Inizia la settimana più intensa per la Legge di Bilancio con molti nodi da sciogliere, tra cui anche tagli Irpef per il ceto medio ed estensione della flat tax. Il Governo è compatto e l’iter della Manovra dovrebbe continuare abbastanza spedito. Da oggi la Commissione Bilancio della Camera avvia la votazione di 250 emendamenti, circa, a cui si aggiungono quelli dei relatori del governo. Il tutto sarà decisivo per comprendere come si configurerà la nuova Legge di Bilancio. Il testo definitivo, poi, dovrebbe arrivare a Montecitorio entro il 18 dicembre per, poi, passare subito dopo all’approvazione del Senato. Si attende l’approvazione prima di Natale (o almeno queste sono le intenzioni del Governo).
Le maggiori novità contenute nella manovra, e ormai blindate, riguardano la rincoferma dell’Irpef a tre aliquote e del taglio al cuneo fiscale per una platea più ampia di lavoratori. Aumentano i fringe benefit per i nuovi assunti che si trasferiscono per lavoro ed è stata confermato l’incremento al 2.7%, oltre all’inflazione, sulle pensioni minime anche per il 2025.
Nonostante le scremature già effettuare restano da votare 250 emendamenti, ma i nodi cruciali sembrano interessare il taglio dell’Irpef per il ceto medio e l’estensione della flat tax.
Vediamo quindi cosa prevede la legge di Bilancio 2025, quali sono le misure più importanti tra quelle approvate, fermo restando comunque che fino a quando non verrà pubblicato il testo della manovra non potremo scendere nel dettaglio dei singoli provvedimenti.
La Legge di Bilancio 2025 e nodi da sciogliere
La parola d’ordine in questi anni sarà ridurre il debito pubblico. Essendo troppo elevato, costituisce un fattore di vulnerabilità per l’Italia e proprio per questo il percorso di risanamento che si sta percorrendo mira a ridurlo. Questo ha delle conseguenze sugli interventi che si possono o non possono fare con la Legge di Bilancio 2025: quelli in disavanzo, appare chiaro, saranno molto limitati. Se si riesce nel piano ambizioso, però, di ridurre il debito pubblico, sicuramente si avrà l’opportunità di disegnare un futuro più roseo per il nostro Paese.
Il contesto in cui si collocano i lavori per la Legge di Bilancio 2025 è quello in cui è stato presentato anche il Rapporto annuale sulla politica di bilancio dell’Authority dei conti pubblici: l’Italia è chiamata ad aggiustare il tiro riducendo il Pil di almeno 0,5/0,6 punti l’anno, il che comporta una spesa di circa 10 miliardi. Da considerare che questa correzione era già stata prevista nel Def, ma comunque resta un fattore di vulnerabilità visto che limita gli interventi in disavanzo che si possono effettuare con la manovra. Vediamo quelle che sono, per ora, le misure che si stanno valutando di inserire nel testo della legge finanziaria del prossimo anno.
Le ultime novità
Taglio Irpef al ceto medio rimandato
I nodi da sciogliere sono ancora molti e il più spinoso sembra essere il taglio dell’Irpef al ceto medio con il quale si contava di abbassare la seconda aliquota dal 35% al 33%. Fratelli d’Italia spinge ancora per attuarla, ma si dovrebbe attendere l’esito del concordato preventivo, che ci sarà solo il 12. Per ora il concordato ha portato incassi per 1,3 miliardi di euro (anche se il Mef non ha confermato questa cifra), per ridurre l’aliquota ne servirebbero almeno il doppio.
Proprio per questo motivo gli sgravi per il ceto medio sono stati rimandati, ma non si esclude che si possa prevedere un intervento con un decreto a inizio anno. In ogni caso il Governo rassicura che il taglio della seconda aliquota ci sarà, ma solo una volta consolidati i conti pubblici
Flat tax estesa
La Lega ottiene una piccola vittoria con l’estensione della flat tax. Il tetto massimo per la permanenza rimane fissato a 85.000 euro, ma il regime forfettario sarà aperto anche a chi ha redditi da lavoro o da pensione fino a 35.000 euro, contro i 30.000 oggi in vigore.
Ires premiale per le imprese
Ottiene il via libera anche l’Ires premiale per le imprese che assumono in pianta stabile o investono in beni strumentali (macchinari) la maggior parte degli utili. In questo caso ci sarà uno sconto sull’aliquota Ires sulla base del 24%.
Straordinari detassati
Nell’ultimo vertice di maggioranza un’altra della misure concordate è la detassazione degli straordinari di medici specializzandi e infermieri: la tassazione sarà al 5%.
