Truffe online, riciclaggio di denaro e conti correnti svuotati, depositate le motivazioni con le quali la Cassazione ha confermato gli arresti domiciliari per un 24enne di Torre del Greco, coinvolto in un’inchiesta della procura di Salerno (condotta dal Centro operativo per la Sicurezza Cibernetica di Bologna) che svelò, lo scorso dicembre, un vasto e sofisticato sistema di truffe e riciclaggio, con implicazioni su scala nazionale. Diversi i salernitani coinvolti. Nel caso di specie, l’indagato residente nella provincia di Napoli, era accusato di aver ricevuto – tra giugno e luglio 2020 – su di una carta Postepay a lui intestata almeno quattro bonifici. Gli importi erano di 910 euro, 6000 euro, 7900 euro e 11mila euro. Soldi ritenuti provento di una truffa informatica a danno di altrettante persone.
Le motivazioni dei giudici
L’indagato aveva fatto ricorso in Cassazione, dopo che il Riesame aveva accolto l’appello della procura, sostenendo vizi di motivazione. In particolare, in relazione all’associare l’attuale indagato al soggetto intestatario e concreto utilizzatore della carta sulla quale era confluito il denaro. Per i giudici, tuttavia, l’ndagato era anche intestatario ed utilizzatore di quella carta. “Il denaro fraudolentemente sottratto – si legge – dai conti correnti era stato dapprima trasferito su un conto estero, poi in gran parte bonificato sulla carta Postepay di cui sopra riferibile appunto all’indagato, il quale lo aveva poi personalmente prelevato per contanti presso più uffici postali della provincia di Salerno (in relazione a tale specifico profilo si valorizzava la relazione tecnica del servizio antifrode di Poste italiano attestante che la monetizzazione era avvenuta previa identificazione della persona fisica)”. Da qui la contestazione di riciclaggio del Tribunale del riesame di Salerno, in quanto la provenienza illecita del denaro era stata “occultata, mediante la successiva celere attivazione presso differenti uffici postali allo scopo di monetizzare quanto ricevuto”.
Come funzionavano le truffe
Dalle indagini, emerse che la vittima predestinata riceveva un sms contenente il link che conduceva ad una pagina del tutto simile all’interfaccia grafica di accesso al servizio di home baking, nella quale era richiesto l’inserimento delle proprie credenziali. Completato il passaggio, la vittima veniva ricontattato da un’utenza, anch’essa apparentemente riconducibile a quella realmente utilizzata dell’istituto di credito e le veniva richiesto di fornire la password generata dall’applicazione installata sul proprio telefono. Fornito questo dato, il frodato veniva invitato a disinstallare la propria applicazione, consentendo ai truffatori l'” “enrollement” – iscrizione – di un nuovo dispositivo, ovvero l’associazione dell’app al telefono nelle disponibilità dell’indagato. A questo punto, ottenuto l’accesso all’Home Baking della vittima tramite i dati forniti dalla stessa, il gruppo riusciva ad effettuare i bonifici. Il riesame aveva disposto misure cautelari – accogliendo parzialmente l’appello della procura di Salerno – per sei persone (ai domiciliari), insieme a quattro obblighi di presentazione alla p.g. Gli indagati risiedono nella provincia di Salerno. I primi arresti, invece, risalgono allo scorso aprile.
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