“Il problema con la vita è che, anche quando non cambia mai, cambia continuamente”, scriveva Pennac nel suo libro Abbaiare stanca, descrivendo l’inevitabilità del cambiamento, anche quando sembra che tutto rimanga uguale. Il titolo del libro ha ispirato una mostra fotografica che ritrae alcuni ospiti del canile municipale Monte Contessa, sulle alture di Genova, e racconta le loro storie. Dopo una prima brevissima edizione nella suggestiva area archeologica dei Giardini Luzzati, nel centro storico di Genova, lo scorso novembre, la mostra ora si trova a Sestri Levante, a Palazzo Fascie, e sarà aperta al pubblico sino al 22 marzo.
“Abbaiare stanca è il risultato della sofferenza pura ed innocente di chi dedicherebbe la sua vita intera ad un essere umano, ma spesso ha ricevuto in cambio solo grosse delusioni” si legge nel cartello introduttivo. Il percorso fotografico vuole far vivere in chi guarda tutte le emozioni che si provano camminando lungo i corridoi dei canili, dove si alternano i box dei tanti cani che vivono aspettando una famiglia.
«L’idea nasce dalla volontà e forse anche dall’illusione di riuscire fare qualcosa di concreto per gli ospiti del canile», mi spiegano due volontarie. «Ogni giorno facciamo tutto il possibile per rendere la loro quotidianità meno difficile: alcuni purtroppo hanno delle patologie gravi o sono malati terminali, altri invece vivono in un box da tanti anni, dopo aver conosciuto l’abbandono». Ecco perché sono così importanti le adozioni consapevoli: scegliere di adottare un animale in canile è un grande gesto d’amore che richiede però responsabilità, empatia e pazienza.
Esplorando la mostra e leggendo le didascalie, uno scatto dopo l’altro, si esce con la percezione di conoscere i cani e i gatti immortalati da Eugenia Pettigiani, l’autrice delle fotografie, che catturano l’essenza profonda di ogni animale. L’abbiamo intervistata per farci raccontare meglio questo progetto.
Eugenia, raccontaci di questa mostra.
Ogni foto che ho scattato racchiude un passato da dimenticare, un presente carico di speranze e un futuro tutto da scrivere. Inizialmente mi era stato proposto di scattare qualche foto da pubblicare sui canali social del canile per far vedere meglio i cani e favorirne l’adozione. Quando però sono andata in canile la prima volta l’emozione è stata talmente forte che ho sentito di voler fare di più, perché fotografarli non mi sembrava abbastanza. Da qui è nata l’idea di realizzare una mostra interamente dedicata a loro.
Le foto raccontano la storia di quei cani che hanno capito che essere scelti una volta non basta per vivere una vita felice lontano dalle sbarre
L’esposizione racconta tante storie: quelle dei “morsicatori”, che in realtà non sono altro che vittime della cattiveria umana, quelle di tanti gatti sottoposti a sequestro per innumerevoli ragioni o di quei cani che hanno capito che essere scelti una volta non basta per vivere una vita felice lontano dalle sbarre.
Con quale criterio hai scelto i cani e i gatti da immortalare? Leggendo le didascalie delle foto ho visto che alcuni hanno anche storie pesanti alle spalle.
Sì, le storie sono tante. Sin dalla prima volta in cui sono andata a scoprire questa realtà ciò che più mi è rimasto impresso è stata la quantità di cani terrier di tipo bull presenti in canile: una razza forte, sensibile ma soprattutto incompresa. Per questo ho deciso di renderli protagonisti della mostra, perché effettivamente loro sono i ‘protagonisti non scelti ’ di questa storia.
Anche il seminario che ha accompagnato l’inaugurazione si è di conseguenza focalizzato su questa razza: “Il Terrier di tipo bull: forza e sensibilità” è stato tenuto dagli istruttori cinofili Claudia Cavallo, Laura Crotti e Riccardo Rogina, che hanno aiutato a capire in profondità le caratteristiche morfologiche e comportamentali di questa tipologia di cani. Poi sono stati immortalati anche cani di altre razze, ovviamente, ma va tenuto presente che non tutti i cani si possono fotografare, per questo i volontari mi hanno indicato quelli più adatti.
E questa seconda edizione della mostra fotografica?
Siamo riusciti a realizzarla grazie alla volontà e al lavoro di Fido Libero, un’associazione che opera sul territorio di Sestri Levante dal 2008 e che è nata per rappresentare le persone che hanno scelto di condividere la loro vita con un animale d’affezione. Fido Libero lavora per tutelare i diritti degli animali e promuovere una cultura basata su buone regole per una convivenza civile e armoniosa.
Parlaci di te. So che lavori nel settore eventi e comunicazione. Sei anche una fotografa professionista? Le foto che hai scattato sanno entrare nell’anima dei cani e dei gatti ritratti ed emozionano chi le guarda. Mia figlia di sette anni si è commossa osservando alcuni sguardi…
Non mi piace definirmi fotografa in realtà, perché non mi reputo ancora tale. Studio da circa due anni con un professionista che mi sta insegnando tanto che mi fa anche da mentore, supportandomi nelle mie iniziative e nei vari progetti. Il sogno è farla diventare anche una professione.
La mostra fotografica “Abbaiare stanca” è stata inaugurata il 1° marzo 2025 presso la sala Carlo Bo al primo piano di Palazzo Fascie a Sestri Levante e sarà visitabile gratuitamente fino al 22 marzo 2025 seguendo gli orari del museo.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link