Irpef a 3 aliquote
Confermata l’Irpef a tre aliquote anche per il 2025 e resa strutturale. Anche per il 2025 le tasse si pagheranno in base alle seguenti aliquote e scaglioni:
- 23% per redditi fino a 28.000 euro;
- 35% per redditi da 28.000 a 50.000 euro;
- 43% per redditi oltre i 50.000 euro.
Taglio al cuneo fiscale e detassazione premio di produttività
La manovra rende strutturale il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35.000 euro (fino a uno stipendio di massimo 2.692 euro lordi al mese), già in vigore nel 2024. Il viceministro Leo, nel corso della conferenza stampa, ha spiegato che il taglio al cuneo fiscale sarà esteso anche i redditi superiori ai 35.000 con una decalage che lo porterà a sparire superati i 40.000 euro. Questo per evitare lo scalone che inevitabilmente c’era per chi guadagnava meno e più di 35.000 euro.
Si è parlato, inoltre, anche di una rimodulazione del meccanismo che vedrebbe l’attuale taglio applicato solo fino a 20.000; per i redditi successivi, e fino a 35.000 euro, invece, dovrebbe essere prevista una rimodulazione dell’imposta, mentre per i redditi superiori dovrebbe scattare la decalage.
Per il triennio 2025-2027, viene inoltre confermata la tassazione agevolata al 5% sui premi di produttività erogati dalle aziende ai lavoratori. Questo incentivo mira a sostenere la produttività e l’occupazione, favorendo un sistema di bonus aziendali fiscalmente agevolati.
Fringe benefit aumentati per i neoassunti
Un prevvedimento a parte è destinato ai neo assunti che si trasferiscono per lavoro. Per questi lavoratori i fringe benefit per sostenere la spesa dell’affitto potrebbero arrivare a 5.000 euro, in base a quanto anticipato dal Ministro Giorgetti.
La novità si inserisce in un quadro più ampio, chiamato Piano Casa, che intende favorire la mobilità dei lavoratori anche per consentire alle imprese il reperimento di mano d’opera specializzata attingendo a un bacino di lavoratori più ampio.
Misure a favore delle famiglie
Le misure sui congedi parentali vengono confermate e potenziate e passano da 2 a 3 mesi. Inoltre, viene introdotta una «Carta per i nuovi nati», che assegna 1.000 euro ai genitori con un Isee inferiore a 40.000 euro, come sostegno per le prime spese legate alla nascita di un figlio. Viene anche rafforzato il bonus asili nido, oltre poi all’esclusione delle somme relative all’Assegno unico universale dal calcolo dell’Isee.
Oltre alle misure per i nuovi nati, la manovra rifinanzia la «Carta dedicata a te» con 500 milioni di euro per il 2025, a supporto delle famiglie a basso reddito. Sul fronte delle detrazioni fiscali, la legge introduce un sistema modulato in base al numero dei componenti del nucleo familiare: più numerosa la famiglia, maggiori saranno gli spazi per ottenere detrazioni.
In arrivo il contributo da banche e assicurazioni
Parte dei fondi necessari per la Legge di Bilancio arriveranno dalle banche più grandi e dalle assicurazioni. L’anticipo sulle Dta dovrebbe portare fondi per 3,5 miliardi di euro. Il Governo ci tiene a precisare che non si tratta di una tassa sugli extraprofitti, ma un accordo con gli istituti che permetta di trovare una soluzione valida. La necessità è quella di trovare liquidità per lo Stato tramite le imposte anticipata che, invece, di essere ammortizzate nel biennio successivo saranno recuperate dilazionate nel tempo.
Il sacrificio richiesto alle banche coinvolge anche le assicurazioni: : per il ramo terzo e il ramo quinti (prodotti finanziari) l’imposta di bollo che oggi è versata dall’assicurazione a scadenza della polizza, cambia e dovrà essere versata anno per anno (stimato 1 miliardo di extra gettito per il 2025)
Tetto unico ai fringe benefit
Nella Legge di Bilancio 2025 dovrebbe essere inserita una rimodulazione dei fringe benefit, ovvero delle componenti della retribuzione che sono corrisposte al lavoratore dipendente sotto forma di servizi e beni (auto aziendale e cellulare sono un esempio) che l’azienda fornisce ai dipendenti.
La maggioranza a tal proposito sta valutando se inserire un tetto unico di esenzione fiscale per questi benefici da fissare tra i 1.500 e i 2.000 euro. L’ultima Legge di Bilancio aveva previsto una soglia di esenzione per questi beni e servizio di:
- 1.000 euro per la generalità dei lavoratori;
- 2.000 euro per quelli con figli a carico.
