Cittadinanza di genere, la Regione combatte e previene discriminazioni e disuguaglianze


Firenze: Dieci progetti per contrastare e prevenire discriminazioni e disuguaglianze di genere. Ogni provincia toscana sta portando avanti un suo progetto grazie ad un finanziamento regionale triennale che ammonta a 5 milioni e 727 mila euro. Questo, in sintesi, è ciò che ha prodotto il rifinanziamento della legge regionale n. 16 del 2009 sulla ‘cittadinanza di genere’, che negli anni aveva visto prima il suo definanziamento e poi l’azzeramento delle risorse a causa delle difficoltà di bilancio e che in questa legislatura ha invece visto una dotazione economica senza precedenti, rilanciando l’impegno della Regione Toscana sul tema della parità di genere.

I progetti si sono articolati secondo due filoni: il primo è quello delle azioni di sensibilizzazione nelle scuole di ogni ordine e grado, obbligatorio per accedere al finanziamento, mentre il secondo, quello dei bilanci di genere per Comuni e Province, è facoltativo.

Ad Arezzo, Massa Carrara e Grosseto ci si concentrerà sul primo, mentre a Prato, Siena, Livorno Firenze, Lucca, Pistoia e Pisa verranno redatti anche bilanci di genere.

Rispondendo all’avviso regionale che chiedeva di realizzare attività di sensibilizzazione e di sostegno alla parità tra i generi, le Province toscane e la Città Metropolitana fiorentina hanno presentato azioni di sostegno alla redazione dei bilanci di genere, uno strumento attraverso cui viene analizzato l’impatto delle politiche pubbliche sulla qualità della vita di cittadine e cittadini in un’ottica di promozione dell’uguaglianza di genere. Almeno venticinque enti locali lavoreranno alla redazione di bilanci di genere. Nel secondo filone le Province toscane e la Città Metropolitana di Firenze svolgeranno attività nelle scuole di ogni ordine e grado, a partire dai nidi, per promuovere la cultura della parità e l’educazione al rispetto delle differenze. E’ previsto che saranno coinvolte circa 29 mila persone tra studentesse e studenti, insegnanti e genitori.

“Il rifinanziamento della legge regionale 16/2009 ‘Cittadinanza di genere’ – dichiara l’assessora regionale all’Istruzione e alle pari opportunità, Alessandra Nardini (foto cover)era una impegno che ci eravamo presi in questa legislatura perché crediamo fermamente che combattere e prevenire discriminazioni e disuguaglianze di genere, fino al drammatico fenomeno della violenza contro le donne, in tutte le forme in cui essa si manifesta, sia un preciso dovere delle istituzioni”. “Se vogliamo farlo concretamente – aggiunge – dobbiamo partire dall’educazione, dal rimuovere pregiudizi, destrutturare stereotipi e ruoli di genere. Dobbiamo, dunque, cambiare la cultura del nostro Paese, della nostra società, superando quel rapporto storicamente diseguale tra donne e uomini e sconfiggendo il patriarcato che, al netto di quello che alcuni dicono, esiste ancora, eccome”.

L’assessora spiega come tutto sia partito nel 2022 con un primo bando sperimentale, finanziato con 800 mila euro di fondi regionali. “Oggi – spiega Nardini – incrementiamo notevolmente le risorse a disposizione e diamo continuità a questi interventi attraverso un bando triennale”. “Come nel 2022, tra le azioni che le Province possono mettere in campo con queste risorse – ha sottolineato Nardini – ci sono i bilanci di genere, uno strumento molto utile per mettersi in discussione e migliorarsi, andando ad analizzare come le scelte amministrative fatte impattino, talvolta appunto diversamente, sulla qualità della vita delle cittadine e dei cittadini e per chiedersi dunque se le scelte adottate siano o meno sufficienti per promuovere una reale e piena parità o come poter fare di più.”

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“E poi ci sono i progetti nelle scuole – evidenzia l’assessora – che rimangono un’azione obbligatoria per accedere al finanziamento: una conferma che ho voluto perché fermamente convinta che questa sia la sola strada per prevenire e per impedire che in futuro disuguaglianze e discriminazioni continuino a verificarsi”.

Nardini ringrazia tutte le scuole e gli enti locali che hanno aderito, i Centri antiviolenza, le Università, le associazioni e i soggetti del terzo settore coinvolti nei progetti provinciali.

 “La nostra scelta di destinare queste risorse alle Province consentendo loro di poter tornare ad esercitare appieno una loro competenza, quella sulle pari opportunità – si sofferma l’assessora – non era scontata, ma siamo convinti che la collaborazione tra le diverse istituzioni sia fondamentale e che le Province meritino di tornare ad essere valorizzate e riconosciute, dopo anni in cui sono state depauperate di risorse, economiche e umane”. “Con questo bando – conclude – uniamo le forze, per portare avanti insieme una battaglia di civiltà volta ad affermare la cultura del rispetto delle differenze, tutte, e la cultura della parità”.

L’assessora in queste settimane ha incontrato tutte le amministrazioni provinciali e, insieme ai soggetti coinvolti nei progetti, ha ufficializzato l’avvio dei percorsi.

 



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