Carmine Iampietro, 75 anni pugliese, è il presidente dell’associazione pensionati Italiani in Albania. Vive a Durazzo da dieci anni con la moglie e ha fatto da apripista ai tanti italiani che oggi vivono nel Paese delle Aquile
Carmine Iampietro, 75 anni, è il presidente dell’Apia, l’associazione pensionati Italiani in Albania. Vive a Durazzo da dieci anni con la moglie ed è il punto di riferimento per tutti coloro che vogliono trasferire il proprio domicilio fiscale e residenza nel Paese delle Aquile. Dopo 48 anni di lavoro a Novara come meccanico di moto ha attraversato il mare per godersi la pensione. Nel 2015 ha fatto armi e bagagli e, a bordo del suo camper, ha intrapreso un viaggio di sola andata alla volta dell’Albania.
«Il motivo non è solo economico dal momento che l’assegno spedito dall’Inps qui resta lordo e non si pagano tasse – tende a precisare Carmine -. Ma anche perché ci si sente sicuri, non c’è microcriminalità e la sera puoi passeggiare tranquillamente senza temere di essere scippato. In Albania c’è la certezza della pena e non ci sono sconti per chi commette un reato. E questo, per un anziano, è garanzia di tranquillità e serenità. E, poi, si aggiungono spiagge bellissime, un popolo accogliente e il costo della vita decisamente basso. Ieri sera siamo andati con gli amici a mangiare il capretto e abbiamo speso appena 15 euro a testa per una cena completa. Una cosa impensabile nel nostro Paese!».
I pensionati italiani in Albania negli ultimi tre anni sono aumentati in maniera esponenziale. «Vengono da tutte le regioni e c’è una buona rappresentanza anche dalla Puglia che dista appena mezz’ora di volo da qui. Prima del 2021 eravamo circa 300 oggi, secondo gli ultimi dati dell’Aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero, con l’approvazione della legge che permette ai cittadini europei che si trasferiscono a vivere in Albania l’esenzione totale dalle imposte sulla pensione, siamo arrivati quasi a 3 mila. Ci conosciamo quasi tutti, siamo una comunità sempre pronta ad aiutarsi. Ogni mercoledì ci incontriamo in diretta sul nostro canale youtube per confrontarci su argomenti di ogni tipo. Qui a Durazzo il nostro punto di ritrovo è il bar ristorante “Te Xhabarka” dove organizziamo pranzi o cene in allegria».
Carmine Iampietro ha fatto un po’ da apripista. «Ho dovuto lottare più di un anno con l’Inps di Novara, ma alla fine ce l’ho fatta. E così ho creato l’associazione e mi sono battuto affinché tutti i pensionati italiani potessero ottenere il permesso di soggiorno senza dover necessariamente comprare una casa o trovare un lavoro».
È, quindi, la detassazione della pensione la vera ragione dell’arrivo in Albania di tanti pensionati. «In pratica se in Italia 1.500 euro lordi diventano 1.150 netti, qui restano 1.500 euro puliti. E non vengono solo coloro che hanno redditi bassi, – sottolinea Iampietro – ci sono molti pensionati ricchi con più di 50 mila euro l’anno».
L’inflazione ha colpito anche il Paese della penisola balcanica, ma i prezzi sono comunque inferiori rispetto all’Italia. Carmine nel 2013 ha comprato una casa a Durazzo a pochi passi dal mare su una spiaggia di 8 chilometri circa, che «ricorda un po’ la costa romagnola – dice -. Per chi vuole acquistare un appartamento in una zona residenziale oggi i prezzi sono tra i 1.100 e i 1.300 euro al metro quadro, quando ho comprato io erano addirittura la metà. Anche gli affitti sono convenienti e si aggirano sui 300 euro al mese, così come le utenze che ammontano complessivamente a circa 100 euro al mese, tra luce, gas, wifi, acqua ecc.».
Con quello che si risparmia di tasse, dunque, i pensionati italiani in Albania si possono permettere una qualità della vita più che dignitosa. Anche per quanto riguarda le cure mediche. In Albania la sanità pubblica è ancora al di sotto degli standard europei, quindi meglio affidarsi a quella privata «con un servizio eccellente».
L’Apia ha una convenzione con una clinica di Tirana in cui lavorano tanti medici italiani, che esercitano la professione in entrambi i Paesi. «Per una visita specialistica, che in Italia costa in media 150 euro, in Albania ci vogliono dai 30 ai 40 euro e non esistono neanche le liste d’attesa!».
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