San Miniato (Pisa), 16 dicembre 2024 – Il presidente della Toscana Eugenio Giani aveva garantito: “La Regione c’è, e farà la sua parte”. Parole pronunciate lo scorso maggio. Nei giorni scorsi è stato annunciato – si apprende – il contributo straordinario della regione di 800mila euro (270mila per il 2025 e 530mila per il 2026) al Comune per lavori di riqualificazione del prato del Duomo.
La strada, dunque, è spianata. Per questo lavoro atteso da decenni c’è anche il progetto. L’impegno sinergico della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato – guidata dall’avvocato Giovanni Urti – e Credit Agricole Italia ha regalato al municipio e alla città lo studio di progettazione per la riqualificazione della storica piazza. Che per i sanminiatesi è il “prato del Duomo”. Per tutti, la terrazza più bella che affaccia sul centro storico, dalla sua posizione meravigliosa: il trittico monumentale della Cattedrale, con la Torre di Matilde, il Santissimo Crocifisso, e la Rocca di Federico. Il luogo, lo ricordiamo, ha tre proprietari: Il Comune, la Curia Vescovile, il Capitolo della Cattedrale. Tre realtà che hanno iniziato alcuni anni fa un cammino condiviso per una realizzazione che sarà un ulteriore volano al turismo e alla cultura di San Miniato.
Il progetto è stato il passaggio chiave. L’annuncio del finanziamento è il passo decisivo verso l’opera: ora sta al Comune procedere con l’iter necessario per a rendere possibile il cantiere che realizzerà quando studiato dal professor Luigi Latini con gli architetti Adriano Marangon e Michela De Poli. Una realizzazione che restituirà alla piazza l’identità, circoscrivendone il cuore che sarà realizzato – come spiegato dagli studiosi – con materiale assorbente a griglia nascosta, con pavimentazione in pietra grigia, per armonizzarlo con un nuovo verde.
Le due anime del prato, poi, incroceranno i camminamenti, da quello che arriva da via Don Minzoni al nuovo percorso che circonderà la piazza dove restano i monumenti, oggi disarmonici: il busto di Angiolo Del Bravo, e il monumento che ricorda la strage del ’44 che diventerà la naturale prosecuzione di un nuovo inserimento in pietra. Obiettivo una nuova valorizzazione rimettendo in ordine l’attuale confusione creata con gli interventi mai adeguatamente contestualizzati degli ultimi decenni.
Carlo Baroni
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