Risulta ancora sul mercato la casa romana di Raffaella Carrà, un mega appartamento di 450 mq situato in zona Vigna Clara-Vigna Stelluti, quartiere noto anche come la “Hollywood della Capitale” proprio in riferimento ai tanti personaggi dello spettacolo che ci abitano. Quella che è stata l’ultima residenza dell’indimenticabile artista è stata messa in vendita qualche mese dopo la sua scomparsa avvenuta il 5 luglio 2021, ma ancora non ci sono acquirenti. L’appartamento di extra lusso, comprensivo – tra le tante dotazioni – di nove le camere da letto con altrettanti bagni per quel che riguarda la zona notte e di cinque vani con altri tre bagni per la zona notte, palestra e sala trucco, sauna e piscina, è in vendita per 2.100.000 €.
In vendita l’appartamento di Raffaella Carrà a Roma con piscina e terrazza
“Ecco perché non si riesce a vendere”
Sul dettaglio ha detto la sua Giancarlo Magalli che a Raffaella Carrà è stato legato a lungo da un rapporto lavorativo e anche di profonda amicizia: in quello stesso condominio, infatti, il conduttore ci ha vissuto per anni, decidendo poi di vendere lui stesso la sua casa alla collega. Sul motivo per cui la casa di Raffaella non sia stata ancora acquistata, Magalli ha affermato: “Quella casa è un treno, ecco perché non si riesce a vendere. Sono quattro appartamenti tutti in fila, è come abitare su un Frecciarossa: uno degli appartamenti era mio, prima glielo affittai poi glielo vendetti”.
“Difficile trovare oggi una come Raffaella”
Il racconto di Magalli è arrivato in occasione della presentazione, alla Fiera nazionale della piccola e media imprenditoria ‘Più libri più liberi’, del volume dedicato a Raffaella Carrà, edito da Treccani e curato da Caterina Rita, collaboratrice storica della ‘Raffa nazionale’. “Raffaella era atipica, oggi trovare un’altra che faccia tutto quello che ha fatto lei è difficile”, ha spiegato il conduttore ad Adnkronos: “Ci sono bravi cantanti, brave ballerine però Raffaella sorprese tutti dimostrando di saper fare le interviste. A Raffaella venivano in mente le domande che avrebbe fatto il pubblico, anche se gli autori non gliele avevano scritte: nessuno se lo aspettava, io per primo”.
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