Toccare con mano le difficoltà delle PMI aprendo un dialogo diretto con gli imprenditori e le imprenditrici. È il ruolo dei corpi intermedi, per questo oggi il presidente di CNA Emilia-Romagna Paolo Cavini e il segretario regionale Diego Benatti hanno incontrato l’europarlamentare del Pd Stefano Bonaccini, insieme ai presidenti e direttori di CNA Reggio Emilia e Modena, rispettivamente Giorgio Lugli, Azio Sezzi, Claudio Medici e Francesco Stagi. A seguire, l’incontro con l’europarlamentare Stefano Cavedagna. Il presidente di CNA Emilia-Romagna Cavini ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa con gli europarlamentari, coordinata da CNA Nazionale per connettere le piccole imprese italiane all’Europa.
L’Italia ha eletto infatti, lo scorso 8 e 9 giugno 2024, 76 euro-deputati su un totale di 720. La principale funzione del Parlamento Europeo è quella legislativa: approva o modifica le proposte legislative presentate dalla Commissione europea. È quindi centrale per CNA avere un rapporto diretto, continuo ed efficace con le istituzioni europee.
Il presidente di CNA Emilia-Romagna Paolo Cavini ha discusso con gli europarlamentari di semplificazione, competitività, di riduzione delle dipendenze energetiche e di sicurezza, di una decarbonizzazione che deve tenere conto delle necessità delle piccole imprese, di mercato unico e di innovazione, oltre che delle conseguenze dei mutamenti geopolitici a cui l’Europa è soggetta.
Ma CNA ha voluto fare entrare davvero gli europarlamentari nel mondo delle imprese: per questo Stefano Bonaccini è stato accolto da Dallaglio Srl, a Fabbrico (Reggio Emilia). Dal 1984, l’azienda è cresciuta diventando leader nella produzione di té, bevande biologiche e integratori alimentari, sia a marchio proprio che conto terzi. Con circa 2.500.000 di confezioni prodotte annualmente, Dallaglio serve rivenditori e grossisti in tutto il nord Italia. Si è poi visitata Crea-Si Sas a Carpi (Modena). Un’azienda che dal 1989 opera nel settore moda, dallo schizzo alla produzione. Bonaccini, in occasione del tour nelle imprese, ha sottolineato il problema del reperimento delle materie prime, di alcune criticità nell’applicazione della normativa europea nel contesto produttivo italiano e del problema dell’introduzione dei dazi.
“Ho accolto volentieri l’invito di incontrare eccellenti aziende artigiane che sono l’ossatura dell’economia regionale – sottolinea però Bonaccini – Perché per capire di cosa hanno bisogno gli artigiani e le artigiane è necessario parlarci direttamente”.
“Vogliamo creare un collegamento tra gli europarlamentari e le nostre imprese – afferma Cavini – Questo per noi è molto importante perché le nostre imprese stanno affrontando sfide globali e quindi l’Europa deve avere ben chiara la struttura del tessuto produttivo dell’Emilia-Romagna”.
Nel pomeriggio la visita alle aziende è proseguita con l’europarlamentare Cavedagna che ha visitato l’azienda bolognese BMC Srl, uno dei più rinomati marchi nell’industria sportiva dei motori. Con base a Bologna, BMC è diventata un’azienda internazionale, con filiali in Cina e India nonché oltre 96 distributori in tutto il mondo. L’azienda opera anche del settore aerospaziale, un ambito di crescente interesse anche per la rappresentanza della Confederazione. Durante l’incontro, il Stefano Cavedagna si è lasciato coinvolgere dalla storia dell’impresa, mettendosi nei panni dell’imprenditore e ponendo domande su costi e le strategie di mercato.
“Dopo anni segnati dalla ‘ubriacatura’ sul Green Deal europeo – commenta Cavedagna – la produttività delle nostre aziende è stata messa in secondo piano, sacrificandola sull’altare della transizione ecologica. Possiamo però vantare una qualità del lavoro e una tutela dei diritti molto superiori rispetto a molte altre aree del mondo, pur scontando una tassazione estremamente elevata. Il Clean Industrial Deal, finalmente, si focalizza anche sulla competitività non soltanto sulla decarbonizzazione. Con CNA abbiamo avviato un proficuo dialogo a Bruxelles: vogliamo difendere il nostro tessuto produttivo e non possiamo tollerare la concorrenza sleale dei Paesi del Sud-Est asiatico. Dobbiamo puntare sulla qualità e sui brevetti. L’Europa deve invece concentrarsi sul suo valore aggiunto, fatto di qualità e di innovazione”
“Questi incontri – conclude Cavini – rappresentano un tassello fondamentale per costruire un dialogo diretto tra le istituzioni europee e il tessuto imprenditoriale dell’Emilia-Romagna. Confrontarsi con le imprese significa comprendere le loro esigenze reali e tradurle in politiche che favoriscano la crescita e la competitività. CNA Emilia-Romagna continua a lavorare per garantire che la voce delle PMI venga ascoltata a tutti i livelli, dal territorio fino a Bruxelles, perché solo attraverso una collaborazione concreta si possono affrontare le sfide del futuro e trasformarle in opportunità”.
Le difficoltà dei settori moda e meccanica
L’Emilia-Romagna, terra di eccellenze manifatturiere, ha affrontato un 2024 non privo di difficoltà, come dimostra il ricorso alla cassa integrazione ordinaria in due dei settori peculiari del territorio. Nel comparto moda, 65 imprese hanno dovuto farvi ricorso coinvolgendo complessivamente 353 lavoratori, per una spesa che ha superato i 200.000 euro e rappresenta il 15,6% della rendicontazione totale regionale. Più marcato l’impatto sulla meccanica, dove 260 aziende hanno utilizzato lo stesso ammortizzatore sociale, riguardando 1.798 lavoratori, con una spesa di oltre 590.000 euro corrispondente a quasi la metà dell’intero ammontare regionale (46%).
All’interno di questo scenario, il settore moda della regione conta circa 14.951 imprese, un numero che mostra un ridimensionamento rispetto agli anni precedenti. A calare sono soprattutto le ditte individuali, mentre crescono le società di capitali, segno di un cambiamento nella forma giuridica delle aziende che potrebbe prefigurare una maggiore propensione all’innovazione e ad approcci manageriali strutturati. Il rallentamento produttivo registrato nei primi undici mesi del 2024, che ha riguardato in particolare tessile, abbigliamento e articoli in pelle, non ha risparmiato l’occupazione, contrattasi di alcune migliaia di unità. Nonostante ciò, si iniziano a osservare spiragli positivi negli ultimi mesi, con lievi recuperi nei volumi produttivi.
La meccanica, che da sempre rappresenta il cuore industriale dell’Emilia-Romagna, continua a trainare gran parte dell’economia locale grazie a un sistema fortemente connesso dove grandi aziende, piccole realtà artigiane e distretti di ricerca collaborano allo sviluppo di soluzioni d’eccellenza. L’anno è stato caratterizzato da una notevole tensione sui costi delle materie prime e da un andamento altalenante della domanda estera. Il ricorso alla cassa integrazione è un chiaro segnale delle difficoltà incontrate.
Le imprese della moda e della meccanica, dunque, nonostante segnate dalle incertezze del 2024 testimoniano la capacità dell’Emilia-Romagna di reagire alle sfide con creatività e spirito innovativo. Lo abbiamo ampiamente dimostrato anche oggi, portando la politica europea al loro interno.
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