François Bechieau: “Trump è un nemico del popolo palestinese”

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Lo scrittore Eugenio Cardi intervista François Bechieau, Segretario Nazionale del Movimento Progressista francese, sulle questioni più scottanti sul piano internazionale: conflitti israelo-palestina e russo-ucraino e l’elezione di Donald Trump.

Breve intervista a François Bechieau

Il momento storico che viviamo è estremamente delicato, ma la questione sulla quale un po’ tutti sono focalizzati è l’elezione di Trump negli USA: cosa pensa delle esternazioni del nuovo Presidente statunitense a proposito della Groenlandia, del Canada, del Messico, del canale di Panama ma soprattutto a proposito di Gaza e della annunciata deportazione (non si sa dove, dato che i Paesi arabi hanno negato il loro assenso) di 2 milioni di palestinesi?

Sapevamo già che Trump era un uomo assetato di potere senza scrupoli e senza alcun ritegno, ne abbiamo oggi conferma con le sue dichiarazioni brutali e aggressive nei confronti degli Stati sovrani. Sapevamo anche che è un nemico del popolo.

Le sue dichiarazioni su Gaza, del tutto folli e intempestive, ce lo confermano. Nemico del popolo palestinese, a Gaza e altrove, che disprezza e con cui non ha nulla a che fare. Trump oggi si erige a imperatore di un mondo che considera sotto la sua influenza.

Quale crede sarebbe la soluzione più corretta ed equa per riuscire a interrompere il conflitto israelo-palestinese che ormai va avanti da più di 75 anni e tende a peggiorare drammaticamente ogni giorno di più?

Sarebbe ovviamente necessario creare le condizioni affinché due popoli possano vivere in pace in due Stati sovrani. Per fare questo, Israele deve fermare la sua politica di colonizzazione della Cisgiordania e liberare Marwan Barghouti, che da solo sembra capace di restaurare l’immagine dell’Autorità Palestinese e di porre fine all’influenza di Hamas. Dobbiamo mettere a tacere gli estremisti di entrambe le parti. Siamo ancora lontani ma è sempre possibile sperare.

Le principali Risoluzioni ONU che riguardano tale conflitto (la 181 del 1947, la 194 del 1948 e la n. 242 del 1967) sono rimaste del tutto lettera morta, non sono mai state attuate. Crede sarà mai possibile riuscire a farle rispettare? Ovvero che nasca lo Stato palestinese, che Israele rientri nei territori pre-1967 e che ai palestinesi venga finalmente assicurato il loro “diritto al ritorno”?

Sì, dobbiamo sperare e agire affinché Israele attui le risoluzioni delle Nazioni Unite! L’Europa, se riesce a concordare una linea politica, può promuovere il rispetto delle sue risoluzioni e del percorso di due Stati. Per fare questo, dobbiamo ricordare il diritto del popolo palestinese a vivere in uno Stato sovrano e ad agire per il riconoscimento della Palestina.

Putin ha appena invitato Trump a Mosca: crede che possa essere il preludio a un trattato di pace tra Russia e Ucraina dopo 4 anni di una guerra terribile che ha distrutto la vita centinaia di migliaia di persone da entrambe le parti?

Putin e Trump si prendono tutti gioco del popolo ucraino. Il primo vuole ricostruire una grande Russia sottomettendo l’Ucraina mentre il secondo vuole trarre vantaggio dalla sua ricchezza.

Di fronte a questi due tiranni e ai loro diktat, dobbiamo sostenere la fermezza del presidente Zelenskyj e aiutare l’Ucraina ad affrontare l’aggressione omicida di cui è vittima da 3 anni. L’Europa deve mantenere l’equilibrio di potere e non cedere a Trump e Putin.

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