Puoi tenere la Naspi e lavorare, ma quanto perdi sull’assegno? Solo in questi casi conviene davvero


La Naspi, acronimo di Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, è un supporto fondamentale per i lavoratori disoccupati in Italia.

Molti si interrogano sulla possibilità di lavorare mentre si percepisce l’indennità di disoccupazione. La risposta non è semplice e richiede un’esplorazione attenta delle normative vigenti e delle situazioni specifiche.

È importante sottolineare che, in generale, la Naspi non è compatibile con tutte le forme di lavoro. Accettando un’offerta di lavoro, l’indennità di disoccupazione non viene mantenuta integralmente. In effetti, l’importo della Naspi viene ridotto in base al reddito percepito dall’attività lavorativa svolta. Questo aspetto è cruciale, poiché potrebbe influenzare la decisione di accettare un lavoro, specialmente se il compenso offerto è inferiore all’importo della Naspi.

Riduzione della Naspi in caso di lavoro

Esistono diversi scenari in cui la Naspi viene ridotta a seguito di un’attività lavorativa:

  1. Lavoro autonomo: Un disoccupato che avvia un’attività in proprio, come aprire una Partita IVA, può continuare a ricevere la Naspi, ma solo se il reddito annuo non supera i 5.500 euro nel 2025. In questo caso, l’indennità sarà ridotta dell’80% del reddito generato, rapportato al periodo di tempo tra l’inizio dell’attività e la fine dell’indennità. È fondamentale comunicare all’INPS l’avvio dell’attività entro un mese e indicare il reddito previsto tramite il modello Naspi-Com. La mancata comunicazione può portare alla decadenza della Naspi.
  2. Contratti part-time: Se un disoccupato ha più rapporti di lavoro part-time e ne cessa uno, ha diritto alla Naspi, purché soddisfi i requisiti richiesti. È obbligatorio comunicare all’INPS il reddito annuo previsto dal contratto rimasto in essere entro un mese dalla domanda di prestazione. La riduzione dell’indennità sarà pari all’80% del reddito previsto. Anche in questo caso, la mancata comunicazione porta alla decadenza della Naspi.
  3. Contratti di lavoro intermittente: Secondo la circolare INPS n. 142 del 2015, esiste un’ulteriore possibilità di riduzione della Naspi in caso di rioccupazione con contratto di lavoro intermittente. Tuttavia, se si viene assunti come dipendenti, il diritto all’indennità non può essere mantenuto. In queste situazioni, la Naspi può essere “congelata” e ripresa se l’attività lavorativa viene cessata, senza necessità di presentare una nuova domanda.
Situazioni di sospensione della Naspi(www.libriamociascuola.it)

Un aspetto rilevante riguarda la sospensione della Naspi. Se un disoccupato accetta un lavoro subordinato di durata non superiore a sei mesi e con un reddito annuo inferiore a 8.500 euro, può sospendere la Naspi, mantenendo il diritto all’indennità senza alcuna decurtazione. È essenziale comunicare all’INPS il reddito annuo previsto. La mancata comunicazione, o un contratto di lavoro di durata superiore a sei mesi o con un reddito superiore a 8.500 euro, porta alla decadenza automatica della Naspi.

Prestazione occasionale e Naspi

Un aspetto interessante è che esiste un’unica eccezione in cui la Naspi è completamente compatibile con l’attività lavorativa: le prestazioni occasionali. In questo caso, il lavoratore può svolgere attività occasionali senza che l’indennità di disoccupazione venga ridotta, a condizione che il compenso annuo non superi i 5.000 euro. Questo consente ai disoccupati di integrare il loro reddito senza compromettere il diritto all’indennità.

In conclusione, gestire la Naspi in relazione a nuove opportunità lavorative è un tema complesso per i disoccupati. È fondamentale informarsi adeguatamente e comprendere le normative per evitare errori che potrebbero portare alla perdita dell’indennità. Rivolgersi a professionisti del settore o consultare direttamente l’INPS è sempre consigliabile per chiarire eventuali dubbi.

Sebbene sia possibile lavorare e percepire la Naspi, è essenziale rispettare condizioni specifiche e limiti. La corretta informazione e la comunicazione tempestiva all’INPS sono cruciali per garantire il mantenimento del diritto all’indennità e per evitare spiacevoli sorprese.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link