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Superbonus, costi e rischi nella cessione dei crediti incagliati: la cartolarizzazione non va #finsubito prestito immediato


C’è chi da 30 operai è passato a 4 e chi ha licenziato il figlio. Si erano affidati a un mercato della “disperazione”, ma finora disagi e spese sono solo aumentati. Migliaia di imprese e proprietari di casa volevano solo risolvere i loro problemi coi crediti del Superbonus per alleviare il peso di milioni di euro che non riescono più a farsi “rimborsare”. Succede perché dopo la fiammata iniziale del Superbonus, il sistema edilizio è andato in blocco. Ora manca la liquidità per mantenere i cantieri, terminarli, pagare dipendenti e fornitori. I disagi hanno poi “contagiato” i proprietari, che si ritrovano case ristrutturate a metà, inagibili o demolite, persino. L’unica speranza era la cartolarizzazione, che avrebbe trasformato questi crediti nei soldi attesi. Società hanno ammassato miliardi per terminare l’operazione all’estero promettendo di risolvere questi disagi. Ma dopo un anno, per aziende e proprietari di casa le cose non sono per niente migliorate.

Le promesse sui crediti Superbonus e l’abbaglio: il bisogno crea il mercato

Dopo l’iniziale esplosione di guadagni e benefici per chi riusciva ad accedere all’agevolazione, lo Stato si è accorto dei costi e il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, ha bloccato tutto, anche la cessione dei crediti fiscali generati dal Superbonus. In questo bisogno disperato di liquidità molti hanno visto un’opportunità legittima di guadagno: così, in Italia si sono moltiplicate le Spv. Sono delle “società veicolo”, che, in questo caso, raccolgono i crediti nati dal Superbonus. Come fossero delle scatole.

Le Spv prendono i crediti dalle imprese in difficoltà all’80 per cento del valore iniziale, ammassandoli, per poi piazzarli sui mercati finanziari sotto forma di obbligazioni. Il ricavato va a finanziare tutta la catena. Questo processo in finanza si chiama cartolarizzazione.

Come si “cartolarizzano” i crediti Superbonus e chi ci guadagna: un esempio


La cartolarizzazione è una tecnica finanziaria che permette di “trasfomare” in denaro un credito. Facciamo un esempio pratico col Superbonus. Un’impresa di costruzioni realizza lavori col Superbonus 110% e accumula crediti fiscali da 10 milioni di euro. Ma le banche non li accettano e per ricavarne liquidità la ditta può solo cederli a una Spv, ma deprezzati del loro valore. Ipotizziamo a 8 milioni di euro. Per finanziare l’operazione, la Spv emette delle obbligazioni sul mercato e può chiedere alle imprese cedenti una commissione, tra lo 0,25 e lo 0,4 per cento. Su 8 milioni di euro si pagherebbero tra 20.000 e 40.000 euro di commissioni. Anche se meno rispetto al credito posseduto, l’impresa avrebbe finalmente liquidità. L’Spv guadagnerebbe dalla commissione e dal rendimento del bond emesso sul mercato.

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Dalle nostre ricerche, migliaia di imprese si sono affidate alle Spv e le cessioni hanno superato gli otto miliardi di euro. Le promesse fatte erano vantaggiose rispetto a quelle nel mercato “ordinario” dei crediti. Secondo i contratti visionati da Today.it, queste società garantiscono l’80 per cento del loro valore. Spesso, sono stati firmati contratti di cessione anche su crediti ancora da maturare, cosa che avrebbe consentito di incassare liquidità in anticipo per cantieri da avviare o che dovevano ancora essere terminati. 

INCHIESTA – I miliardi del Superbonus all’estero: ecco chi ci guadagna

Da fonti coinvolte nell’operazione, talvolta la somma promessa superava anche quella effettivamente maturata. Un gran numero di imprese ha aderito anche perché rassicurata dalle pubblicazioni delle cessioni in Gazzetta ufficiale. In realtà, basta pagare per avere le pubblicazioni, non c’è controllo sul contenuto.

In più, a detta di molti, il coinvolgimento di un ente finanziario svizzero, ISwiss, avrebbe dato ulteriori garanzie di successo. Il suo Ceo, l’italo svizzero Christopher Aleo, ha spesso presentato la sua impresa in varie vesti, anche come “banca”. In realtà, è una società anonima con sede a Saint Moritz, in Svizzera. Proprio ISwiss si occupa della fase finale, cioè di collocare alla borsa di Londra i bond che finanzieranno l’operazione. Tutto questo accadeva alla fine del 2023. A marzo 2024 l’operazione veniva definita imminente. Quando è stato scritto questo articolo non è ancora successo nulla. Un problema in più per imprese coinvolte e proprietari di casa.

