I nuovi protagonisti di Venti di futuro sono Pierangelo e Michelangelo Raiola, 32 anni appena compiuti, originari di Napoli ma cresciuti tra le Dolomiti. E come nelle migliori realtà imprenditoriali anche la loro idea è nata da un bisogno: Pierangelo è un ex atleta agonista ma la sua carriera sportiva si è interrotta a causa di continui infortuni. «Come dice spesso Warren Buffett, “fare impresa è un po’ come sposarsi” e per noi due, gemelli così uniti, era inevitabile collaborare in un progetto tutto nostro»
Due gemelli, uniti dalla passione per lo sci alpino e per la tecnologia, sviluppano a New York un’assistente virtuale che grazie all’AI offre risposte personalizzate sul percorso sanitario di ogni utente, a partire da fisioterapia e nutrizione.
Loro sono Pierangelo e Michelangelo Raiola, 32 anni appena compiuti, originari di Napoli, cresciuti tra le Dolomiti. Pierangelo è un ex atleta agonista. Ha gareggiato fino a 20 anni. La sua carriera sportiva si interrompe a causa di una serie continua di infortuni. «Tanti di questi infortuni potevano essere curati prima e meglio». Così lascia la carriera sportiva, decide di cambiare strada e trasformare quella frustrazione di non avere avuto un accesso immediato alle cure in un’impresa. Entra alla Yale School of Management con una borsa di studio e si trasferisce negli Stati Uniti. «Qui ho conosciuto un network straordinario di studenti, professori e alumni. Poi ho lavorato due anni in CapM Advisors con Carlo Bronzini (boutique M&A specializzata in health-tech e insurance), dove ho imparato ciò che serviva per dare forma a Nora».
Michelangelo, invece, ha la passione per il mondo dell’imprenditoria fin da subito. «Era affascinato dall’effetto che una strategia può avere sul valore di un’azienda. Ha approfondito il concetto di “active shareholder” nella sua tesi di laurea alla LUISS, ancora oggi molti studenti gli scivno. Dopo 4 anni da Investment Professional nell’hedge fund attivista Knight Vinke, ha capito che la vera spinta operativa e strategica si realizza solo creando la propria impresa. Come dice spesso Warren Buffett, “fare impresa è un po’ come sposarsi” – e per noi due, gemelli così uniti, era inevitabile collaborare in un progetto tutto nostro». Nora health.ai nasce a gennaio 2024.
La nascita di Nora
«Nora è il nostro assistente virtuale che integra grandi modelli linguistici (LLM) e computer vision specializzata in fisioterapia e nutrizione. Non si ferma al semplice consiglio. Indica quando è necessario consultare un medico, quali farmaci da banco possono aiutare o se basta il riposo. Inoltre, grazie al nostro marketplace, connettiamo l’utente ai servizi e ai professionisti di cui ha bisogno in modo istantaneo. Partiamo dalla fisioterapia, perché è un tema che conosco bene, e dalla nutrizione, perché è un bisogno sentito da tutti».
Così Nora, davanti a un mal di schiena, è in grado di capire se è necessario un consulto ortopedico, se basta un farmaco da banco, se è sufficiente il riposo. Se ti serve un fisioterapista, ti indica quello più vicino e più indicato per te. A che punto siete, oggi? «Stiamo scalando. Contiamo già 750.000 utenti e 70 aziende partner negli Stati Uniti. Siamo un team di 10 persone. Il modello di business si basa su un sistema di cost-per-action: ogni volta che un utente prenota una visita, acquista un farmaco o sceglie un prodotto health tramite la piattaforma, noi riceviamo una revenue»
Il round
Il progetto è sostenuto da un pool di investitori. A settembre 2024 i due fratelli hanno raccolto 5 milioni di dollari nel pre-seed. «Tra i nostri principali sostenitori ci sono Saxe Capital (fondo spin-off di Founders Fund), Gaingels, il fondo di Yale, Edward Ho, uno dei principali donatori di Mount Sinai e BVV Ventures. Abbiamo attratto anche investitori italiani tra cui la Wellness Holdings di Nerio ed Edoardo Alessandri, IAG, Lumen Ventures e altri angel investor tra cui Giorgio Chiellini» spiega Pierangelo.
Tra i passi futuri, c’è l’area di prevenzione e quella della salute mentale. «Puntiamo a costruire un ecosistema in cui ogni persona possa prendere decisioni di salute in modo semplice, immediato e consapevole». Il nome Nora? «Probabilmente viene dall’hindi. In americano si traduce in Aid, Vitality, Assistance: aiuto, vitalità e assistenza ed è proprio quello che stiamo provando a fare, umanizzando l’intelligenza artificiale».
Cosa avete imparato facendo startup? «Che avere un’idea brillante non basta: l’esecuzione è tutto. Che è importante circondarsi di persone competenti, di investitori, mentori, di chi ci è già passato e che può guidarti. Che bisogna saper raccontare una storia, partendo da un problema. «Se i miei infortuni fossero stati compresi prima, oggi non avrei problemi cronici al ginocchio. Ed è proprio da questa esperienza che è nata Nora».
Quel sogno di tornare in Italia
Napoli resta nel cuore. «Se un giorno torneremo, sarà per costruire qualcosa di grande proprio a Napoli. Noi napoletani abbiamo un’energia speciale, e credo che ci sia ancora tanto spazio per fare…»
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