L’Agenzia delle Entrate, con la risposta n. 246/2024, ha fornito un chiarimento importante sul regime IVA applicabile alle case prefabbricate, sempre più diffuse in montagna e come strutture accessorie nei giardini. Una società estera ha chiesto lumi in merito alla vendita di componenti di una casa prefabbricata a un cliente italiano, successivamente assemblati dalla stessa azienda produttrice.
La risposta dell’Agenzia ha chiarito che, per operazioni di questo tipo, l’aliquota IVA da applicare è quella ordinaria del 22%. L’agevolazione IVA, infatti, è riservata a casi specifici, come la costruzione di un immobile completo tramite un contratto “chiavi in mano”.
Questo chiarimento è cruciale per un mercato in crescita, dove le case prefabbricate rappresentano una soluzione rapida e versatile per residenze secondarie in contesti montani o per la creazione di dependance nei giardini delle abitazioni principali.
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Pezzi da assemblare o casa completa: perché l’Iva cambia
La chiave della questione risiede nella natura del contratto. Quando un cliente acquista pezzi prefabbricati, che verranno successivamente montati, l’operazione rientra nella cessione di beni, per la quale è prevista l’aliquota ordinaria del 22%.
Al contrario, l’aliquota ridotta del 4% o 10% è applicabile solo se l’operazione include la progettazione, costruzione e consegna di una casa pronta per l’uso. Questo è particolarmente rilevante per chi sceglie di installare case prefabbricate in giardino, ad esempio come studi professionali o spazi per il relax, oppure in montagna. L’Agenzia ha sottolineato che, nel caso specifico, il cliente ha acquistato solo i componenti della casa, rendendo necessaria l’applicazione dell’aliquota ordinaria.
Un mercato in crescita, ma con regole precise
Le case prefabbricate stanno vivendo un vero e proprio boom, grazie alla loro flessibilità e al loro impatto ridotto sull’ambiente. In montagna, ad esempio, rappresentano una soluzione ideale per chi cerca un rifugio immerso nella natura senza compromettere il paesaggio.
Allo stesso modo, nei giardini delle abitazioni urbane, vengono spesso scelte come ampliamenti abitativi, sfruttando tecnologie innovative per creare spazi confortevoli in tempi brevi. Tuttavia, il chiarimento dell’Agenzia delle Entrate evidenzia l’importanza di comprendere a fondo le regole fiscali.
Nel caso in esame, non si tratta di un acquisto di una casa vera e propria, ma di componenti che saranno successivamente assemblati. Per questo, l’aliquota IVA applicabile è quella del 22%. Una maggiore chiarezza normativa aiuterà sia i consumatori che le aziende a muoversi con consapevolezza in questo settore in forte espansione.
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