Giovani Imprenditori – | DEMOCRATIZZARE L’INVESTIMENTO IN STARTUP


Con Akka chiunque può diventare un business angel! L’intervista a Nicolas Nati, Ceo del Club di investimento di Chiellini

In un contesto di crescente complessità e rapida evoluzione tecnologica, diventa necessario ridisegnare gli ecosistemi a supporto dell’innovazione. In Italia, il sostegno e gli investimenti in startup restano an- cora limitati, complice una cultura imprenditoriale e e dell’investimento poco orientata al rischio e una scarsa conoscenza delle opportunità offerte dalle nuove imprese. Per colmare questo gap, è necessario democratizzare l’accesso agli investimenti in startup, rendendoli più inclusivi e accessibili a un nume- ro maggiore di attori. È in questo scenario che realtà come Akka si inseriscono con un approccio rivoluzionario, offrendo strumenti concreti per avvicinare ca- pitali e idee e accelerando così la trasformazione del nostro ecosistema imprenditoriale

“Akka è una piattaforma che sta rivoluzionando il pano- rama degli investimenti in startup, rendendo l’accesso a capitali e opportunità più semplice e aperto a chiunque desideri intraprendere il percorso di business angel – spiega Nicolas Nati, Ceo di Akka Italia La sua missione è abbattere le barriere tradizionali che limitano la partecipazione a questi investimenti, che in genere sono riservati a una ristretta élite di investitori istituzionali o ultra-privilegiati. Con un approccio che punta a democratizzare l’investimento, Akka sta creando nuove possibilità per chiunque voglia fare il proprio ingresso nel mondo del venture capital, riducendo le complessità legate alla gestione di investimenti e ampliando il nume- ro di potenziali attori nel sistema imprenditoriale.” Una piattaforma che consente agli utenti di partecipare a investimenti in startup selezionate, offrendo strumenti digitali che semplificano e rendono trasparente l’intero processo, dal finanziamento alla gestione del portafoglio, ponendo le basi per una rivoluzione nel mondo del venture capital.

AKKA ARRIVA IN ITALIA GRAZIE A GIORGIO CHIELLINI E NICOLAS NATI

Il progetto nasce in Francia dalla mente di Thomas Rebaud, uno dei business angels più influenti del pa- ese e fondatore del sesto unicorno francese Meero, nonché serial entrepreneur con numerose exit milionarie. Li si chiama Blast.club, e attira rapidamente i riflettori del panorama internazionale investendo quasi 25 milioni di euro in startup durante il suo primo anno di vita. L’onda del successo porta il proget- to in Spagna e poi in Italia, dove sale a bordo Giorgio Chiellini, ex campione di calcio e ora Dirigente della Juventus, che negli ultimi anni è diventato un impor- tante player nel venture capital. A dirigere Akka Italia, Nicolas Nati, manager e investitore esperto nel lancio e nella scalabilità di startup in Italia. Con lui Gian Luca Comandini, imprenditore e pioniere di blockchain in Italia, e il divulgatore di finanza personale Riccardo Zanetti, entrambi in qualità di partner associati. “Giorgio Chiellini ha un legame profondo con l’innova- zione e il mondo delle startup – racconta Nati – La sua visione va oltre il calcio e si estende all’economia digitale, alla tecnologia e alla crescita delle nuove generazioni di imprenditori. Il suo contributo a questo progetto è fonda- mentale, perché non solo porta un valore simbolico, ma rappresenta anche l’approccio vincente di Akka: l’unione di competenze e passione per un futuro più inclusivo nel mondo degli investimenti.”

UN NUOVO MODELLO PER GLI INVESTITORI RETAIL

Il settore degli investimenti in startup sta esplorando nuove frontiere: Akka, così come il cugino francese Blast, è un club di investimento creato ad hoc per gli investitori retail, per permettere loro una studiata diversificazione del portafoglio e l’accesso a startup selezionate da esperti sulla base di criteri di profittabilità prevista e low burn rate.

