Il riscaldamento è insufficiente e i bimbi devono stare in classe con il cappotto. Continuano i disservizi nelle aule della scuola dell’infanzia di via Due Principati, che ospita alunni di età compresa dai 3 ai 5 anni. Nonostante le segnalazioni inviate al Comune, nel plesso dell’Istituto comprensivo San Tommaso – Francesco Tedesco il termometro fa ancora fatica a superare i 10 gradi centigradi.
Come riportato da Il Mattino il 27 novembre scorso, nell’edificio le temperature fanno il paio con quelle che si registrano all’esterno. Una situazione che sta generando notevoli disagi innanzitutto ai piccoli studenti e, allo stesso tempo, al personale in servizio, tra corpo docente e collaboratori. E così ieri, a più di due settimane da quando il problema è diventato noto all’opinione pubblica, le lezioni si sono svolte a 15 gradi sopra lo zero. Altre volte, poi, si è scesi pure a 13. I bimbi, dunque, ormai restano al freddo quasi quotidianamente. Soprattutto all’inaugurazione della settimana, complice il weekend.
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A scuola chiusa, vale a dire, i termosifoni vengono spenti per almeno due giorni. Dunque l’effetto Polo Nord è assicurato alla prima campanella del lunedì. Lo aveva confermato anche la dirigente scolastica dell’Istituto. «Ci sono problematiche sulla temperatura, che infatti abbiamo rappresentato al Comune», aveva detto la preside Carmela Satalino a Il Mattino. Aggiungendo, sempre una quindicina di giorni fa, che «è il Comune – ad erogare il servizio di riscaldamento, così come avviene per quello della mensa e dello scuolabus».
Ed effettivamente da Palazzo di Città oggi emerge che i sopralluoghi sono stati effettuati. A interessarsene è stato l’ex assessore alla Pubblica istruzione e attuale consigliere comunale, Giuseppe Giacobbe. «Pur non facendo più parte delle mie competenze – evidenzia – sto provando a risolvere la questione. Già per due volte abbiamo inviato dei tecnici a verificare. L’ultimo intervento – puntualizza – c’è stato dieci giorni fa. Ma andremo nuovamente a controllare. Purtroppo il problema dipende dalle caldaie, che sono funzionanti ma vecchie, e dagli infissi inadeguati. Le finestre andrebbero sostituite. C’è una grande dispersione termica».
Dunque le temperature polari a cui sono costretti, in particolar modo, i bambini deriverebbero dall’impianto termico vetusto e dagli spifferi. Ed effettivamente entrambe le criticità sono riscontrabili all’interno della scuola di via Due Principati. Che non è, d’altronde, l’unica struttura che necessiterebbe di una manutenzione nell’ottica del risparmio energetico. «È pronto un progetto in tal senso. Doveva essere attuato quest’anno, ma è slittato al prossimo», rimarca Giacobbe. Tuttavia, al di là del rinvio delle opere di sostituzione degli impianti e degli infissi, proprio nell’ultimo periodo le temperature nelle classi della materna si siano fatte tanto rigide. Il dubbio è che le ore di accensione dei termosifoni durante la giornata scolastica non siano sufficienti.
«A scuola hanno il dovere di accendere il riscaldamento per otto ore al giorno. Quindi lo avviano alle 7 del mattino e alle 15 lo spengono», chiarisce il consigliere che ha preso a cuore la questione. Ma è qui che potrebbe avere origine il disservizio. In materia, cioè, vige la norma espressa da un regolamento governativo. Definiti il periodo in cui gli impianti termici vanno attivati negli edifici pubblici e le ore di messa in esercizio dei termosifoni. E lo fa, su scala nazionale, dividendo il territorio in fasce. Avellino appartiene alla fascia D, dove i caloriferi devono restare accesi per un massimo di 12 ore.
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Perciò quattro ore in più, e meglio distribuite a seconda delle lezioni. Una mossa che però spetta al Comune. «I sindaci, con propria ordinanza, a fronte di comprovate esigenze», dice la norma, «possono ampliare o ridurre la durata giornaliera di attivazione degli impianti termici». E per legge nelle scuole il termometro deve oscillare, e con costanza, dai 18 ai 22 gradi. Un motivo «comprovato» per prolungare l’accensione.
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