Segnalato il rappresentante legale di una società del settore calzaturiero
Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Fermo, nell’ambito della lotta agli illeciti in materia di spesa pubblica, hanno portato a termine un intervento finalizzato alla verifica dei requisiti previsti per la richiesta di erogazioni pubbliche, nonché delle connesse modalità di impiego e destinazione delle risorse.
L’articolata attività ispettiva, avviata dal Nucleo di Polizia Economica Finanziaria di Fermo, ha permesso di rilevare che il rappresentante legale di una società operante nel settore calzaturiero, attraverso artifizi e raggiri, consistiti nella redazione e successivo utilizzo di bilanci falsi e dichiarazioni annuali ai fini dell’IVA redatti ad hoc, ha posto in essere una truffa aggravata ai danni dello Stato per il conseguimento di erogazioni pubbliche, finanziate dall’Unione Europea, al fine di percepire un finanziamento a tasso agevolato ed un cofinanziamento a fondo perduto per un importo totale di 300mila euro.
Le risorse in argomento, erogate dall’Unione Europea e destinate alla “transizione digitale ed ecologica” delle imprese (onde favorirne la sostenibilità e la competitività sui mercati internazionali), rientrano nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, strumento che, come noto, traccia gli obiettivi che l’Italia intende realizzare grazie all’utilizzo dei fondi europei di Next Generation EU (varato dalla U.E. per stimolare la ripresa e riparare i danni economici e sociali causati dalla pandemia di COVID-19) e prevede un insieme integrato di investimenti e riforme orientato a migliorare l’equità, l’efficienza e la competitività del Paese, a favorire l’attrazione degli investimenti e, in generale, ad accrescere la fiducia di cittadini e imprese, contemplando incentivi ad aziende e cittadini anche sotto forma di crediti d’imposta.
Le attività ispettive, svolte in collaborazione anche con il soggetto attuatore dell’investimento, la SIMEST S.P.A. (finanziaria del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, S.p.a. controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze) si sono concluse con la segnalazione del rappresentante legale della società alla locale Procura della Repubblica per i reati di cui all’art. 640-bis del codice penale “Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche” e all’art. 2621 del codice civile “False comunicazioni sociali”.
L’attività in parola ha permesso alla SIMEST, società erogatrice del finanziamento, di emettere apposito atto di risoluzione del contratto bloccando l’erogazione della seconda tranche, indebitamente richiesta e non ancora percepita, di 150mila euro.
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