Si finse morto carbonizzato, per la Cassazione dovrà essere estradato in Albania #finsubito prestito immediato

Il ricorso è stato rigettato dalla Cassazione. Davide Pecorelli, l’uomo che si era finto morto carbonizzato in Albania e che successivamente – come in un romanzo di avventura – era stato ritrovato in un gommone al largo dell’isola di Monte Cristo, dovrà essere estradato.

La corte di Cassazione si è espressa nella tarda serata di ieri. Le tesi dei difensori, gli avvocati Andrea Castori e Massimo Brazzi, non sono state accolte dai giudici. Subito dopo il giudizio d’Appello, i legali in una nota avevano spiegato che avrebbero fatto ricorso in quanto: “in ordine al reato di truffa aggravata sussistono fondate perplessità sia in ordine alla corretta qualificazione del fatto, che in relazione ad una irragionevole sproporzione del trattamento sanzionatorio rispetto alla pena edittale prevista dal codice penale italiano”. Gli avvocati hanno inoltre sottolineato come l’estradizione minerebbe pensantemente la sfera familiare, in quanto il 49enne è padre di 4 figli. 

Ma cosa rischia l’ex arbitro di calcio? Lo scorso aprile il tribunale di Puka lo ha condannato a 4 anni di reclusione per una serie di reati che sarebbero stati commessi in quel paese durante il soggiorno di alcuni mesi. 

L’incredibile storia della finta morte

Davide Pecorelli era scomparso nel gennaio 2021 a Puka, dove fu ritrovata bruciata l’auto che aveva noleggiato. Da quel momento dell’imprenditore altotiberino si persero le tracce per ben 9 mesi. Fino a quando, nel settembre successivo, fu ritrovato vivo e vegeto su un’imbarcazione che tentava di attraccare all’isola di Montecristo. Qui, secondo quanto ha raccontato, avrebbe cercato un tesoro composto da monete antiche.  Ma fu visto dai militari che sorvegliano l’isola (di fatto inaccessibile) che dapprima, vedendolo in difficoltà tra le onde, lo aiutarono, poi lo denunciarono. 

Oltre al procedimento penale in Albania, è stato giudicato anche in Italia, da tribunale di Grosseto e da quello di Perugia. In Italia è stato accusato di autocalunnia e sostituzione di persona. Rientrato in Toscana, infatti, aveva alloggiato in una struttura ricettiva fornendo una falsa identità: si era fatto passare per un geologo.