riuscirà ad abbandonare il carbone?




In un momento in cui il nucleare torna nel dibattito sulle fonti energetiche che consentono agli Stati l’indipendenza energetica, la Sardegna, con la sua particolare condizione di isola a carbone e senza metano e nonostante l’aspetto normativo a cui ha messo mano di recente con l’approvazione della legge sulle aree idonee poi impugnata dal governo, resta di fronte a un bivio cruciale: da un lato, il suo alto utilizzo di carbone la rende la regione italiana con le emissioni di gas serra pro capite più elevate (quasi 12 tonnellate di CO2 equivalente per abitante); dall’altro, la sua transizione verso le energie rinnovabili sta accelerando, ma non abbastanza per compensare il ritardo rispetto al resto del Paese.

Tutte le cose da sapere sulla transizione energetica in Sardegna

A fotografare la situazione è il rapporto Ciro 2025 (Climate Indicators for Italian RegiOns), il primo database italiano che monitora le performance climatiche delle Regioni, che analizzando 26 indicatori suddivisi in 8 aree tematiche (emissioni, energia, rinnovabili, edifici, industria, trasporti, agricoltura e vulnerabilità) traccia una mappa dettagliata del cammino delle regioni verso la neutralità climatica, evidenziando progressi, criticità e best practice.

Un’isola ancora dipendente dal carbone

È noto da tempo e il report diffuso oggi lo conferma: la Sardegna è l’unica regione italiana ancora fortemente dipendente dal carbone e dal petrolio, con una scarsissima presenza di gas naturale nel mix energetico. Questo ha un impatto diretto sulle emissioni di CO2, che restano le più alte d’Italia. Nonostante gli assorbimenti naturali superiori alla media nazionale, l’isola fatica a contenere il suo peso ambientale.

La sfida delle rinnovabili: passi avanti, ma non abbastanza

Il dato positivo è che la quota di energia rinnovabile sui consumi totali ha raggiunto il 24%, superando la media nazionale del 19%. Tuttavia, la realizzazione di nuovi impianti è ancora troppo lenta per una decarbonizzazione efficace.

Sono inferiori i kW di nuovi impianti rinnovabili installati rapporto alla superficie, nonostante questi ultimi siano raddoppiati rispetto all’ultima rilevazione. La crescita delle rinnovabili in Sardegna deve quindi accelerare, sfruttando meglio il suo potenziale eolico e solare.

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Rapporto Ciro - mix energetico

Edilizia e trasporti: tra efficienza e limiti infrastrutturali

Il settore edilizio si distingue in positivo: essendo la Sardegna la seconda Regione in Italia per basse emissioni settoriali pro capite e registrando una quota di consumi elettrici negli edifici (pari al 40%), molto superiore alla media nazionale (pari al 26%). La performance sulla prestazione energetica degli edifici non è disponibile perché la Sardegna non è collegata al Siape nazionale (Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica).

Rapporto Ciro - edifici

Per quanto riguarda i trasporti, la Sardegna si mantiene in linea con la media nazionale per emissioni pro capite, ma il numero di veicoli elettrici immatricolati resta inferiore alla media. Inoltre, la carenza di infrastrutture di ricarica rischia di frenare la crescita della mobilità sostenibile.

Industria e agricoltura: settori a due velocità

L’industria sarda ha fatto passi da gigante nell’elettrificazione, con l’89% dei consumi coperto da energia elettrica. Tuttavia, la performance ambientale resta inferiore alla media nazionale, con un consumo energetico per valore aggiunto ancora troppo elevato. Ma la Sardegna ha ridotto del 77% le emissioni di gas serra rispetto al 1995.

L’agricoltura, invece, mostra segni di ritardo: solo il 14% della superficie agricola è destinata al biologico, molto al di sotto della media nazionale. Anche il numero di bovini allevati e l’uso di fertilizzanti sono dati che incidono negativamente sull’impronta ecologica della regione.

Acqua e suolo: vulnerabilità e rischi ambientali

Sul fronte della sostenibilità ambientale, la Sardegna ha uno dei tassi di consumo di suolo più bassi d’Italia (3,3%). Tuttavia, le perdite idriche restano un grave problema, con un livello superiore alla media nazionale l’Isola supera il 50% di dispersione. La gestione delle risorse idriche è dunque un aspetto critico su cui la regione dovrà intervenire rapidamente.

Il futuro della Sardegna: tra ambizioni e ostacoli

La Sardegna ha il potenziale per diventare un modello di transizione energetica nel Mediterraneo, ma per farlo deve accelerare sulla riduzione delle emissioni e sullo sviluppo delle rinnovabili tenendo a bada lo spettro della speculazione delle multinazionali pronte ad accaparrarsi il sole e il vento dell’Isola. Il carbone resta il principale ostacolo, e il passaggio a un sistema energetico più pulito richiede investimenti mirati, sia per le infrastrutture che per il potenziamento delle politiche ambientali. Riuscirà l’isola a trasformarsi da “regina del carbone” a “faro delle rinnovabili”?

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Rapporto Ciro- performance



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