A un alto reddito pro-capite sul territorio corrisponde un alto tasso di popolazione detenuta non italiana
Milano – carcere di San Vittore – ora d’ aria, i detenuti camminano nel cortile. (foto Francesco Cocco/Contrasto)
L’analisi dei dati sulla distribuzione regionale dei detenuti stranieri sul totale della popolazione reclusa conferma e consolida la corrispondenza pressoché univoca e lineare tra il livello di reddito pro capite dei territori considerati e il tasso di detenzione degli stranieri. E’ quanto emerge incrociando gli ultimi dati sui redditi Istat (2023) e i dati del ministero della Giustizia.
Tale conferma risulta immediatamente evidente dal confronto delle due mappe tematiche realizzate in base alla distribuzione del reddito pro capite e alla percentuale di detenuti stranieri per regione che mostrano come in tutti i territori con un redito pro capite superiore alla media nazionale (di circa 30 mila euro l’anno nel 2023) vi sia anche un tasso di detenuti stranieri superiore alla media nazionale del 31,6%.
Bisogna inoltre sottolineare che la corrispondenza tra redito pro capite e detenuti stranieri risulta particolarmente più intensa rispetto a quella che sarebbe logica e scontata tra incidenza di stranieri sulla popolazione residente e percentuali di detenuti stranieri.
In sostanza, se è vero che gli istituti di pena sono sempre più uno strumento di separazione tra fasce deboli e marginali della popolazione e il resto del corpo sociale, sembra che lo sia in maniera decisamente più evidente per gli stranieri presenti sul territorio.
Questo fenomeno e questa corrispondenza assumono, in alcuni casi, una conformazione piuttosto significativa. In questo senso l’esempio più evidente è quello del Trentino alto Adige che, pur presentando un’incidenza di stranieri inferiore a Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Lazio, è la prima invece sia per redito medio pro capite sia per tasso di detenzione di stranieri.
D’altro canto il Lazio, che si posiziona al terzo posto tra le regioni con incidenze elevate di stranieri residenti sulla popolazione, si colloca nella decima posizione sia per reddito pro capite che per percentuale di stranieri detenuti.
Passando oltre e nelle valutazioni più specifiche su dimensioni e caratteristiche della popolazione straniera detenuta, alla data del 28 febbraio 2025 le presenze negli istituti di pena in Italia hanno raggiunto la cifra di 19.647 unità, 608 in più rispetto alla stessa data dello scorso anno per un incremento del 3,2% che risulta superiore alla variazione del 2,0% di tutta la popolazione detenuta; la loro incidenza sull’intero insieme delle persone detenute è del 31,6%.
La situazione nel Lazio
Nel Lazio i detenuti stranieri presenti sono 2.431 corrispondenti al 36,3% della intera popolazione detenuta. Risultano in diminuzione di poco più di cento unità rispetto a fine febbraio 2023.
Nella nostra regione l’incidenza dei detenuti stranieri si conferma stabilmente superiore alla media nazionale. Il Lazio, comunque, non figura tra le regioni con le maggiori incidenze di detenuti stranieri. Le concentrazioni più elevate si riscontrano in tutte le regioni nel Nord Italia e in particolare in Trentino Alto Adige (59,6%), Valle d’Aosta (58,9%) Liguria (52,7%) Veneto (51,8%), Emilia Romagna (51,0%) che sono anche le regioni in cui gli stranieri sono la maggioranza delle popolazione detenuta.
Per quanto riguarda in particolare la nostra Regione sono piuttosto importanti i dati e le differenze che si verificano nei singoli istituti di pena. Infatti le percentuali sono decisamente diverse e le situazioni di Rieti, Regina Coeli e Civitavecchia dove i detenuti stranieri sono poco più o poco meno della metà di tutti i presenti.
Un altro importante e aspetto riguarda la posizione giuridica e le pene da scontare dei stranieri in carcere. Attualmente nel Lazio i detenuti stranieri in attesa di giudizio sul totale sono circa uno su tre (33,2%)% a fronte di un’incidenza di italiani, che si trovano nella stessa condizione, del 28,3%.
In tutta Italia le incidenze delle persone in attesa di giudizio sono rispettivamente del 28,0% per gli stranieri e del 22,8% per gli italiani.
Oltre a presentare percentuali maggiori di detenuti in attesa di giudizio, sono in proporzione superiori agli italiani i detenuti stranieri che devono scontare pene inferiori ai cinque anni: nel Lazio 38% e in tutta Italia 40%. Gli italiani in tali condizioni sono il 32% nel Lazio 32% e il 29% in tutta Italia.
Si confermano anche le differenze di età: l’età media dei detenuti stranieri è significativamente inferiore rispetto a quella degli italiani (37,2 vs. 45,2 in tutta Italia, 38,7 vs. 45,3 nel Lazio).
Bisogna anche sottolineare che i detenuti stranieri presenti con meno di 35 anni sono il 45% in Italia e il 38% nel Lazio.
Si conferma, quindi, quel quadro che avevamo già delineato in passato di una popolazione straniera ristretta composta soprattutto da giovani in attesa di giudizio o con condanne relativamente lievi.
100 nazionalità diverse nella nostra regione
Infine, guardando alle nazionalità, complessivamente nel Lazio sono presenti detenuti appartenenti a 100 nazionalità diverse, ma gli appartenenti alle prime dieci più numerose costituiscono il quasi due terzi: il 65,3%. In tutta Italia le nazionalità presenti sono 145 e i detenuti delle prime dieci sono il 72,4%.
Nel Lazio i detenuti di nazionalità rumena costituiscono il 18,8% della popolazione detenuta sono invece il 10,8% a livello nazionale. Al secondo posto per numerosità i cittadini marocchini (sono il 9,9% sul totale nel Lazio e ma il 21,7% in tutta Italia e costituiscono la prima nazionalità per numero di presenti sull’intero insieme degli istituti penitenziari italiani) al terzo posto i cittadini albanesi che fanno registrare una percentuale dell’8,4% nel Lazio mentre in Italia costituiscono il 9,8%.
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