Prima di questo intervento della manovra 2024, in ogni caso era prevista una soglia esentasse di:
- 258,23 per i lavoratori senza figli a carico;
- 2.000 euro per chi aveva figli a carico.
Le pensioni
Un capitolo è dedicato alle pensioni. Si tratta sempre di un argomento abbastanza spinoso visto che la priorità è data sempre alle spese indifferibili (come il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici). Le risorse che rimangono a disposizione per il capitolo previdenziale sono sempre troppo poche per tradursi in un intervento che sia davvero di impatto.
Con il decreto fiscale è stata rifinanziata l’Ape sociale per il 2025 e fino al 2028.
Confermate, oltre all’Ape sociale, Quota 103, Opzione donna con delle restrizioni in più e un probabile allungamento della finestra di accesso alla pensione anticipata ordinaria.
Un’altra misura che viene inserita nella manovra di fine anno è quella che incentiva i lavoratori a rimanere in servizio più a lungo, prevedendo l’introduzione di premi per chi rinuncia all’uscita anticipata. Si è parlato anche di una possibile cancellazione del collocamento a riposo d’ufficio obbligatorio per i dipendenti pubblici, lasciando al singolo la scelta se rimanere in servizio o aderire alla pensione.
Confermato per il 2025 anche l’incremento straordinario del 2,7%, oltre l’inflazione, per le pensioni minime che dovrebbe raggiungere l’importo mensile di 621 euro circa.
Proroga bonus ristrutturazioni al 50%
Una novità importante inserita nella manovra riguarda la riconferma, anche per il 2025, del bonus ristrutturazioni al 50%. A inizio 2025, infatti, il bonus sarebbe dovuto scendere al 36% su un tetto massimo di spesa di 48.000 euro, ma il viceministro Leo ha annunciato che si ha intenzione di lasciarlo inalterato al 50%, ma limitatamente alle prime case, per le seconde case si potrà fruire della detrazione al 36%.
Si conferma, poi, anche il bonus mobili al 50% per tutto il 2025.
Bonus mamma in busta paga
L’obiettivo di questo Governo, da sempre dichiarato, è quello di incentivare la natalità per contrastare il calo demografico del nostro Paese. Una misura introdotta lo scorso anno proprio con questo scopo è il bonus mamme in busta paga, uno sgravio totale dei contributi (per un tetto massimo di 3.000 euro l’anno) dovuti dalle lavoratrici dipendenti con almeno 3 figli e prevista fino al 31 dicembre 2026. La misura è stata prevista, ma solo per il 2024, anche per le mamme con due figli e molto probabilmente sarà prorogata anche per il prossimo anno.
L’intenzione è quella di estendere il beneficio anche alle lavoratrici autonome.
Revisione delle detrazioni fiscali
Aleggiava nell’aria da tempo un intervento sui bonus edilizi. L’esecutivo si è sempre schierato contro il superbonus e l’enorme buco che ha provocato nel bilancio e proprio per questo si parla di rivedere l’intero funzionamento delle detrazioni e degli sconti per le famiglie che ristrutturano gli immobili. L’idea è quella di mettere in forse i benefici per le famiglie con redditi più alti.
Quello di cui si stava discutendo nelle ultime ora è di mettere in piedi un meccanismo di detrazioni fiscali legati agli interventi sulla casa, ma allo stesso tempo procedere alla cancellazione di alcuni dei benefici minori.
Le detrazioni per i figli a carico si potrà averle solo per i figli con età dai 21 ai 30 anni del figlio, senza limiti di età, invece, se il figlio è disabile. Per le detrazioni su oneri e spese, invece, fino a 75.000 euro non cambia nulla, ma per redditi superiori il limite massimo di detrazione sarà da calcolare moltiplicando la detrazione base per il coefficiente familiare.
Incentivi al Sud e per le imprese
Nel Mezzogiorno, la manovra conferma gli incentivi per l’occupazione giovanile e delle donne, estendendoli fino al 2027. Vengono prorogati anche gli sgravi contributivi per le imprese che operano nelle Zone Economiche Speciali (ZES), e sono previsti incentivi per l’autoimpiego nei settori strategici come la transizione digitale ed ecologica.
Rinnovo contratti pubblici
Il governo sta valutando di inserire in Legge di Bilancio anche un primo stanziamento per il rinnovo dei contratti pubblici degli oltre 3 milioni di dipendenti della pubblica amministrazione. I rinnovi per il triennio 2022, 2023 e 2024 si stanno giusto chiudendo e il nuovo stanziamento (da definire) servirebbe per la nuova tornata, quella per il triennio dal 2025 al 2027.
L’obiettivo è quello di rendere i rinnovi più continui per non creare troppi squilibri nei conti dei dipendenti pubblici.
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