L’AQUILA – Un “Hub scuola lavoro”, per la creazione di competenze nelle tecnologie avanzate, e di start up innovative, finanziato per 3,2 milioni di euro. Altri 3 milioni di euro per i musei Maxxi e Munda, per l’organizzazione grandi mostre anche itineranti ed eventi in tutto il territorio. La creazione con 2,5 milioni di euro di un “Ecosistema delle imprese culturali e creative e internazionalizzazione”, per creare in loco professionisti dell’industria culturale. Infine ma non da ultimo, ben 4 milioni per potenziare i grandi eventi e manifestazioni, che già caratterizzano il cartellone aquilano.
E’ questa l’ulteriore benzina per far correre L’Aquila nel 2026, quando sarà Capitale italiana della cultura: 12,5 milioni di euro a valere sui fondi Restart 2, quantificati complessivamente in oltre 110 milioni, che equivale al 4% dei fondi destinati alla ricostruzione privata nel cratere sismico 2009. Approvati il 25 febbraio dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess).
Dei sei progetti prioritari presentati dal Comune dell’Aquila e approvati, quattro di essi sono focalizzati sulla capitale della Cultura, e ad entrare nel merito, è nell’intervista ad Abruzzoweb Livio Vittorini, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, referente nel comitato di indirizzo Restart2, presidente della prima commissione Bilancio al Comune dell’Aquila.
“Capitale della cultura 2026 – esordisce Vittorini – beneficia di una dotazione iniziale di 1 milione di euro, ovviamente non sufficiente, rispetto alla mole e di eventi, iniziative e progettualità che dovranno essere messe in campo tra meno di un anno. Per questa ragione dei sei progetti prioritari presentati, ben quattro li abbiamo destinati a questa finalità, per massimizzare l’opportunità rappresentata da questo prestigioso riconoscimento che segnerà davvero la definitiva rinascita della nostra città resiliente dopo il dramma del terremoto”.
Tenuto conto soprattutto, sottolinea Vittorini, proveniente dal mondo bancario e della finanza, “che l’industria culturale, è stato empiricamente dimostrato, ha un moltiplicatore economico straordinario: nel 2016 ogni 100 euro investiti, garantivano un ritorno di 150 euro, nel 2024 siamo arrivati a 280 euro a partire sempre da un investimento di 100 euro, dunque con un moltiplicatore di 2,8, attraverso il ritorno per l’intera economia del turismo, del commercio e dei trasporti”.
Scendendo dunque nel dettaglio dei quattro assi di intervento, “per prima cosa abbiamo inteso destinare adeguate risorse a quegli eventi di eccellenza e consolidati che già abbiamo, e che caratterizzano il cartellone aquilano, come la Perdonanza celestiniana, i Cantieri dell’Immaginario, il festival Jazz per le terre del sisma. Questo significa che nel 2026 avranno le risorse necessarie per far arrivare in città artisti, personalità e testimonial di caratura anche internazionale, come si impone al programma di una capitale italiana della cultura. E andremo a collaborare in tal senso con le nostre istituzioni culturali di punta, come il Teatro stabile d’Abruzzo, l’Istituzione sinfonica abruzzese, i Solisti aquilani, la Società Aquilana dei Concerti Barattelli”.
Previsto inoltre, sempre in questa ottica, un protocollo d’intesa con l’Accademia delle belle arti dell’Aquila, capofila e altre accademie di fama nazionale ed internazionale, poi “saranno calendarizzati eventi ed iniziative pensate per incrementare i flussi dei visitatori e dei turisti in bassa stagione, ad ottobre e novembre, a febbraio e marzo, quando si registra un calo di presenze, questo anche nell’ottica della destagionalizzazione dell’offerta”.
Sempre per quanto riguarda l’arte, “ben 3 milioni di euro saranno destinati alle grandi progettazioni anche con le istituzioni museali di punta, come il Maxxi e il Munda, che potranno così consolidare e realizzare prestigiose mostre a valle della Convenzione stipulata con il Diva (Dipartimento per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale). Ma non solo, il progetto sotteso all’Aquila capitale della Cultura prevede di coinvolgere anche altri territori, per esaltare le grandi personalità storiche e abruzzesi: mi vengono in mente Bertrando e Silvio Spaventa a Bomba, Ignazio Silone a Pescina o Benedetto Croce a Pescasseroli”.
L’Aquila capitale della cultura non vuole essere però solo una somma di eventi, mostre e spettacoli. Ed ecco dunque il senso degli ultimi due assi di finanziamento.
“Questa irripetibile occasione dovrà lasciare qualcosa, anzi molto più di qualcosa, anche dopo il 2026, di strutturale e definitivo, ecco perché abbiamo destinato 2,5 milioni di euro per l’Ecosistema delle imprese culturali e creative e internazionalizzazione, per formare professionalità di alto livello che potranno lavorare nei molteplici ambiti dell’industria culturale, le cui competenze saranno preziose anche nel 2028 quando Bourges in Francia sarà capitale europea della cultura, gemellata con L’Aquila”.
Infine, ci sono i 3,2 milioni di euro, di cui 200mila di compartecipazione del Comune dell’Aquila, per l’”Hub scuola lavoro”.
“L’obiettivo è quello di promuovere, con la collaborazione del mondo accademico, la formazione specialistica dei nostri giovani sulle tecnologie avanzate, come l’Intelligenza artificiale generativa, il block chain, la realtà aumentata e virtuale, la robotica e i smart materials, la fisica quantistica. Oltre alle varie competenze economiche e ammnistrative per l’avvio e gestione ottimale delle start up. L’Aquila capitale della cultura per noi infatti vuole essere anche e soprattutto una occasione per creare posti di lavoro altamente qualificati, per far crescere economicamente il territorio, la città territorio, ben oltre il 2026”, conclude Vittorini.
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