innovazioni, vorrei sottolineare la riduzione delle superfici minime per i micro-appartamenti e il recupero dei sottotetti. Questi interventi non solo permettono di ottimizzare l’uso dello spazio urbano, ma rispondono anche a una crescente domanda abitativa, soprattutto da parte di giovani e famiglie con esigenze diverse rispetto al passato. Inoltre, le nuove norme che semplificano i cambi di destinazione d’uso e le regole per i condomini aprono la strada a una gestione più snella e flessibile delle proprietà, con un impatto significativo sulla riqualificazione urbana, specialmente nei nostri centri storici. Questo quadro normativo agevola il recupero di edifici disabitati o sottoutilizzati, permettendo di restituire vita a case che da tempo versano in condizioni di abbandono. Questi immobili, che spesso rappresentano una parte fondamentale del patrimonio storico e architettonico delle nostre comunità, possono essere ristrutturati e convertiti in soluzioni abitative moderne, sostenibili e funzionali”.
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