Componentistica e post vendita nel settore auto erano al centro del terzo “Autopromotec Talk” dal titolo “Quando ogni pezzo conta: il valore del Made in Italy nella componentistica e postvendita automotive”.
Un appuntamento “propedeutico” ad Autopromotec, la fiera biennale che si tiene a Bologna dal 21 al 24 maggio 2025. L’evento è stato pensato come presentazione di ciascuno dei macro-temi che avranno spazio nei padiglioni.
A fare gli onori di casa, l’amministtratore delegato di Autopromotec Renzo Servadei, che ha spiegato come questa manifestazione sia la più specializzata rassegna internazionale delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico.
Le radici della manifestazione risalgono a 60 anni fa. Oggi, con qualche “capello grigio” ma sempre in forma, Autopromotec è cresciuta fino a diventare un evento internazionale che aggrega varie filiere merceologiche. Si passa infatti dai pneumatici al car service, dalle attrezzature per officina ai ricambi.
A sottolineare l’importanza che riveste per il Made in Italy e l’export il settore del post vendita auto è Alessandra Pastorelli del Maeci o Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale. La manager ha sottolineato che «l’industria della componentistica italiana ha davanti a sé una strada impegnativa, ma anche ricca di opportunità, soprattutto all’estero».
Importante il tema fieristico, sottolineato da Alessandra pastorelli. «Gioca un ruolo chiave nell’internazionalizzazione. Nel periodo 2012-2019 le aziende appartenenti al macrosettore Tecnologia che hanno partecipato a fiere hanno realizzato un migliore fatturato del +5,4% rispetto a quelle che non hanno partecipato».
(Leggi di più su Autopromotec.com)
Post vendita auto, filiera da 30 miliardi in ricerca e sviluppo
A proposito di mercati esteri, risulta fondamentale anche il ruolo dell’Ice, l’agenzia che promuove e tutela il Made in Italy nel mondo assistendo le imprese nell’internazionalizzazione. Andrea Mattiello, dell’Ufficio Beni Strumentali, ha ricordato come l’Ice «promuova con un progetto di sostegno mirato la 30.ma edizione di Autopromotec, dove ci sono aziende che arrivano ad esportare oltre il 90% della produzione».
I numeri del comparto del post vendita auto sono invece stati illustrati da Gianmarco Giorda, direttore generale di Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica).
«Oggi, il 75% circa del valore di una vettura è dato dalla componentistica. In Europa, la filiera della componentistica automotive investe ogni anno 30 miliardi di euro in ricerca e sviluppo e registra circa 40.000 nuovi brevetti. In Italia, la componentistica ha una bilancia commerciale positiva da oltre 20 anni e un avanzo commerciale superiore ai 5 miliardi di euro».
La crisi della domanda di autoveicoli in Europa e in Italia, l’aumento dei costi di produzione e il rallentamento degli investimenti in nuove tecnologie della mobilità stanno creando le premesse per un possibile peggioramento di scenario.
(Leggi del “talk Autoromotec” sulla AI)
Componenti auto, il primato dell’Italia
Luciano Palmitessa, Ceo di Unigom, ha spiegato come l’Iam (Independent Aftermarket) sia un pilastro strategico e resiliente dell’economia italiana. Questo contribuisce con oltre 10 miliardi di euro di fatturato e impiega 260.000 addetti.
L’Iam si distingue dal settore OE (Original Equipment), focalizzandosi sulla manutenzione dei veicoli in uso, con numeri significativi:
- 90.000 officine indipendenti, tra cui 20.000 generiche e 21.000 carrozzerie e gommisti.
- 800 distributori e 4.800 ricambisti.
- Un impatto economico pari allo 0,5% del PIL italiano.
Ogni autovettura contiene circa 60 kg di gomma, suddivisi equamente tra pneumatici e componenti funzionali essenziali.
Anche per Gianni Menghini, presidente Meclube, il Made in Italy non è solo un marchio di provenienza, ma una filosofia unica. Meclube rappresenta aziende attive nella progettazione e nello sviluppo di apparecchi per la lubrificazione.
Ricorda che «le aziende italiane, specialmente nel settore della componentistica e delle attrezzature, non offrono solo prodotti, ma soluzioni tecnologiche innovative. Queste rispecchiano la flessibilità e la creatività del nostro Paese».
Francesca Paoli, Ceo della Dino Paoli, ha chiuso l’appuntamento raccontando come la storia dell’azienda, nata nel 1968 a Reggio Emilia. Specializzata nella produzione di avvitatori per veicoli commerciali e da strada, oggi ha conquistato la leadership mondiale del settore. Tutto partì dalla creazione di un avvitatore speciale per i meccanici che in gara dovevano sostituire le gomme.
Oggi, praticamente tutte le scuderie di F1 e dei principali campionati di motorsport hanno almeno un Paoli, con il quale bruciano record su record ai pit-stop. Dopo aver conquistato la F1 ha fatto lo stesso con la Nascar e la F2.
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