In occasione della Giornata Internazionale della Donna l’Associazione culturale Le Muse “Laboratorio delle Arti e delle Lettere” di Reggio Calabria hanno rinnovato con un appuntamento domenicale un omaggio dedicato all’universo femminile. Il presidente Giuseppe Livoti, in apertura di manifestazione, in una gremitissima Sala Muse, ha evidenziato come è arrivato il tempo di dare la parola alle donne comuni, a coloro le quali vivono la loro vita giorno per giorno e che proprio nella casualità degli eventi si ritrovano a fare delle scelte che diventeranno dei veri e propri cambiamenti utili anche alla società attuale.
Un riferimento è stato anche fatto alla tematica di questa giornata che per il 2025 pone l’accento sull’Istruzione e sul suo ruolo cruciale nel raggiungimento dell’uguaglianza di genere; “donne in un mondo del lavoro in evoluzione: verso un pianeta 50-50 nel 2030”. Dunque un raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile focalizzando il tema dell’uguaglianza di genere e dell’empowerment delle donne e delle ragazze oltre all’accesso globale alla formazione di qualità e all’apprendimento continuo.
Alla sue terza edizione “Donne al centro” ha emozionato il pubblico presente poiché ha scoperto un mondo sommerso, non con modalità eclatanti ma, donne, che lavorano per il bene comune, nella società, nel mondo medico e nel volontariato. La prima ad intervenire è stata Rita Agnello dirigente medico – pediatria del Gom di Reggio Calabria e responsabile Casa Famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII di Rimini, fondata da don Oreste Benzi. La professionista ha raccontato l’esperienza della sua Casa famiglia, idea nata tutta per caso, quando il marito Domenico, a suo tempo giovane fidanzato, svolse il servizio civile a Rimini da Don Benzi. Da qui nasce e parte la loro apertura verso il mondo dell’infanzia.
“La conoscenza di Don Benzi ci portò ad aprirci alla vocazione ed allo spirito della chiesa aprendo così una casa – comunità, oggi presente a Campo Calabro, struttura sempre pronta all’infanzia negata. La prima accoglienza fu un bambino di 11 anni, oggi più che quarantenne: con lui utilizzammo il metodo “home school”, facendo scoprire a questo giovane bambino, cose e situazioni che non aveva mai provato essendo stato in istituto da disabile. I bambini – dice Agnello – hanno la necessità di utilizzare sempre e comunque la parola “mamma”, e questo ci ha condotti a portare avanti il messaggio di Don Benzi ovvero che c’è – una famiglia dentro casa e non – una casa con una famiglia“.
“La mia oggi – continua la professionista – è composta da 3 figli naturali, quattro adozioni e varie accoglienze che mi hanno permesso di creare una “famiglia allargata” dove tutto cambia di valore. Ogni casa che è una Comunità ha un responsabile di zona con cui relazionarsi: sul territorio esistono altre case-comunità come quelle di Locri o Catona, ma ognuno con la propria vita e le proprie storie. Occorre sempre accettare tutto ed affrontarlo con il sorriso“.
Tra le testimonianze, quella in video messaggio di Raffaella che ha fatto capire al pubblico come accogliere, vuol dire non risolvere i problemi ma, aiutare a capire come una famiglia può essere anche quella in cui non nasciamo o non abbiamo legami di sangue. Per “affido” si intende che il bambino o la bambina ha una famiglia alle spalle che, però non può gestire o aiutare il proprio figlio. Importante è crederci e risolvere situazioni che a volte sembrano impossibili.
Giuseppina Albanese volontaria Fondazione Chops ha parlato della sua esperienza in una storia che vede Reggio Calabria capofila di un momento che riunisce solidarietà, ricerca ed aiuto. Albanese ha raccontato la storia del nipotino Mario: “è il Gennaio del 2023 quando Mario, che non ha ancora compiuto due anni, riceve sulle sue piccole spalle un fardello molto pesante, la diagnosi di una sindrome genetica ultra-rara, la sindrome CHOPS. Solo 13 casi descritti in letteratura medica e 40 in tutto il mondo. Mia figlia, mamma Manuela – ha continuato Albanese – ha lasciato poco spazio all’amarezza e ha deciso assieme a papà Gianni di trasformare il dolore in un percorso di luce, fede e di ricerca. Iniziano così a documentarsi senza sosta e raggiungono il gruppo internazionale di famiglie con lo stesso pesante fardello. Nasce così, dopo essere riusciti ad entrare in contatto con Lainey Moseley da Philadelphia mamma di Leta, 25 anni, la prima paziente in tutto il mondo ad avere la diagnosi CHOPS, nel 2012 l’idea di una raccolta Fondi, e di costituire una realtà solida e trasparente, dotata di una commissione medico-scientifica fatta dai maggiori esperti della CHOPS. E’ il 13 maggio del 2023: nasce la Fondazione CHOPS Malattie Rare e si concretizza non solo un Progetto di Ricerca Scientifica, ma un disegno di vita, che stilizza la “Ricerca di un sorriso”. L’obiettivo principale è finanziare la ricerca scientifica di una cura contro la sindrome CHOPS. Gabriella Perla nella qualità di volontaria ha raccontato degli appuntamenti collegati alla solidarietà per raccogliere fondi indispensabili quali gli acquisti solidali ed ancora le bomboniere o prodotti tipici che in base alle feste dell’anno creano occasione di avere punti vendita nelle scuole, al Gom e soprattutto nelle parrocchie reggine grazie alla Chiesa reggina. La nostra forza è il passaparola e la voglia e la necessità di fare qualcosa per questi bambini“, ha concluso.
Un evento che ha anche coinvolto non solo notissime professioniste reggine anche i poeti e gli artisti soci Muse con una lettura in chiave “poetica e simbolica” attraverso testimonianze poetiche visive ed artistiche raccontando “storie di volti di donne” trasportate su tela e descritte con versi attraverso l’illusione della comunicazione. Donne, madri, nonne, volti cari alle storie ed alla storia che hanno creato atmosfere di memorie attraverso un dialogo dei seguenti partecipanti: i poeti Luigi Barberio, Teresa Celestino, Clara Condello, Sonia Impala’, Patrizia Pipino, Rossana Rossomando, Antonietta Siviglia, Francesca Triolo. Gli artisti: Francesca Avenoso, Cristina Benedetto, Patrizia Crupi, Manuela Lugarà, Rossella Marra, Francesca Perina, Tina Nicolò, Wanda Simone.
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