È impensabile, oggi, parlare di prospettive dell’economia globale senza menzionare gli Stati Uniti d’America e il presidente eletto Donald Trump, il nuovo inquilino che si appresta a reinsediarsi alla Casa Bianca. E infatti il Global Economic Outlook di S&P per il primo trimestre del 2025 parte proprio da qui: dal possibile impatto delle politiche di Trump sugli USA e, di riflesso, sul resto del mondo. Un impatto tanto incerto nell’entità quanto impossibile da ignorare.
“L’outlook macroeconomico globale è ostaggio dell’eventuale implementazione delle politiche della nuova amministrazione USA.”
Questo è quanto si legge nel report dell’agenzia di rating, secondo cui l’economia statunitense continua a godere di ottima salute, ma lo fa all’ombra di rischi crescenti, legati a possibili cambiamenti significativi a livello fiscale, commerciale e delle politiche sull’immigrazione.
L’impatto sulla crescita resta da valutare
Per essere chiari, S&P precisa di aspettarsi dalle politiche promesse da Trump un impatto positivo sulla crescita solo “minimo”. Queste politiche potrebbero “aumentare le pressioni inflazionistiche e spingere la Federal Reserve a interrompere i tagli dei tassi prima del previsto”. Tutto questo implicherebbe un rafforzamento del dollaro e un indebolimento dello scenario macroeconomico nelle altre aree del mondo, scrive ancora S&P.
Certo, per il momento non si sa fino a che punto le promesse elettorali si tradurranno in realtà e per questo è molto difficile fare previsioni. Motivo per cui, nel suo outlook, S&P ha adottato un approccio probabilistico, riservandosi di correggere il tiro in occasione dei prossimi aggiornamenti, quando il quadro si farà più chiaro.
Sta di fatto che, visto il peso degli Stati Uniti sullo scacchiere internazionale, qualunque cambiamento nei settori citati – fisco, commercio, immigrazione – potrebbe avere un riverbero, seppure di intensità variabile, sulle altre economie.
Veniamo ai numeri: cosa prevede S&P?
Secondo S&P, gli States continuano a crescere a ritmo sostenuto, l’Europa si muove più lentamente, sebbene in ripresa, e la Cina si avvia a chiudere l’anno sotto il target governativo del 5%, mentre l’inflazione prosegue il suo percorso discendente, pur con qualche battuta d’arresto. In un simile contesto, l’agenzia di rating ha sostanzialmente confermato le stime già elaborate nel trimestre precedente, in attesa di nuovi sviluppi.
S&P prevede un PIL globale in crescita del 3,3% nel 2024 e del 3% nel 2025, con gli Stati Uniti in graduale rallentamento (+2,7% quest’anno, +2% il prossimo) e l’Europa in ripresa (+0,8% nel 2024, +1,2% nel 2025). L’Italia è vista crescere dello 0,5% e dello 0,9% quest’anno e il prossimo, mentre la Cina dovrebbe posizionarsi al 4,8% nel 2024 e al 4,1% l’anno dopo.
Gli spunti positivi, insomma, non mancano
L’economia globale, alla fine dei conti, si prepara a iniziare il 2025 con un approccio cautamente positivo. Ma le incognite che gravano sui mesi a venire non mancano di certo. E un incremento della volatilità – avverte S&P – è praticamente una delle poche certezze. Questo, però, non deve assolutamente scoraggiare: possiamo anzi dire che fa parte delle regole del gioco.
Ogni volta che si investe – e per avere un ritorno sui propri risparmi, senza lasciarli esposti al potere erosivo dell’inflazione, non si può non investire – si corre il rischio di dover affrontare un picco più o meno momentaneo della volatilità. È inevitabile. Meglio allora prepararsi per tempo a un po’ di turbolenza, anche sui mercati finanziari. E per farlo nel modo giusto, puoi sempre rivolgerti al tuo Financial Coach.
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