Villa d’Almè (Bergamo) – Avrebbe pagato della droga con banconote false. E per questo si è beccato una coltellata alla schiena. Sarebbe questo il movente dietro al tentato omicidio di un giovane tunisino, avvenuto lo scorso primo dicembre nei boschi di Villa d’Almè, in provincia di Bergamo. I carabinieri della compagnia di Zogno hanno fermato il presunto responsabile, un giovane marocchino. A lui sono arrivati grazie all’esame delle immagini delle telecamere di sicurezza di tutte le aree circostanti e alle informazioni fornite dai testimoni.
I militari sono riusciti a risalire all’auto utilizzata dall’aggressore per raggiungere l’area boschiva e poi fuggire. Si è arrivati così a una cerchia di sospettati, tra i quali è stato individuato il giovane marocchino, fermato per tentato omicidio pluriaggravato. Dietro all’aggressione ci sarebbe la vendita di una partita di droga, che il tunisino, insieme a un complice, avrebbe pagato con banconote false. Il venditore, che si sarebbe accorto solo in un secondo momento di essere stato ingannato, avrebbe a quel punto acquistato un grosso coltello e sarebbe andato a cercare la vittima nei luoghi in cui solitamente spaccia. Di fronte alla volontà del tunisino di non saldare il proprio debito, lo avrebbe accoltellato alla schiena. Una ferita “profonda ed estesa”, che ha causato la perforazione del polmone e la frattura di alcune costole. Poi la fuga a bordo di un’auto guidata da un conoscente italiano, inconsapevole fino a quel momento delle intenzioni del marocchino.
La vittima, dopo essere stata accoltellata, è riuscita a trascinarsi fuori dal bosco e a raggiungere la pista ciclabile, dove è stata notata da un residente, che ha dato l’allarme. Trasportato immediatamente in ospedale, il giovane è stato operato d’urgenza e salvato “da morte certa”. La prognosi è superiore ai sessanta giorni e le ferite alla schiena sono ritenute “di per sé idonee a cagionare la morte”.
La mattina del 6 dicembre i carabinieri della compagnia di Zogno, con l’aiuto dei colleghi del nucleo investigativo di Bergamo, hanno rintracciato e catturato l’indagato, dopo un inseguimento a piedi nelle campagne di Villa d’Almè. Nell’appartamento in cui l’uomo viveva in quei giorni a Bonate sono stati trovati cocaina, marijuana, un bilancino di precisione, materiale per il confezionamento delle dosi e del denaro, considerato provento di spaccio. Non è ancora stata trovata, invece, l’arma del delitto. L’uomo, interrogato dal pm alla presenza del proprio avvocato, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ieri il gip ha convalidato il fermo e applicato la custodia cautelare in carcere, come richiesto dalla procura, che contesta al marocchino anche le aggravanti di premeditazione e futili motivi.
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