Il 12 dicembre, alla presenza delle autorità civili, militari e religiose della provincia, in una sala espositiva del Museo Archeologico nazionale di Campobasso, è stata svelata al pubblico una recente acquisizione in tema di patrimonio culturale.
Si tratta di una corazza sannitica con relativa coppia di schinieri e due cinture in bronzo, risalente al IV secolo a.C. Il bene, ottimamente preservato, ha mantenuto per secoli le splendide caratteristiche costruttive e di manifattura, oggi mostrato al pubblico in tutta la sua bellezza.
L’armatura in questione è rientrata in Italia a seguito della meritoria iniziativa di un privato cittadino americano, di origini italiane e in particolare molisane che, dal 2003 al 2020, in tre distinte occasioni aveva acquistato presso alcune case d’asta negli Stati Uniti la corazza trilobata costituente la parte frontale dell’armatura unitamente ai due schinieri, successivamente una prima cintura in bronzo e, in ultimo, una seconda cintura in bronzo riconducibili verosimilmente alla stessa tipologia di corredo.
In tale contesto è risultato determinante il ruolo svolto dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di L’Aquila che, attivati proprio dal privato donatore, hanno coordinato le attività di rimpatrio in Italia, avviando un’intensa attività di controllo attraverso la “Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, quale strumento unico, in uso al Comparto di Specialità dell’Arma dei Carabinieri, per risalire verosimilmente all’origine di provenienza e al luogo di ritrovamento dei beni stessi.
Sono stati condotti accertamenti tecnici finalizzati a verificare la completa autenticità del bene. Inoltre è stato verificato, grazie alla collaborazione di alcuni esperti e all’impegno profuso dal personale direttivo del Museo di Campobasso, che trattasi di beni la cui autenticità ad oggi appare confermata e per i quali si ritiene che l’origine del ritrovamento possa essere riconducibile alla fine dell’ottocento durante alcune campagne di scavo nei pressi del Comune di Alfedena in provincia dell’Aquila, e in quell’occasione verosimilmente portati all’estero.
Alla cerimonia di presentazione, svolta con il patrocinio del Consolato Generale degli Stati Uniti d’America, oltre ai Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale che hanno potuto esporre le fasi dell’attività di ricerca attraverso la Banca Dati, hanno preso parte anche il prof. Paolo Picardo, associato in metallurgia presso l’Università di Genova insieme alla Dott.ssa Camilla Criaco, che insieme hanno illustrato gli esami tecnici svolti sull’armatura in questione e che, sebbene ancora in corso, hanno già fornito importanti riscontri circa la collocazione storica del bene.
Il rientro in Italia di un bene di tale fattura e pregio rappresenta sicuramente un momento di grande prestigio per il museo del capoluogo molisano, che per l’occasione ha allestito un’apposita sala espositiva in modo da consentire al pubblico di poter beneficiare della visione del manufatto così pregevolmente mantenuto nel tempo, finalmente ritornato in un luogo rappresentativo della sua storia e della sua antica origine.
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