PETRIANO «Un’iniziativa speculativa con un impatto devastante sul territorio». Il caso Riceci è arrivato nell’aula di palazzo Madama per un’interrogazione del gruppo Pd (firmata da 17 senatori), che ha offerto lo spunto per una forte condanna politica. La risposta del governo all’atto ispettivo, risalente al giugno 2023, in realtà è risultata asettica e burocratica: una mera ricostruzione formale dell’istruttoria svolta dalla Provincia di Pesaro Urbino senza alcuna informazione nuova. Il Ministero dell’ambiente ha anche evitato di esprimersi sulla richiesta del vincolo ambientale in corso di valutazione presso la Regione Marche.
La discussione
Ma la discussione dell’interrogazione, giovedì scorso, è stata ugualmente interessante perché ha rappresentato l’occasione per la più alta censura istituzione, appunto nel Senato della Repubblica, espressa dal parlamentare del Pd Francesco Verducci, marchigiano e primo firmatario, sul progetto della società Aurora, che prevede di abbancare in 25 anni 5 milioni di metri cubi di rifiuti speciali nel paesaggio calanchivo di Petriano.
Un giudizio particolarmente significativo sul piano politico, quello del gruppo Pd, perché la governance di Marche Multiservizi, che nel dicembre del 2012 approvò (all’unanimità) la partnership con la società sammarinese Ecoservizi per realizzare il progetto, è riconducibile territorialmente proprio al Pd.
Allora furono sborsati dalla società pesarese dei servizi 3,2 milioni di euro (di cui 2,9 milioni finiti nelle casse del partner di San Marino, il resto nella società partecipata Aurora) a scatola chiusa, ovvero senza alcuna garanzia sull’autorizzazione del progetto, che infatti la Provincia nel settembre 2024 ha negato per una serie di rilievi tecnico ambientali.
Il business dei rifiuti
Dal dicembre 2022 molta acqua sotto i ponti evidentemente è passata in termini di presa di coscienza politica sui rischi del business dei rifiuti e sulle contrapposte esigenze di tutela ambientale. Anche se tuttora sopravvivono vistose contraddizioni in capo alla gestione di Marche Multiservizi, che è una società mista a maggioranza di capitale pubblico detenuta dagli enti locali, la cui amministrazione è affidata al partner industriale Hera di Bologna.
Verducci si è dichiarato insoddisfatto della risposta fornita dalla sottosegretaria ai rapporti con il Parlamento, Matilde Siracusano, di intesa con il Ministero dell’ambiente, anche per il suo notevole ritardo temporale. «La sottosegretaria ha voluto evidenziare qui il disimpegno da parte del governo su questo tema urgente – ha dichiarato il senatore -. La popolazione di Urbino e di tutta l’ampia vallata del Foglia chiede di fermare quello che sarebbe inaccettabile: la costruzione di una discarica assolutamente incompatibile con la natura del luogo e la qualità della vita».
«Ecosistema unico»
Francesco Verducci ha segnalato che l’ecosistema di Riceci «per interesse naturalistico e paesaggistico è tra i più importanti non solo delle Marche ma del mondo perché è il paesaggio simbolo della pittura del Rinascimento, ritratto nei dipinti di Raffaello e Piero della Francesca. Noi contrastiamo un’iniziativa che consideriamo speculativa che avrebbe un impatto devastante sul territorio in cui è nato in questi anni il distretto biologico più grande d’Italia, dove c’è una Dop caseria eccellenza della filiera agroalimentare nazionale, dove c’è un’economia solida reinventata intorno a un’agricoltura sostenibile e di qualità».
Il senatore del Pd ha evidenziato che questa battaglia politica ha la spinta dei consiglieri comunali di opposizione del Comune di Urbino «a fronte invece di una pazzesca inerzia dell’amministrazione stessa del Comune». Ha chiesto che il vincolo della Regione sull’area «venga posto subito e non la prossima estate come è stato annunciato» e ha parlato di «interessi opachi», dei danni morali, materiali, economici e dei rischi sanitari e ambientali del progetto.
Le contraddizioni di Mms
Resta il fatto che Marche Multiservizi non ha ancora rescisso il rapporto con Aurora (partecipata al 40%), promotrice ora del ricorso al Tar contro il diniego dell’autorizzazione; nessuno dei membri del consiglio di amministrazione di nomina politica di Marche Multiservizi ha sconfessato il progetto, neanche a titolo personale, e il presidente del Cda è stato addirittura confermato nel suo ruolo dal sindaco di Pesaro (del Pd), in rappresentanza del Comune principale socio pubblico.
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