“Ho licenziato mio figlio”. Imprese “incagliate” tra crediti Superbonus e Spv

Così, da più di un anno le migliaia di imprese italiane che hanno ceduto i crediti sono in attesa. Ma la cartolarizzazione che avrebbe dovuto portare la liquidità sperata non è arrivata. C’è chi ancora ci crede, ma nel frattempo i problemi si sono moltiplicati. Sui gruppi Facebook e chat sta montando la rabbia. Anche perché le cessioni del credito hanno avuto un costo. Dalle informazioni in possesso di Today.it, chi ha applicato commissioni ha chiesto 2.500 euro ogni milione di euro ricevuto. La percentuale oscilla tra lo 0,2 e lo 0,4 per cento sul totale. Esempio: su una singola cessione da 20 milioni di euro la commissione della Spv potrebbe oscillare tra 20.000 e 50.000 euro. E in alcuni casi ci sono stati costi ulteriori per migliaia di euro dovuti a “verifiche legali”.

“Devono fare in fretta, stanno arrivando i primi pignoramenti sui conti correnti”.


Proprietario impresa edile anonimo

L’attesa dei soldi ha portato via altri soldi. Abbiamo visionato contratti di cessione crediti anche da oltre 20 milioni di euro per cui è facile immaginare decine di migliaia di euro in commissioni. “Da 34 operai ora siamo rimasti in 4 – ci dice un’impresa dietro anonimato coinvolta nell’operazione -. Per restare a galla ho anche dovuto anche licenziare mio figlio”. “Siamo tutti disperati e per aspettare siamo arrivati sull’orlo del fallimento”, ci scrivono.

Ricchi da Superbonus: Edoardo Barzago, 23 anni, possiede 2,4 miliardi di crediti

La catena dei disagi è lunga e le imprese non possono pagare altre ditte del settore edilizio: “Le imprese mi chiamano di continuo, non so più cosa inventarmi. Posso resistere al massimo un altro mese”. E nelle chat in cui si sono organizzati questi gruppi di cessione la rabbia sta montando: “La colpa è delle leggi che hanno dato la possibilità a gente improvvisata di fare cartolarizzazioni per miliardi di euro”, l’accusa di un imprenditore.  

“Il problema grosso – ci spiega un altro imprenditore edile che chiede di restare anonimo -, è che i soldi che dovevano darci in acconto non ce li hanno mai dati. Intanto noi abbiamo iniziato i cantieri e li abbiamo portati a termine indebitandoci”. Altre testimonianze raccolte da Today.it raccontano addirittura di cantieri iniziati con demolizioni, con edifici che non si possono ricostruire perché manca la liquidità. A tutto ciò si aggiungono licenziamenti del personale o fallimenti.  

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“62.000 euro pagati per nulla”: Federedilizia allo scontro con le Spv

Dopo alcune segnalazioni ricevute, Federedilizia aveva chiesto chiarimenti alle Spv in gioco nella cartolarizzazione dei miliardi di crediti fiscali. “A un’iscritta hanno chiesto 15.000 euro per ogni appartamento coinvolto. Una cifra già pagata per avere nulla in cambio”, spiega a Today.it Domenico Passerella, vicepresidente di Federedilizia.

“L’abbiamo ritenuto fin dall’inizio inattuabile ma la disperazione ha portato molti soci a fantomatiche operazioni di cartolarizzazione che non hanno portato a nulla. Il problema è l’aspetto contrattuale. Si pagava una commissione variabile, minimo dello 0,25%. Visti i miliardi in ballo, noi abbiamo stimato incassi di decine di milioni di euro”.

Miliardi del Superbonus all’estero: cosa succede e chi è Christopher Aleo di ISwiss

Federedilizia chiedeva spiegazioni sull’operazione. Tra le altre cose segnalate, non tornava che fosse già noto il rendimento di titoli non emessi per di più basati su crediti in scadenza: “Sembra che siano 13 miliardi di crediti ceduti a queste Spv. Dicono di emettere un rendimento del 3,5 per cento con crediti in scadenza. Tassi di interesse più consoni a titoli di stato che a operazioni simili. Ma chi lo comprerebbe? Questi bond non esistono, non sono mai stati emessi. Ma le commissioni sono state pagate: un’impresa ha dato 62.000 euro di commissioni per nove milioni di euro ceduti. Per questo abbiamo segnalato tutto alle autorità competenti e al Ministero dell’Economia”.

Federedilizia ha definito l’operazione un “atto di fede”,  dopo un incontro “deludente” con rappresentanti delle Spv in questione. Intanto chi spera ancora nell’operazione guarda ancora al calendario: mancano pochi giorni al 2025 e i crediti 2024 stanno per scadere.

Continua…

Chi ha segnalazioni sul tema può inviare una email a superbonus@citynews.it

La prima puntata dell’inchiesta – “Vi ristrutturo casa gratis”: spariti miliardi di euro per 3mila cantieri fantasma



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