Infobesità come nuova censura all’informazione: il Caso di Donald Trump
Abstract: l’articolo analizza la “non” nuova strategia comunicativa digitale, portata agli estremi da Donald Trump
The article analyses the “not” new digital communication strategy, taken to extremes by Donald Trump
Introduzione
L’infobesità, o sovraccarico informativo, è un fenomeno caratterizzato dall’eccesso di informazioni disponibili, che rende difficile per le persone distinguere tra notizie rilevanti e irrilevanti, causando confusione e indecisione. Nell’era digitale, questo problema è amplificato dalla rapida diffusione di contenuti attraverso i media tradizionali e le piattaforme online.
La strategia comunicativa di Donald Trump ha esacerbato l’infobesità attraverso l’uso deliberato di tattiche progettate per saturare lo spazio mediatico. Sin dal suo primo mandato, Trump ha adottato una comunicazione caratterizzata da dichiarazioni provocatorie, annunci frequenti e l’uso massiccio dei social media, creando un flusso costante di informazioni che ha sovraccaricato sia il pubblico che i media.
Uno degli architetti di questa strategia è stato Steve Bannon, ex consigliere di Trump, che nel 2019 ha teorizzato l’idea di “inondare la zona” con informazioni, sfruttando la presunta pigrizia e superficialità dei media. Bannon sosteneva che, fornendo costantemente nuovi argomenti, i media si sarebbero concentrati solo su alcuni, permettendo all’amministrazione di agire liberamente su altri fronti senza un attento scrutinio pubblico.
Questa tattica ha portato a una continua sensazione di caos e urgenza, con l’opinione pubblica spesso incapace di focalizzarsi su questioni specifiche a causa del ritmo incessante delle notizie. Ad esempio, mentre l’attenzione era rivolta a dichiarazioni controverse come la proposta di trasformare la Striscia di Gaza in una “Riviera del Medioriente” senza la presenza palestinese, altre azioni governative passavano inosservate.
Cos’è l’Infobesità?
Il termine “infobesità” (dall’inglese information overload) è stato coniato negli anni ’70 dal futurologo Alvin Toffler, ma ha assunto una rilevanza crescente con l’avvento di internet e dei social media. L’infobesità si verifica quando il flusso di informazioni supera la capacità umana di elaborarle, portando a:
- Difficoltà nel prendere decisioni
- Ansia e stress
- Dipendenza dalle notizie
- Superficialità nell’analisi delle informazioni
Il fenomeno non è solo una questione tecnologica, ma ha profonde implicazioni politiche e sociali, specialmente quando viene sfruttato in modo deliberato.
Trump e l’eccesso di informazioni
Durante il mandato presidenziale (2017-2021), Donald Trump ha utilizzato diverse tecniche comunicative che hanno contribuito ad alimentare l’infobesità:
- Tweet incessanti: Trump utilizzava Twitter come megafono personale, pubblicando in media più di 30 tweet al giorno. Ogni dichiarazione provocatoria generava dibattiti e copertura mediatica, spesso distogliendo l’attenzione da questioni più serie.
- Notizie Contraddittorie: Le dichiarazioni di Trump cambiavano frequentemente, creando confusione. Ad esempio, durante la pandemia di Covid-19, il presidente passava dal minimizzare il virus a promuovere cure non provate come la clorochina.
- Attacchi ai Media: Definendo i media tradizionali come fake news, Trump ha contribuito a creare una narrazione in cui solo la sua voce (e quella di media alleati come Fox News) era considerata affidabile, aumentando la frammentazione informativa.
L’infobesità indotta dalla comunicazione di Trump ha avuto effetti profondi sull’opinione pubblica americana:
- Polarizzazione: Il continuo flusso di notizie contraddittorie ha spinto le persone a cercare conferme alle proprie convinzioni, aumentando la divisione tra sostenitori e oppositori.
- Assuefazione al caos: L’incessante ciclo di notizie ha generato una sensazione di caos permanente, che ha reso difficile distinguere tra scandali gravi e controversie minori.
- Disinformazione: La quantità di informazioni false o fuorvianti ha reso più difficile verificare la veridicità delle notizie.
Conclusione
La strategia di Trump ha evidenziato uno dei paradossi fondamentali dell’infobesità: più informazioni abbiamo, meno siamo in grado di comprenderle. La quantità di notizie non si traduce automaticamente in maggiore conoscenza, ma può anzi generare apatia e disillusione; divenendo un nuovo metodo di censura all’informazione
L’infobesità non è solo una conseguenza accidentale dell’era digitale, ma può diventare un vero e proprio strumento di potere nelle mani di chi sa sfruttarne le dinamiche. La comunicazione di Donald Trump ha dimostrato come la sovrabbondanza di informazioni possa essere utilizzata per manipolare l’opinione pubblica, creando un ambiente in cui la confusione diventa un’arma politica.
Per affrontare questo fenomeno, è necessario promuovere l’educazione alla comunicazione digitale, rafforzare i media indipendenti e sviluppare strumenti per aiutare le persone a filtrare le informazioni in modo critico.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link