Emergenza casa a Busto: «Nessuno affitta a una disoccupata. In graduatoria? 200esima»

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BUSTO ARSIZIO – «A marzo devo lasciare l’appartamento dove vivo, ma sono disoccupata e non so dove sbattere la testa per trovare un’alternativa». La storia, una delle tante, di una cittadina bustese – 48 anni, mamma di una bimba di nove anni e con un compagno che ha la cessione del quinto sulla sua busta paga – alle prese con le storture del mercato degli affitti e con le inefficienze del sistema degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. «Senza due buste paga a tempo indeterminato non mi considerano nemmeno per un affitto sul mercato privato – rivela la donna, che ci ha chiesto l’anonimato – ma nella graduatoria per le case popolari l’anno scorso ero 130esima e quest’anno addirittura 200esima, perché le difficoltà finanziarie non vengono contemplate nel calcolo dell’ISEE. Ora ditemi voi dove possiamo andare a vivere tra tre mesi».

La testimonianza

La vicenda è delicata, e il tempo stringe, quindi la scelta di rendere pubblica questa situazione, pur nell’anonimato, è dettata dalla crescente preoccupazione per l’avvicinarsi di una scadenza che assomiglia sempre più ad una spada di Damocle. «La mia padrona di casa, che vive lontano da Busto Arsizio, ha deciso di vendere l’appartamento perché non riesce più a sostenere le spese – racconta la donna – così qualche mese fa mi ha mandato una lettera di preavviso chiedendomi di liberarlo entro marzo 2025. Da allora ho provato a cercare una soluzione alternativa, ma mi si sono scontrata solo con dei muri». La 48enne infatti è disoccupata – dopo aver trovato un lavoro temporaneo di un mese, rinnovato per un altro mese, è stata lasciata a casa – mentre il suo compagno percepisce una busta paga decurtata di un quinto a causa di problemi finanziari pregressi.

L’affitto? Impossibile

Sul mercato degli affitti privati, non ci sono speranze: «Chiedono due buste paga a tempo indeterminato e noi non ce le abbiamo» scuote la testa la donna. L’opzione “case popolari” invece è di fatto un miraggio: «Ho partecipato al vecchio bando per l’edilizia residenziale pubblica ed ero 130esima in graduatoria – racconta la 48enne – ho riprovato con quello nuovo e addirittura sono precipitata attorno al 200esimo posto, anche perché le difficoltà finanziarie che ci impediscono di accedere ad un affitto privato non vengono minimamente tenute in considerazione tra i requisiti per la graduatoria. Gli assistenti sociali mi dicono che non possono farci niente, poi però vediamo i raccomandati e gli amici degli amici che accedono alle case popolari e quelli con i macchinoni che non vengono mai sbattuti fuori. E in commissione sentiamo l’assessore che ammette che ci sono 150 alloggi sfitti perché non sono agibili, e non vengono rimessi a posto per dare qualche chance in più a chi si iscrive in graduatoria».

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Il tempo stringe

Più passa il tempo, e più la situazione si fa disperata. «Abbiamo chiesto aiuto a chiunque ma tutti se ne sbattono della nostra situazione – la confessione della bustese – e a marzo se non trovo una casa finisco in mezzo alla strada con la mia bambina di nove anni. Ditemi voi se è possibile». Una storia di difficoltà, purtroppo, come tante, se è vero che persino l’Arcivescovo di Milano Mario Delpini ha messo tra le priorità l’emergenza casa con l’istituzione di un fondo per gli alloggi, intitolato al Cardinal Schuster. A questa famiglia di Busto Arsizio non resta che sperare, forse, in qualche buon cuore che si prenda carico della situazione.

Busto, Speri aspetta. Appello dalle case popolari: «Tanti problemi. E nessuno ci ascolta»

busto arsizio emergenza casa – MALPENSA24





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