“Ma il governo italiano ha una maggioranza pro-Kiev?”


Nel palazzaccio della politica si litiga ancora sulla questione Ucraina e sul riarmo europeo. “Quando finirà il conflitto – dice il vice presidente del Consiglio Matteo Salvini – sicuramente riannodare rapporti commerciali, culturali, economici, energetici con la Russia penso sarà un interesse di tutta Europa”. “La Lega – attacca il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte – sostiene con i voti le politiche belliciste del governo, il loro pacifismo di comodo serve solo a dare fastidio a Meloni. Noi invece siamo sempre stati fedeli alle nostre convinzioni, anche quando siamo finiti ingiustamente nella lista dei filo-putiniani”.

“I cambiamenti in atto ci sono – spiega il leader di Foza Italia, Antonio Tajani – e oggi ci sono le condizioni, anche in parte obbligate per dar vita a quel grande progetto prima di De Gasperi, poi di Berlusconi e ora nelle sue grandi linee presentato da von der Leyen, con il nostro sì: una grande difesa europea”.

Ecco le voci dal palazzo della politica:

“Quando finirà il conflitto, sicuramente riannodare rapporti commerciali, culturali, economici, energetici con la Russia penso sarà un interesse di tutta Europa. Ad ogni modo, ci hanno raccontato fino a poco tempo fa che i russi erano in ginocchio e non sapevano più come fare per andare avanti, adesso sembra che i russi si stiano invadendo Roma e Milano”. (Matteo Salvini)

“Martedì finalmente la premier sarà ‘costretta’ a venire in Aula per il nuovo Consiglio Europeo. La incalzeremo sulla politica europea, argomento su cui la premier sta mostrando tutti i suoi limiti di preparazione e di postura: si sta dimostrando, purtroppo, una banderuola più che una bandiera. Peccato”. (Matteo Renzi)

“Il piano ReArm rischia di portare l’Europa in guerra, Ursula von der Leyen si sta assumendo una grave responsabilità, peraltro evitando il voto del Parlamento europeo. La Lega sostiene con i voti le politiche belliciste del governo, il loro pacifismo di comodo serve solo a dare fastidio a Meloni. Noi invece siamo sempre stati fedeli alle nostre convinzioni, anche quando siamo finiti ingiustamente nella lista dei filo-putiniani”. (Giuseppe Conte, Il Corriere della Sera)

“I cambiamenti in atto ci sono, e oggi ci sono le condizioni, anche in parte obbligate per dar vita a quel grande progetto prima di De Gasperi, poi di Berlusconi e ora nelle sue grandi linee presentato da von der Leyen, con il nostro sì: una grande difesa europea”. (Antonio Tajani, Il Corriere della Sera)

“Siamo quasi a un passo da una nuova guerra mondiale. L’Europa sta votando una cambiale in bianco per correre al riarmo”. (Roberto Traversi, Movimento 5 Stelle)

“Meloni non difende l’indipendenza dell’Italia, ma la trasforma in un paese a sovranità limita sotto il condizionamento di Musk. Affidare a Musk le nostre infrastrutture strategiche significa mettere la sicurezza nazionale nelle mani di chi considera le telecomunicazioni un’arma di ricatto politico e militare”. (Angelo Bonelli)

“Credo che Musk sia uno di quelli che interferisce spesso e volentieri nei processi democratici, non è un partner affidabile. Chiedo che Meloni chiuda immediatamente qualsiasi possibilità di intesa con Starlink e si pulisca immediatamente questa vicenda che francamente ha contenuti molto opachi”. (Carlo Calenda)

“Sarebbe un errore affidare infrastrutture strategiche per la sicurezza nazionale ad aziende straniere che potrebbero avere interessi diversi o addirittura divergenti da quelli italiani. Questo il governo lo ha ben chiaro ed è inutile che le opposizioni continuino a polemizzare sul nulla: l’approvazione del Ddl Spazio non è un accordo con Musk”. (Maurizio Lupi, Noi Moderati)

“Il governo annuncia 40 mila soldati in più. L’esatto numero di medici che mancano e per i quali il governo dice di non avere risorse. Per armi e soldati si trovano, per medici, insegnanti e case non ci sono. Poi ci si meraviglia se si rompe il rapporto di fiducia fra politica e cittadini e ci si stupisce del non voto”. (Nicola Fratoianni)

“Per avere una sanità pubblica all’altezza, servirebbero almeno altri 10mila medici, 65mila infermieri e 100mila posti letto. Il Governo Meloni risponde con 40mila militari professionisti. Arrabbiarsi è lecito”. (Giovanni Paglia, Alleanza Verdi e Sinistra)

“Ma il governo italiano ha una maggioranza pro-Kiev? Su questo serve chiarezza da parte di Giorgia Meloni, che non può più evitare il parlamento”. (Riccardo Magi, +Europa)

Ciò che sta avvenendo in Romania è sempre più preoccupante. L’ufficio elettorale centrale di Bucarest, un organo di natura politica, ha respinto la candidatura di Calin Georgescu alle prossime presidenziali di maggio. La sua affermazione al primo turno dello scorso dicembre e il timore che potesse vincere al ballottaggio avevano portato all’annullamento di quel voto per presunte – e mai dimostrate – ingerenze russe. Ora la storia si ripete, addirittura per via amministrativa”. (Carlo Fidanza, Fratelli d’Italia)



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