la doppia vita dello studente, la pista informatica, la sorella gemella, il suicidio programmato





È tuttora avvolta dal mistero lamorte di Andrea Prospero, 19enne di Lanciano (Chieti), trovato senza vita a Perugia, in un monolocale di via del Prospetto, il 29 gennaio scorso, a cinque giorni dalla sua scomparsa, avvenuta nel pomeriggio del 24 gennaio.


Il computer portatile del giovane, che studiava Informatica, che per cinque giorni è rimasto sotto il suo corpo nella camera e che in un primo momento sembrava irreparabilmente danneggiato, è all’esame degli specialisti, nella speranza che si possano ricavare contatti e attività svolte. Sono tanti, troppi i punti oscuri in questa vicenda che però svelano la doppia vita di uno studente apparentemente normale.








La sorella gemella


Grazie a una borsa di studio, Andrea e la sua sorella gemella Anna erano riusciti a ottenere un alloggio e mille euro di sostegno economico all’inizio dell’anno accademico. Anna aveva deciso di investire la somma in un PC, mentre Andrea, iscritto a Informatica, non si sa come avesse speso i suoi soldi. Il pranzo dei gemelli all’università, che si teneva regolarmente nella mensa universitaria, con tavoli e sedie dai colori grigio e verde. Andrea, però, non si concedeva molte distrazioni. In una città giovane, vivace, ricca di eventi, lui viveva praticamente al computer, immerso in un mondo tutto suo, forse per sfuggire alla realtà che lo circondava. 


La sua morte, avvenuta nella mattina di venerdì 24 gennaio per overdose di psicofarmaci e oppioidi, non è stata casuale. La polizia, infatti, ha trovato tracce inquietanti nel luogo del suicidio, che non è il pensionato dove avrebbe dovuto risiedere, ma un appartamento angusto e claustrofobico in via del Prospetto. Un ambiente con tre piccole finestre e tende di plastica al piano terra, che riflette la solitudine e la disperazione del giovane.




Cosa è un Cracker


Il cracker informatico è un vero e proprio cybercriminale. È un esperto di informatica che sfrutta le proprie conoscenze tecniche per danneggiare sistemi altrui, allo scopo di estorcere denaro o di creare un danno.

E per gli invbestigatori Andrea rientrerebbe in questa categoria.


Nel corso delle indagini, condotte dalla Procura di Raffaele Cantone, sono stati trovati cinque cellulari, 60 SIM telefoniche e tre carte di credito, tutti acquistati online. Oggetti che raccontano una storia di connessioni virtuali e di un mondo che Andrea, forse, cercava di esplorare, ma che lo ha travolto. La polizia ora punta a scoprire se dietro questa tragica morte si nascondano istigazioni al suicidio. La rete, con la sua infinita vastità, potrebbe nascondere la chiave per capire cosa sia realmente accaduto.


Il suicidio “programmato”


I Prospero sono una famiglia cattolica di origini modeste, difesa da due avvocati di nome Francesco Mangano e Carlo Pacelli. Sono ben rispettati nella loro comunità. Tuttavia, in Abruzzo, come riporta il Corriere della sera, alcune persone che conoscevano Andrea, uno dei membri della famiglia, preferiscono restare in silenzio, forse per paura o per omertà, evitando di parlare di eventuali complici di Andrea o di pressioni e minacce che potrebbero aver contribuito alla sua decisione di suicidarsi. Ma c’è anche un’altra possibilità: forse Andrea aveva già pianificato il suicidio, riflettendo a lungo sul gesto. Era una persona che non assumeva farmaci nemmeno quando aveva la febbre alta, ma, giorni prima della sua morte, aveva studiato con grande attenzione gli psicofarmaci e gli oppioidi, cercando informazioni sugli effetti devastanti di una combinazione di questi, che può deprimere il sistema nervoso centrale e, in casi estremi, causare la morte.


L’ultima scena tragica lo ritrae seduto sul letto, vestito e con le scarpe ancora indossate, in una posizione innaturale, come se fosse stato colto da un malore. Accanto a lui, sul comodino, ci sono flaconi di medicinali e droghe. Andrea doveva lasciare l’appartamento alla fine di gennaio, perché il contratto di affitto con una piattaforma di locazione stava per scadere, ma aveva deciso di prolungarlo per tutto il mese di febbraio, fino all’esame che avrebbe sostenuto. Forse, anche se aveva promesso alla sua famiglia di essere preparato per l’esame e di studiare con impegno stava mentendo. Mentiva ancora una volta, come già accaduto in passato.




Ultimo aggiornamento: Venerdì 7 Marzo 2025, 12:44



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