Comunicato stampa | Elezioni in Germania: perché il futuro dell’Europa passa da Berlino


(AGENPARL) – Roma, 6 Marzo 2025

(AGENPARL) – gio 06 marzo 2025 Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui
Elezioni in Germania: perché il futuro dell’Europa passa da Berlino
Alla Luiss, l’evento organizzato dal CISE, Centro Italiano Studi elettorali, sul nuovo governo tedesco. Difesa comune, intesa con Macron e superamento del pareggio di bilancio al centro dell’agenda di Merz, prossimo Cancelliere
Roma, 6 marzo 2025 – Il Centro Italiano Studi elettorali della Luiss (CISE) ha promosso oggi un confronto sull’esito delle ultime elezioni tedesche, in uno scenario geopolitico complesso, per analizzare le indicazioni del voto tedesco e confrontare le sue implicazioni sia sul piano domestico che su quello internazionale. Dopo l’introduzione di Lorenzo De Sio, Direttore Luiss CISE -Centro Italiano Studi Elettorali, sono intervenuti Sorina Soare, Università di Firenze e Luiss CISE, Michael Braun, Corrispondente da Roma, Die Tageszeitung, Sylvia Kritzinger, Università di Vienna, e Roberto D’Alimonte, Presidente Luiss CISE.
Mai nella Germania riunificata l’affluenza alle urne è stata così elevata. I sondaggi avevano largamente previsto la sconfitta del Cancelliere uscente, il socialista Olaf Scholz (SPD), e la vittoria di Friedrich Merz, leader del partito di centrodestra CDU/CSU. Il futuro Cancelliere è stato a lungo all’opposizione interna di Angela Merkel; chiusa la parentesi lontano dalla politica (manager per un fondo americano), ha guidato i cristiano-democratici su posizioni più conservatrici, nel tentativo di recuperare consensi dal partito di estrema destra AfD – arrivato secondo, superando l’SPD con lo storico risultato del 21% (il doppio rispetto alle elezioni del 2021). Polarizzato il voto dei giovani: la Linke (sinistra) è stata votata da quasi un quarto degli elettori tra i 18-29 anni, seguita proprio da AfD. Il prossimo governo potrebbe nascere già entro Pasqua, con i negoziatori di CDU/CSU e SPD a lavoro per rieditare il formato della “grossa coalizione”, dopo l’esperienza di governo della “coalizione semaforo” – SPD, Verdi (- 3 pp rispetto al 2021) e liberali (responsabili della crisi di governo, non hanno superato la soglia di sbarramento e resteranno fuori dal Bundestag). 
In attesa di entrare in carica, Merz ha già incontrato il Presidente francese Macron. I dossier sul tavolo del motore franco-tedesco passano dalla possibilità che la Germania aderisca alla deterrenza nucleare francese, a nuovi strumenti comuni per finanziare la difesa “made in Europe”. Sul piano nazionale, Merz ha proposto di modificare il vincolo costituzionale del “freno al debito”, che impone di pareggiare entrate e uscite del bilancio federale. Per il futuro della Germania si tratterebbe di una svolta politica e culturale, con la prudenza economica parte integrante dell’immaginario collettivo tedesco – la stessa Cancelliera Merkel ha fatto ricorso alla metafora della “casalinga sveva” negli ultimi vent’anni, come modello positivo di rigore finanziario.  
L’Europa si prepara quindi ad una nuova stagione politica, che potrebbe basarsi sulla rinnovata intesa tra Berlino e Parigi, impegnate a discutere la possibilità di sviluppare nuovi formati di collaborazione nell’ambito della difesa, per compensare la dipendenza strategica da Washington, e come ridurre il divario economico e tecnologico con Stati Uniti e Cina.
Lorenzo De Sio, Direttore CISE, Università Luiss Guido Carli, dichiara:
“Le elezioni tedesche rappresentano, come in Francia, un caso di sfida a un sistema tradizionalmente bipolare, in cui per la seconda volta (dopo la grande coalizione degli ultimi anni) potremmo di nuovo trovarci di fronte a una grande coalizione centrista, con rischi significativi di incertezza decisionale e problemi di scarsa chiarezza del mandato del nuovo governo”.
Sorina Soare Università di Firenze e CISE, aggiunge:
“Le elezioni tedesche hanno messo in evidenza le fragilità del contesto politico e sociale della principale economia europea, offrendo al contempo spunti di riflessione più ampi sulle dinamiche delle democrazie contemporanee. La performance dei partiti challenger, come l’AfD, non può più essere considerata solo un fenomeno elettorale, ma rappresenta un indicatore di tendenze sistemiche: da un lato, l’attrazione esercitata dal modello di democrazia illiberale promosso da Orbán e sempre più riecheggiato anche oltre Atlantico; dall’altro, la necessità di un ripensamento delle agende di politica estera. In sintesi, se da un lato il risultato della CDU/CSU può offrire una temporanea rassicurazione, dall’altro evidenzia le crescenti turbolenze che rendono sempre più imprevedibili le traiettorie dei partiti e delle istituzioni”.
Il comunicato stampa in formato word è disponibile qui.
Per maggiori informazioni
Press Office
LuissLibera Università Internazionale
degli Studi Sociali Guido Carli
Annalisa Pacini
Head of Press Office
Eleonora Giusto
Press Office
Paolo CantorePress Office



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