10 paesi concentrano il 69% del debito estero totale


Il report della banca africana evidenzia una concentrazione significativa dell’indebitamento. Sudafrica, Egitto e Nigeria guidano la classifica. Gli obblighi finanziari con l’estero sono influenzati da esigenze di sviluppo, mercati limitati e alti tassi di interesse. Tra le strategie proposte per gestire il debito, ci sono la promozione di politiche fiscali solide e riforme finanziarie globali

Il rapporto di Afreximbank Research, pubblicato a fine febbraio e intitolato African Debt Outlook: A Ray of Optimism, evidenzia le sfide e le opportunità che le nazioni africane devono affrontare nella gestione del loro debito.

Nella prima metà del 2024, 10 nazioni africane costituivano il 69% del debito estero totale del continente, in aumento rispetto al 67% del 2023.

I primi dieci paesi

Al primo posto il Sudafrica (14%), poi l’Egitto (13%), la Nigeria (8%) il Marocco e Mozambico (6%), l’Angola (5%), il Kenya e il Ghana (4%), la Costa d’Avorio (3%) e il Senegal (3%).

Il rapporto evidenzia come il rapporto debito/Pil aggregato è aumentato di 39,3 punti percentuali dopo la crisi finanziaria mondiale del 2008, raggiungendo il 71,7% del Pil.

1,16 trilioni di dollari di debito

Dal 2008, il debito estero dei paesi africani è aumentato in modo significativo, raggiungendo circa 1,16 trilioni di dollari e rappresentando il 60% del debito pubblico totale della regione a partire dal 2023. «Le proiezioni indicano che potenzialmente raggiungerà 1,29 trilioni di dollari entro il 2028» si legge nel rapporto.

Una tendenza, scrivono gli autori del report, che «è determinata dalle crescenti esigenze di finanziamento del continente, dovute in gran parte alle pressioni della crescita demografica».

Paesi a rischio insolvenza

Il rapporto elenca poi i paesi, senza accesso al mercato, a rischio moderato di insolvenza: Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Guinea, Lesotho, Madagascar, Mali, Mauritania, Niger, Ruanda, Senegal, Tanzania e Uganda

Quelli a rischio di insolvenza: Ghana, Malawi, Mozambico, Congo, São Tomé e Príncipe, Somalia, Sudan, Zambia e Zimbabwe.

Quelli ad alto rischio di insolvenza: Burundi, Capo Verde, Camerun, Repubblica Centrafricana, Ciad, Comore, Gibuti, Etiopia, Gambia, Gabon, Guinea-Bissau, Kenya, Liberia, Mauritius, Sierra Leone, Sud Sudan Guinea Equatoriale, Togo e Tunisia.

Poi ci sono paesi con accesso al mercato con rischio sovrano elevato: Egitto e Angola.

Il rischio di insolvenza si riferisce a paesi che sono già in una situazione finanziaria precaria e hanno difficoltà ad accedere ai finanziamenti. Mentre il rischio sovrano elevato si riferisce a paesi che, pur avendo accesso ai mercati, presentano comunque un rischio significativo di difficoltà finanziarie.

Dati per aree regionali

In generale, si prevede che il debito diminuisca dal 69,9% del 2024 al 61,7% nel 2028.

Tuttavia, l’Africa meridionale è un’eccezione, con un aumento previsto del debito dal 71,6% del Pil nel 2024 al 77,4% nel 2028.

Il Nordafrica, invece, dovrebbe registrare un calo significativo del rapporto debito/Pil, dall’84,2% nel 2024 al 69,5% nel 2028.

Le ragioni dell’indebitamento

La ricerca Afreximbank getta luce anche sui problemi più ampi che hanno contribuito al crescente onere del debito in Africa. Questi includono lo sviluppo delle infrastrutture, l’assistenza sanitaria e i costi dell’istruzione nei mercati emergenti, che spesso necessitano di finanziamenti estesi tramite prestiti e altri strumenti di debito.

Le ragioni di livelli elevati di debito estero, si devono «principalmente allo sviluppo limitato dei mercati finanziari nazionali e agli alti tassi di interesse. La crescente domanda di valuta estera per finanziare le importazioni ha ulteriormente esacerbato l’indebitamento estero, alimentato dalla dipendenza dagli aiuti, dai prestiti agevolati da istituzioni multilaterali e dai tassi competitivi offerti dai creditori privati».

Cosa raccomanda Afreximbank

La banca propone alcune raccomandazioni ai paesi africani su come superare la tempesta. «L’Africa sta navigando in un ambiente debitorio complesso, ma la marea può essere invertita attraverso politiche mirate e attuabili. I decisori politici devono dare priorità a misure fiscali robuste, impegnarsi strategicamente con iniziative di riduzione del debito, promuovere una crescita a lungo termine e sostenere riforme all’architettura finanziaria globale».

Afreximbank conclude che il debito africano potrebbe stabilizzarsi a medio termine, guidato da venti macroeconomici favorevoli, tassi di interesse ridotti e un migliore accesso ai mercati dei capitali.

Ma è un auspicio.





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