A differenza del crowdfunding, modalità di finanziamento a cui raramente si affidano le startup di livello, il modello Akka offre accompagnamento e supporto decisionale, presentando ai membri del club realtà in cui per primi credono e investono i loro capita- li Thomas, Giorgio e Nicolas. Personaggi di rilievo nel panorama degli investimenti, che siedono a ta- voli diversi da quelli a cui potrebbe partecipare un privato che si avventura in questo mondo: “L’idea su cui Thomas Rambaud ha voluto impostare il club, è che tutti gli iscritti possano accedere alle condizioni di investimento che verrebbero offerte solo a personalità come lui – racconta il Ceo Nati a proposito del founder – Stiamo parlando di un investitore seriale, con alle spalle uno dei 30 unicorni francesi della storia e numerose exit milionarie. In questi casi le regole del gioco si invertono, e sono le startup a richiedere finanziamenti e mentorship da business angels di questo livello, dando quindi spazio a condizioni agevolate”.

L’OBIETTIVO PER IL 2025?

Akka è approdata in Italia a metà novembre 2024, ma il modello di successo consolidato ha grandi ambizioni per il 2025: investire 50 milioni di euro in startup e di- ventare il più grande fondo early-stage in Italia entro 24 mesi, acquisendo almeno 1000 nuovi membri l’an- no. D’altronde, i dati dimostrano che il settore del ven- ture capital è in forte crescita, con ritorni medi annua- li del 23,8% nel decennio 2010-2020; investimenti dai rendimenti rumorosi, se non fosse che il settore sia da sempre riservato a società o privati che dispongono di ingenti capitali di ingresso e network esclusivi per venire a conoscenza delle opportunità. Un ecosistema poco sostenibile, che danneggia sia gli investitori privati sia le startup che necessitano finanziamenti. “Akka non vuole rubare clienti e capitale ad altri players, ma ‘sbloccarlo’ – continua il CEO – Il grande pubblico ha poca consapevolezza delle opportunità di investimento e, più in generale, la cultura finanziaria in Italia è spesso insufficiente. Per questo motivo miriamo a costruire una community di investitori in costante formazione, a cui vogliamo dare gli strumenti per prendere scelte informate. Noi presentiamo ai membri le startup preselezionate in cui crediamo e investiamo in prima persona, ma loro possono scegliere di volta in volta le opportunità più adatte alle proprie esigenze.”

Il club infatti dedica molte energie a organizzare incontri e occasioni di networking tra i membri ed eventi di formazione. L’ultimo ha visto il divulgatore scientifico Riccardo Zanetti dialogare con Gianluca Comandini, il precursore delle cripto valute in Italia, su temi come blockchain, crypto e bitcoin. “Sono eventi estremamente arricchenti, che aggiungono valore al nostro servizio e soprattutto rendono la community un circolo di persone curiose, informate e pronte a fare rete tra di loro. A questo si aggiungono degli eventi di educazione finanziaria, masterclass su diversificazione, investimenti, ma anche ricerche di mercato e analisi dei business plan delle startup che proponiamo” conclude Nati.

IN COSA INVESTIRE NEL 2025? L’EQUILIBRIO TRA RISCHIO E RITORNO

Nonostante il settore Tech sia considerato trainante e presenti molti vantaggi in termini di scalabilità, Akka investe indiscriminatamente in progetti ad alto potenziale. A differenza del modello tradizionale della Silicon Valley, che punta su pochi unicorni a fronte di un elevato tasso di fallimenti, Akka adotta una strategia più equilibrata, posizionandosi a metà tra un pic- colo private equity e un venture capital. L’obiettivo è costruire un ecosistema sostenibile con ritorni com- presi tra 5x e 20x, puntando su startup con piani di profittabilità a 18-24 mesi e un burn rate contenuto. Un modello che mira a rafforzare la fiducia nel mercato e a creare un circolo virtuoso tra capitali e innovazione, senza inseguire speculazioni ad alto rischio. L’approccio di Akka è fortemente internazionale, ma con un’attenzione crescente verso l’Italia: “Da quando siamo arrivati nel Paese, il numero di startup italiane nella nostra pipeline è aumentato significativamente e stiamo valutando con attenzione diverse opportunità”, spiega Nicolas Nati. L’obiettivo è colmare il gap tra imprenditori e investitori, creando un ecosistema in cui il capitale possa fluire più facilmente e supportare la crescita delle realtà più promettenti”.



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