Si è aperto con un minuto di silenzio dedicato alle vittime di femminicidio ed alle morti bianche “Pari o dispari – Stop alla violenza economica contro le donne”, l’incontro promosso dalla Conferenza delle Donne Democratiche di Lucca che si è tenuto ieri nella sala conferenze del Museo Antica Zecca guidato dal presidente Alessandro Colombini. All’evento, moderato dal vicecaposervizio de La Nazione di Lucca Cristiano Consorti, si sono affrontati temi come l’imprenditoria femminile, l’inserimento al lavoro delle donne vittime di violenza e del sostegno che i centri antiviolenza del nostro territorio offrono quotidianamente a chi ne ha bisogno.
A fare i saluti Patrizio Andreuccetti, segretario territoriale del Pd, Alessandra Nieri, portavoce della Conferenza Donne Democratiche di Lucca, Camilla Corti, presidente assemblea territoriale del Pd e Alessandra Nardini, assessora con delega alle pari opportunità della Regione Toscana. Ad intervenire, invece, Marina Capponi, avvocata giuslavorista componente della Cpo del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Firenze, Samanta Cecchi, presidente del Terziario Donna di Confcommercio Lucca, Maria Stella Adami, presidente associazione “Non ti scordar di te” e Giulia Panconi, psicologa dell’associazione “Luna”. A rompere il ghiaccio Patrizio Andreuccetti: “Bello essere qua per parlare di un tema così importante – ha detto – . Le disuguaglianze, le ingiustizie sociali e la parità di genere sono da sempre al centro della nostra azione politica che portiamo avanti facendo tanta sensibilizzazione. Anche la Regione ha dato sostegno alle famiglie e in particolare alle donne che sono le più penalizzate”.
“Oggi vorremmo riflettere sulla violenza economica che incide profondamente sulla vita delle donne, ma che riguarda anche gli uomini – ha commentato Nieri – . Solo attraverso uno sforzo collettivo possiamo pareggiare i piatti della bilancia. Dobbiamo ricordare che quello che si fa per le donne si fa per tutti noi”. A prendere la parola anche Camilla Corti: “Quello della violenza economica è un tema spesso trascurato perché si tratta di un aspetto più silenzioso della violenza di genere. Per chi amministra è importante lavorare sul lato culturale, cercando di educare le ragazze ad essere indipendenti e a non essere prigioniere di determinate relazioni, e fare anche azioni sociali più concrete, come le iniziative promosse dalla Regione sugli asili nido”.
“Ringrazio chi ha organizzato questo evento perché di questi temi non dobbiamo parlare solo il 25 novembre, ma tutto l’anno – ha detto l’assessora Nardini – . La violenza di genere non è un fenomeno emergenziale ma, purtroppo, ben radicato nella nostra società che affonda le sue radici nella cultura patriarcale del nostro Paese. Nella maggior parte dei casi i violenti e gli assassini non hanno bisogno di sfondare la porta di casa, hanno già la chiave. Sono compagni, a volte anche padri. È necessario dirlo con molta franchezza perché i numeri sono drammatici anche in una regione come la nostra: dal 2006 parliamo di 140 femminicidi solo in Toscana, con oltre 4mila richieste di aiuto e 2mila codici rosa solo nell’ultimo anno. Un bollettino di guerra. Dobbiamo lavorare tantissimo sulla prevenzione e rafforzare le reti antiviolenza che sono attive nel nostro territorio”.
Giulia Prete
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